
Il governo indiano ha da poco annunciato il ritiro delle sue truppe, che erano state dispiegate per poco più di due mesi a Doklam, nella zona dell’Himalaya, sul triplice confine tra il Bhutan, la Cina e l’India. L’operazione aveva scatenato una crisi diplomatica tra Nuova Delhi e Pechino. “Un rapido ritiro del personale di frontiera nella zona di Doklam sta già avvenendo”, ha infatti dichiarato in un comunicato il ministero degli Esteri indiano.
La Cina si è prontamente detta “lieta” per la decisione indiana, e la portavoce del ministero degli Esteri Hua Chunying ha confermato la manovra di Nuova Delhi, aggiungendo però che “l’esercito cinese continua a pattugliare sul versante cinese del confine”.
La zona ha visto intensi scontri fra le truppe cinesi ed indiane tra gli Anni ’50 e ’70, con alcune guerre guerreggiate che hanno lasciato anche in seguito un profondo livello di tensione e di militarizzazione. Nel 1971 il piccolo Stato del Sikkim, situato fra Nepal e Bhutan, venne addirittura assorbito dall’India per impedire che divenisse un avamposto dell’esercito cinese.