
Il successo della serie TV “Narcos” targata Netflix ha riacceso l’interesse del pubblico verso la figura del più grande narcotrafficante mai esistito, Pablo Escobar. Pablo Emilio Escobar Gaviria nacque a Rionegro, in Colombia, nel 1949 e da adolescente iniziò la sua carriera criminale come ladro. Nei primi anni 70 capì che con la cocaina si potevano fare molti soldi e così iniziò a trafficarla insieme ai fratelli Ochoa, Carlos Lehder e ad altri narcotrafficanti costituendo il famigerato cartello di Medellin. Il cartello divenne così potente che nel 1982 l’esportazione di cocaina dalla Colombia aveva ormai superato quella del caffè, arrivando a rappresentare il 30% delle esportazioni totali del Paese.
Durante la sua vita Escobar corruppe un numero incalcolabile di ufficiali governativi, giudici e altri politici, e spesso uccideva personalmente i gregari che si rifiutavano di collaborare. La sua strategia, chiamata “plata o plomo” (soldi o piombo), era chiara: o ci si lasciava corrompere o si moriva. Egli fu colpevole della morte di tre candidati colombiani alla presidenza, tutti concorrenti alle stesse elezioni. Fu sua la paternità del disastro aereo Avianca 203, in volo da Bogotà a Cali: il 27 novembre 1989 mentre sorvolava il municipio di Sochoa, a sud di Bogotà, appena 5 minuti dopo il decollo, una bomba esplose a bordo, incendiando i vapori di benzina dentro un serbatoio vuoto, distruggendo l’aeromobile all’istante: 107 passeggeri morti sul colpo e 3 persone uccise dai detriti che caddero a terra.
Escobar era amato ed idolatrato dai poveri; che si sostituì all’opera dello Stato infatti per loro fece costruire stadi di calcio sponsorizzando anche squadre locali, scuole e ospedali, coltivando con la complicità della stampa l’immagine di “Robin Hood paisa” distribuendo anche denaro. In cambio i poveri diventarono suoi fedeli aiutandolo spesso fornendogli coperture, nascondendo informazioni alle autorità e gli adolescenti facevano la fila per diventare suoi sicari.
Da questa storia si evince che il modello di società neoliberista è funzionale al potere mafioso, dato che prospera dove il capitalismo crea disoccupazione e povertà. Politiche fiscali espansive volte al raggiungimento della piena occupazione; ripristino dei diritti sociali e forte controllo del territorio da parte delle forze dell’ordine potranno dare un colpo definitivo a questo cancro che affligge l’umanità.
Simone Ongari, Economia Democratica