Gagarin
Un francobollo sovietico dedicato alla storica missione di Yuri Gagarin.

Esattamente 59 anni fa, il 12 aprile 1961, venne compiuto il primo viaggio dell’Uomo nello spazio. Il primo uomo nello spazio fu il cosmonauta russo Jurij Gagarin, che ancora oggi è famoso in tutto il mondo. Oggi ripercorriamo insieme la sua storia. 

Jurij Alekseevič Gagarin nacque il 9 marzo 1934 nel paesino di Klušino, nella Russia occidentale (all’epoca Unione Sovietica), il terzo di quattro figli di una famiglia contadina. Durante la Seconda Guerra Mondiale, la sua casa venne occupata dai nazisti e i suoi due fratelli più grandi vennero deportati in Polonia, da cui tornarono al termine del conflitto.

Nel 1951 venne selezionato per iscriversi all’istituto tecnico industriale nella città di Saratov, e nello stesso tempo iniziò ad appassionarsi al volo. Pertanto, si iscrisse ad un aeroclub in cui prendeva lezioni nei fine settimana. Nel 1955 fu accettato alla scuola di volo militare di Orenburg, e nel 1957 fu nominato luogotenente dell’aeronautica militare sovietica.

In seguito al lancio della sonda spaziale sovietica Luna 3 nel 1959, la quale fotografò per la prima volta nella storia la faccia opposta della luna, Gagarin iniziò ad appassionarsi all’esplorazione dello spazio. Nello stesso anno venne selezionato per il programma Vostok, il primo progetto sovietico di missioni spaziali umane. In seguito ad una lunga preparazione fisica, psicologica e accademica, l’8 aprile 1961 Gagarin venne scelto per essere il primo uomo nello spazio. 

Il suo viaggio iniziò il 12 aprile 1961, alle ore 09:07 di Mosca, nella navicella Vostok 1 (Oriente 1), che pesava 4,7 tonnellate. Il veicolo spaziale, telecomandato da un computer a terra, compì un’intera orbita ellittica intorno alla Terra, viaggiando alla velocità di 27.400 km/h. Il viaggio durò 108 minuti.

Durante il volo, Gagarin venne promosso a pilota militare di prima classe con il grado di maggiore. L’atterraggio sulla Terra era stato previsto in Kazakistan (allora parte dell’Unione Sovietica), dove l’astronauta venne paracadutato quando il veicolo si trovava a circa 7.000 metri dal suolo. 

Grazie a questa missione, Gagarin divenne famoso in tutto il mondo. L’allora segretario del Partito Comunista sovietico, Nikita Krušov, gli conferì il titolo di Eroe dell’Unione Sovietica. Gli venne anche conferito l’Ordine di Lenin, la più alta onorificenza dell’URSS.

Gagarin venne invitato in diversi Paesi del mondo e ne visitò circa trenta, tra cui Canada e Inghilterra, dove incontrò la regina Elisabetta. L’allora presidente degli Stati Uniti John Kennedy, invece, preoccupato dalla fama in continua ascesa di Gagarin, gli vietò l’ingresso negli USA.

A quell’epoca, infatti, il mondo era in piena Guerra Fredda. Gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica erano in competizione per l’esplorazione dello spazio, e il fatto che il primo uomo nello spazio fosse russo segnò un punto a favore dell’URSS. Inoltre, l’Unione Sovietica, che alla fine della Seconda Guerra Mondiale versava in condizioni molto difficili, nell’arco di soli sedici anni provò al mondo non solo di essersi risollevata completamente, ma anche di avere effettuato, allo stesso tempo, studi e ricerche che sono risultati decisivi nell’invio con successo del primo satellite nello spazio (1957) e anche del primo uomo, segnando un importantissimo traguardo nella storia della scienza e dell’umanità.

Gagarin morì a soli 34 anni, il 27 marzo 1968, in un incidente aereo a bordo di un piccolo caccia vicino alla città russa di Kiržač. Il suo corpo venne cremato e deposto presso le mura del Cremlino a Mosca. Sua moglie, Valentina, dalla quale aveva avuto due figlie, non si risposò mai.  

Gagarin non fece altri viaggi nello spazio, ma continuò a lavorare nel settore, occupandosi della progettazione di un veicolo spaziale riutilizzabile. Dopo essere stato promosso colonnello, inoltre, divenne vicedirettore dell’accademia di addestramento dei cosmonauti.

Jurij Gagarin è una figura molto amata in Russia, a lui sono dedicati musei, monumenti e strade. Durante il suo volo nello spazio pronunciò la frase, in seguito divenuta celebre: “Da quassù la Terra è bellissima, senza frontiere né confini”.

Silvia Vittoria Missotti