terrorismo 2017

Il 2017 è stato l’anno della sconfitta politica dello Stato Islamico, anche ribattezzato come ISIS. Se il Califfato è stato sconfitto il mondo deve ringraziare, che piaccia o meno, l’alleanza filogovernativa guidata dal Baath siriano e dalla Federazione Russa, che ha posto fine allo Stato Islamico con la conquista di novembre della cittadina di Deir Ezzour, ultimo baluardo dei terroristi in Siria.

Tuttavia se l’organizzazione politica è stata sconfitta, il terrorismo di matrice jihadista non ha mancato di compiere danni in Europa e in giro per il mondo. Nonostante il periodo tra il 2015 e il 2016 con gli episodi eclatanti del Bataclan o di Nizza resta quello che destato maggiori preoccupazioni, il 2017 non ha visto per nulla scemare l’ondata di violenza.

L’anno si è aperto con la strage del Night Club di Reina a Istanbul, per mano dell’uzbeko Abdulkadir Masharipov, che ha messo fine alla vita di 39 persone, mentre festeggiavano il Capodanno. Ma in Europa è stato il Regno Unito ad essere più colpito dagli attentati: tre sono stati gli episodi di violenza esplosi nelle città inglesi, due a Londra e uno a Manchester.

Sebbene questi attentati abbiano prodotto un numero di vittime non eccessivo, i luoghi in cui hanno colpito hanno scosso i britannici, che si sono improvvisamente scoperti vulnerabili. Nel caso di Manchester i terroristi hanno colpito alla conclusione del concerto di Ariana Grande. Come nel caso del Bataclan il terrorismo colpisce nei momenti di divertimento e distrazione mondana. A Londra invece molte polemiche ha destato l’attentato nei pressi delle istituzioni politiche, l’attentatore ha potuto colpire quasi indisturbato nei pressi del ponte di Westminster e dei palazzi che ospitano il Parlamento nella capitale inglese.

L’Egitto invece ha pagato ancora dazio per la lotta compiuta dai vertici di Al Sisi contro i Fratelli Musulmani, ed è ampiamente il paese più colpito dagli attentati nel 2017. Il più grave di questa serie di attentati è quello perpetrato in Sinai alla moschea di Arish, dove sono morte circa 235 persone. La moschea era appannaggio dei sufi (esoteristi del mondo musulmano), vittime da sempre dell’integralismo islamico. A seguire il Pakistan che ha subito numerosi attentati durante l’anno, alcuni dei quali con oltre 50 vittime.

Altri attentati di un certo rilievo ci sono stati in Russia, a San Pietroburgo, dove è stata colpita la metropolitana, causando 14 morti, il 3 aprile scorso. Eclatante è stata la violenza a Barcellona, in Spagna. Colpita in piena estate la strada della Rambla, solitamente piena di turisti e di cittadini spagnoli, per la sua grande quantità di attrazioni commerciali: 15 le vittime. Colpite anche la Finlandia (Turku, 9 agosto: 2 morti, 9 feriti), la Svezia (Stoccolma, 7 aprile: 5 morti, 15 feriti), gli Usa (New York, 31 ottobre: 8 morti).

Senza lo Stato Islamico l’impressione è che il terrorismo di matrice jihadista sia ritornato ai metodi utilizzati nell’era di Al Qaeda. I gruppi islamisti continuano ad essere più o meno discretamente supportati dai paesi del golfo, che costruiscono moschee e madrase nei territori più impoveriti del Medio Oriente, provvedendo all’educazione dei meno abbienti.

Un ruolo guida quello di Arabia Saudita e Qatar che mira a crescere gente che non ha niente da perdere, ma che tende ad assumere una formazione fortemente ideologizzata con i precetti del salafismo e del wahabismo e di tutte le loro varianti. Tutto ciò accade mentre Trump in primis, seguito a ruota dall’Occidente vende armi a paesi come l’Arabia Saudita, che a sua volta può usare queste armi per annientare la rivolta degli Houthi in Yemen, che si ribellano al predominio wahabita sul Golfo Persico. Un corto circuito che continueremo a pagare anche nel 2018.

Uscendo fuori dal terrorismo di matrice islamica altre stragi hanno colpito l’Italia ed il mondo in questo 2017. I terremoti del Centro Italia e una forte nevicata hanno provocato una strage nel pescarese che ci ricorderemo ancora per diverso tempo. Il 18 gennaio furono ben 29 i morti dell’Hotel Rigopiano, situato nella media montagna pescarese, nel comune di Farindola che crollò a causa di una valanga.

Forti responsabilità per quella strage vanno addebitate ai soccorsi che non reagirono prontamente alla chiamata di Quintino Marcella, ma si ipotizzano anche delle responsabilità per la ristrutturazione dell’Albergo/Rifugio nel 2007, che non era a norma. Dubbi anche sulla gestione dell’emergenza climatica e geologica, al Rifugio tutte le attività furono consentite nonostante le condizioni estreme. È uno di quegli eventi che inevitabilmente fa dubitare del ruolo della Protezione Civile.

Ma non solo l’Italia è stata colpita da Madre Natura, l’anno 2017 è l’anno del terribile terremoto Messicano, che in due puntate ha causato danni ingenti al paese mesoamericano. Più di 300 i morti e migliaia di case distrutte grazie alle scosse del Chiapas e di Puebla tra il 7 e il 19 settembre. È il terremoto più intenso dal 2015.

È da ricordare la Strage di Las Vegas avvenuta a Paradise il 1° ottobre scorso, quando Stephen Paddock dal 32° piano del Mandalay Bay Hotel ha sparato sulla folla intenta a seguire un concerto di musica country. È stata la più grave sparatoria della storia degli Stati Uniti, superiore anche alla Strage di Orlando per numero di vittime. L’uomo era dotato di un arsenale di armi semi-automatiche di pregevole tecnologia, non si conoscono le ragioni del gesto, l’uomo si è tolto la vita nella sua stanza sparandosi un colpo di pistola.

Infine ricordiamo anche l’attacco chimico a Khan Sheykun in Siria il 4 aprile scorso. L’offensiva avrebbe causato tra i 74 e i 100 morti fra i quali diversi civili. Molte accuse sono piombate su Assad, indicato come responsabile dell’attacco chimico di una città sotto il controllo dei ribelli, ma dopo mesi di indagini la Commissione dell’ONU non ha portato prove concrete che inchiodassero il governo siriano.