Del caso dei quadri di Castelvecchio ci siamo già occupati in passato. Spesso si è sentito parlare di una data di ritorno, di riconsegna, di cerimonia di restituzione celebrata dal Presidente Poroshenko con l’omologo italiano, che avrebbe dovuto essere Matteo Renzi. Dopo tante chiacchiere, sembra vi sia stata una svolta: sarà quella giusta?

Riepiloghiamo. I 17 quadri – capolavori trafugati dal Museo di Castelvecchio di Verona a novembre 2015 si trovano a Kiev. Le opere sono state ritrovate in Ucraina nel maggio scorso, e da allora sono custodite nel museo Khanenko. Finora, ci sono stati diversi “tira e molla” tra il nostro Paese e l’Ucraina, ma due giorni fa vi sarebbe stata la diffusione ufficiale della notizia della restituzione ufficiale, con tanto di data, da parte del Sindaco di Verona Flavio Tosi.

Una delegazione italiana si recherà pertanto a Kiev per riportare i dipinti a Verona il 21 dicembre 2016. La rassicurazione ucraina è venuta dall’ambasciatore Yevhen Perelygin. Da parte ucraina, c’era la volontà di restituire i quadri entro Natale. La crisi del Governo Renzi ha richiesto un canale diretto tra l’amministrazione scaligera e quella di Kiev, superando le difficoltà conseguenti alle dimissioni del nostro ex Primo Ministro.

Adesso, secondo il Sindaco di Verona, l’unico ostacolo da superare è quello della composizione della delegazione che dovrà recarsi in Ucraina. Essendo i quadri “un compendio di furto tra le rispettive Procure”, si dovranno sciogliere gli ultimi nodi.

La data di restituzione potrebbe slittare magari di uno o due giorni, ma in ogni caso, il termine previsto è Natale. La domanda, sorge spontanea, dopo tanto attendere: è la volta giusta? Noi lo speriamo vivamente. Non sempre infatti la giustizia trionfa in questo genere di circostanze. Pochi giorni fa, la Serbia ha respinto la richiesta di restituzione di alcuni quadri italiani ivi presenti. Il Tribunale superiore di Belgrado ha rifiutato la richiesta di rogatoria presentata dalla Procura di Bologna per il sequestro con l’ipotesi di ricettazione di otto preziosi quadri fra gli altri di Tiziano, Tintoretto e Carpaccio.

Le opere in questione, nel caos della seconda guerra mondiale, sarebbero state acquistate dal criminale nazista Hermann Goering e andati poi a finire, a conflitto ultimato, nelle mani degli alleati per essere infine trasferiti a Belgrado a titolo di indennizzo di guerra. Secondo Belgrado, essi sono conservati legalmente presso il Museo Nazionale, e non v’è titolo di restituzione. Confidiamo che la vicenda ucraina, invece, si concluda positivamente.

UN COMMENTO

  1. non lo so’,certamente pero’ so’,che ci sono ,quadri rubati di valore molto piu’ elevato di questi di Verona,e ancora oggi non ritornano. So’ anche che un bene culturale lo e’ per tutto il mondo,quindi non trovo giusto osare di fare del menefrghismo nel caso del ritornare o di fare trovare le vere opere rare,opere d’arte. A me sembra che ci sia un vero disinteresse ,come se’ ,di questo caso,l’interessato dovessere essere uno solo,o la medesima citta’,Regione o Stato,ma non anche tutti gli altri del mondo. Ci sono quadri molto rari e di valore inestimabile che ancora oggi non sono stati trovati. Questo ci permette di fare fare ogni altra rapina mirata e da ogni altro Stato,Stato e Nazione,Paese in tutta Italia.

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