Chi sarà il prossimo direttore generale dell’Organizzazione mondiale sulle proprietà intellettuali (WIPO)? Le elezioni si terranno il 4 marzo prossimo ed i candidati in lizza sono 6, rappresentanti di Ghana, Singapore, Cina, Kazakistan, Perù, Colombia.
La WIPO ha circa 50 anni di storia ed è una agenzia specializzata delle Nazioni Unite che si occupa della promozione delle attività creative e della protezione delle proprietà intellettuali. Coordina e regola 24 trattati internazionali, anche in collaborazione con il WTO, che riguardano tutti gli aspetti legati a brevetti, marchi e indicazioni geografiche dei prodotti. Per quest’ultime vi è un comitato permanente che interessa in particolar modo l’Europa e l’Italia.
Ma torniamo alle prossime elezioni. WIPO decide su questioni molto delicate e sensibili per i vari paesi, ma come altre agenzie internazionali non è eletto dai cittadini. E’ composto da rappresentanti di 192 paesi ed è attualmente oggetto di tensione tra Usa e Cina. In queste settimane pre-voto sembra che gli Usa stiano facendo pressione su vari paesi per evitare l’elezione a direttore generale della candidata cinese, Wang Binying, già vice direttore generale. Le modalità di critica statunitensi, che non hanno un candidato, si incentrano sul motto “tutti fuorché la Cina”. Eppure, uscendo fuori dalla competizione tra questi due paesi e le dure azioni di Washington contro la Cina, la candidata cinese sembra avere le migliori possibilità di riuscita proprio per il suo profilo professionale.
Wang ha 30 anni di esperienza nella WIPO, conosce molto bene i meccanismi di funzionamento dell’organizzazione, le necessità di tanti paesi e le nuove sfide da affrontare. Dal punto di vista dell’esperienza e della competenza sembra non avere rivali. Peraltro, Wang proviene dal paese divenuto leader, da alcuni anni, nei processi di innovazione, cumulando il primato per numero di brevetti presentati ed approvati. Una candidata cinese di spessore sembra essere la figura più appropriata per mediare tra molteplici esigenze. Per far ciò non ci si può improvvisare, è necessario avere piena conoscenza dell’ambiente in cui si lavora e dei meccanismi di funzionamento dell’organizzazione. La signora Wang è il profilo più solido da questo punto di vista.
Peraltro, per l’Italia, è una candidata ideale, considerando che conosce molto bene anche la questione delle indicazioni geografiche. Un aspetto fondamentale per l’Italia, che ha basato la propria competitività sulla qualità agroalimentare e sui prodotti speciali, anche se a livello internazionale è ancora necessario raggiungere norme più stringenti. Su questo la signora Wang si è detta molto fiduciosa. Nel dialogo tra Cina, Stati Uniti e Europa vi sono ancora frizioni riguardo alle proprietà intellettuali. Avere una guida della WIPO competente potrebbe aiutare a dirimere molte questioni spinose ed a migliorare la governance globale in questo ambito.
Fabio Massimo Parenti