Durerà due giorni la Conferenza Annuale per la Sicurezza dell’EASA, Agenzia per la Sicurezza Aerea in Europa; il meeting, convocato a Bratislava in onore del semestre slovacco di presidenza UE, che durerà fino al 31 dicembre 2016, discuterà principalmente degli impatti delle nuove tecnologie sul mondo dell’aviazione civile e commerciale del Vecchio Continente e in particolare dei droni.
Infatti man mano che si diffondono oggetti come droni, stampanti tridimensionali (che rendono possibili e accessibili capacità manifatturiere ieri solo appannaggio di officine specializzate), app per dispositivi mobili e collegamenti senza fili sempre più capillari e accessibili in ogni momento e circostanza, il numero di “oggetti” suscettibili di prendere il volo nei cieli europei potrebbe ben presto esplodere esponenzialmente e bisogna che gli apparati normativi e legislativi dell’UE siano pronti per tempo, per evitare la prospettiva di “vuoti” che lascino adito a utilizzi rischiosi, quando non addirittura illegali e criminosi, di dette tecnologie.
L’EASA si appresta a questo titanico compito con il meeting slovacco, che inizierà la discussione riguardo queste innovazioni, il loro impatto sugli esistenti regolamenti di sicurezza aerea, e le possibili pressioni ed emergenze che il loro progressivo diffondersi porrà di fronte alle autorità competenti, sia dal punto di vista legislativo che da quello della sorveglianza e dell’applicazione di leggi e norme.
Ci sono in ballo concetti legislativamente “alti” come lo Stato di Diritto, la libertà di ricerca e innovazione e anche la libertà di impresa (per quelle aziende e società che vorranno utilizzare sempre più spesso le possibilità offerte dagli apparecchi senza pilota), ma anche principi “forti” come la sicurezza individuale e collettiva e il diritto alla privacy.
Come si vede, all’orizzonte si staglia un intreccio di aspettative ed esigenze molto delicato, che necessiterà di un notevole sforzo e di un intenso lavoro di squadra per venire affrontato e dipanato nella maniera più adeguata e soddisfacente.
Paolo Marcenaro