“Le sofferenze che Julian Assange sta patendo per la sua ingiusta detenzione sono provocate dagli Stati Uniti e dalla Gran Bretagna che vogliono silenziare e punire un giornalista che ha avuto il coraggio e l’etica professionale di pubblicare informazioni sui crimini commessi dagli Stati Uniti in Iraq e in Afghanistan”. Parole forti quelle pronunciate dal Consigliere Comunale di Modena Sociale Beatrice De Maio nell’introdurre il suo Ordine del Giorno con cui chiedere attraverso il riconoscimento dello status di rifugiato, la liberazione del fondatore di Wikileaks.

L’appello lanciato dal premio Nobel per la Pace nel 1980, Adolfo Maria Pérez Esquivel, è stato sostenuto da alcuni cittadini con uno striscione portato ed esposto nell’aula consiliare in occasione della discussione sul documento presentato dal Consigliere Beatrice De Maio, che è stato bocciato dal Consiglio. La maggioranza guidata dal PD ha evidentemente ritenuto troppo “politicamente scorretto” il contenuto del documento.

Al termine del dibattito e del voto, il Consigliere De Maio non ha nascosto rammarico e delusione: “Le forze politiche che lo hanno bocciato dimostrano di non avere più interesse per le proprie posizioni ideologiche e meno per i diritti. Sono delusa anche per i cittadini che sentono questa battaglia di libertà come propria al punto da arrivare a manifestarla direttamente in Consiglio Comunale con un presidio”.

Per l’architetto e scultore argentino Esquivel, in prima fila nel denunciare gli abusi della junta militare argentina negli anni Settanta del secolo scorso, “il trattamento inumano, fisico e psicologico, cui è sottoposto Assange e i molti anni di persecuzione gli hanno provocato un deterioramento fisico e psicologico. L’annuncio della sua estradizione negli Stati Uniti, dove rischia una condanna a 175 anni di carcere, equivale a una condanna a morte”.

Facendo morire dietro le sbarre Assange si invia un messaggio fortemente intimidatorio ai giornalisti che, in tutto il mondo, provano a dare informazioni sulle violazioni dei diritti umani commessi dagli Stati Uniti e da altre potenze che fanno parte del Consiglio di Sicurezza dell’Onu.