“Ai tempi mia ce stava Ghiggia, mamma mia quanto era forte!”
Alcides Ghiggia te lo raccontavano gli zii, i nonni, i vecchi perché venti-trenta anni fa certe storie le potevi solo ascoltare e immaginarle con gli occhi di bambino. Poi arriva internet, la pay-tv, cominci a saperne di più, comincia a sentirti un intenditore e inizi a parlare del Maracanazo, dello Zaire, del Perù di Cubillas, di Al Owairan e così via.

Naturalmente riesci a sapere tutto pure su Ghiggia, purtroppo anche la notizia della morte arriva in tempi rapidissimi. Oggi dopo aver letto di tutto sui siti di mezzo mondo circa la morte del campione uruguaiano viene da chiedersi chi era e cos’è stato veramente. La sensazione che si ha sin da subito è che fino al 15 luglio 2015 nonostante tutto l’Uruguay non era proprio orgoglioso di lui. Doveva farsi perdonare qualcosa.

Uno che segna il gol vittoria contro il Brasile al Maracanà ai Mondiali del ’50 deve pure farsi perdonare qualcosa? Si, a cominciare da un’intervista rilasciata nel 2013 dove Ghiggia dichiara senza mezzi termini che un’altra icona uruguaiana, Obdulio Varela, era in realtà brasiliano. Ai tempi del Wanderers pare che parlasse portoghese. Se non avesse avuto 86 anni forse non la passava tanto liscia.

Questa è solo l’ultima di tante contraddizioni nella quale è caduto ‘El Chico’ che pure in Italia si dette da fare.Arrivò a Roma nel ’53 facendo gol al Genoa in un Olimpico gremito, scattò la scintilla e fu amore a prima vista. Già ma fu amore a prima vista pure con una minorenne con la quale ebbe una relazione nemmeno tanto corta che si concluse con una denuncia per atti osceni in luogo pubblico in quanto fu sorpreso in macchina assieme alla ragazzina e non stava certo dandogli lezioni di guida come invece avrebbe fatto trent’anni dopo a Montevideo per arrotondare.

Altrettanto controversa fu l’acquisizione della cittadinanza italiana dato che non ci sono prove a riguardo anzi, sembrano tutte portare nel Canton Ticino. Chissà che Svizzera sarebbe stata! Altre peripezia, tre matrimoni, svariati figli, dichiarazioni sopra le righe, un patrimonio clamorosamente polverizzato, un personaggio in tutto e per tutto. Ma è pur vero che Ghiggia rimane soprattutto l’eroe di quel giorno magico e l’Uruguay oggi sembra finalmente rendergli il giusto merito.

Anche Best, anche Maradona, anche altre leggende hanno vissuto situazioni stravaganti ma alla fine contano le gesta, quelle pagine scritte in modo indelebile della storia del calcio, i sogni realizzati, la gioia di un intero popolo. A Montevideo e nel resto del paese lo hanno finalmente capito proprio tutti e finalmente gli viene reso il giusto tributo. Se n’è andato in modo incredibile, una morte carica di significati, che ci ricorda appunto quanto fosse stato grande: davanti alla televisione mentre guardava la Libertadores nel giorno del 65° anniversario del Maracanazo.
En la Gloria…

Roberto Balio