Argomento: austerità
Il tardivo (e insincero) mea culpa di Juncker. “Durante la crisi austerità avventata”
Il capo della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker, riferendosi al trattamento riservato alla Grecia, ha sorpreso con delle parole che ai più sono sembrate lacrime di coccodrillo. Dietro queste tardive ed insincere dichiarazioni vi è, probabilmente, la volontà di riguadagnare qualche punto in vista delle Europee, che potrebbero davvero punire le politiche di austerità e soprattutto i suoi esecutori.
L’Ue boccia la manovra dell’Italia. Bruxelles vuole piegare Roma
La Commissione Ue boccia la manovra italiana. Bruxelles vede un "non rispetto particolarmente grave" delle regole di bilancio e apre la strada alla procedura per deficit eccessivo basata sul debito.
Manovra finanziaria. Quale futuro per il Governo?
La Commissione europea si rifiuta di concedere al Governo italiano una maggiore flessibilità sui conti pubblici, temendo un eventuale "effetto domino" anche sugli altri Stati membri, mentre i giallo-verdi proseguono la loro battaglia contro l'austerità, ben consapevoli che la propria credibilità politica dipende dall'esito delle contrattazioni con Bruxelles. Il Governo dovrebbe comprendere che prima viene la crescita, e solo dopo le politiche assistenziali, altrimenti, perfino il reddito di cittadinanza, di per sé importantissimo, rischierebbe di diventare controproducente.
Solidarietà alla Grecia: al Senato Bagnai attacca il “branco di lupi”
Intervento lucido e coraggioso di Alberto Bagnai al Senato contro Pittella (PD), che oggi offre solidarietà, ma ieri era al fianco di tutte le politiche neoliberiste che hanno distrutto la Grecia, che oggi brucia.
Salvini attacca i ricattatori: “Meglio barbari che servi. Prima gli italiani”
Con un video sul Facebook, il leader della Lega, Matteo Salvini, attacca chi sta cercando di sabotare la nascita del governo: "Provano a fermarci coi soliti ricatti dello Spread che sale, delle Borse che scendono e delle minacce europee. Stavolta si cambia, più lavoro e meno clandestini, più sicurezza e meno tasse".
Mattarella cestina la lettera della BCE del 2011 e promuove un’agenda politica volta ai problemi reali. Chi la realizzerà?
La fine di quest'ultima legislatura cestina la lettera della BCE del 2011 che aveva fatto da base alla cosiddetta "agenda Monti" e che aveva fatto da programma per i governi Letta, Renzi e Gentloni. Sergio Mattarella suggerisce un ritorno ai problemi concreti dei cittadini, ma le promesse elettorali potranno essere realizzate solo rinunciando all'austerità UE. Chi ci riuscirà?
Referendum Lombardo-Veneto, autonomia e dintorni…
Ben venga l'autonomia a patto che faccia gli interessi di tutti, del Nord come del Sud e non sia un ritorno alle idee del periodo bossiano, che strizzano l'occhio alla politica di Angela Merkel.
Anche la BCE lo ammette: se il debito pubblico è denominato in valuta nazionale è impossibile fare default
Uno studio tecnico condotto da due economisti della Banca Centrale Europea arriva alle stesse conclusioni di coloro che chiedono la disgregazione della zona Euro: "In un'economia con la propria valuta fiat, l'autorità monetaria e l'autorità fiscale possono assicurare che il debito pubblico denominato nella moneta fiat nazionale non possa fare default, ossia che i titoli di Stato maturi sono ripagabili in valuta corrente".
Crisi bancaria, Alberto Bagnai a TGCOM24: “Il bail-in verrà messo in soffitta” [VIDEO]
Ospite a TGCOM24, l'economista Alberto Bagnai dice la sua sulla crisi bancaria partendo dal caso della Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca.
Dobbiamo ricominciare dalle basi: l’Euro è il vero problema
Dopo la vittoria di Emmanuel Macron in Francia, i falchi dell'europeismo tirano un sospiro di sollievo, credendo di aver arginato il pericolo populista. Le elezioni legislative di giugno è presumibile che non riserveranno grosse sorprese: è vero che il partito di Macron, En Marche!, ha meno di un anno di vita e non ha una struttura forte come quella dei partiti classici, ma la duttilità di Macron può permettergli di trovare alleati sia a destra come a sinistra. Per cui sarà facile per lui aprire ai repubblicani, magari all'ala di Juppé e trovare un primo ministro che fossa far convergere le preferenze di repubblicani e socialisti ed evitare la temuta "cohabitation", sempre che temuta lo sia davvero. Per il Front National c'è il rischio di raccogliere ancora una volta ben poco rispetto a quanto seminato, a causa del doppio turno che impone il sistema elettorale maggioritario...