Carola Rackete è stata arrestata dopo l’ultima pericolosissima prova di forza. La capitana tedesca della Sea Watch 3, neo eroina della sinistra italiana, ha deciso di entrare nel porto di Lampedusa nonostante il blocco. I finanzieri hanno intimato per tre volte l’alt. Ma lei lo ha ignorato. La motovedetta della Gdf ha tentato di frapporsi fra la banchina e la nave per impedire l’attracco, ma anche in questo caso la tedesca non si è fermata fino all’incidente con l’imbarcazione dei finanzieri.

“Non ha fatto nulla per evitarci, siamo stati fortunati: poteva schiacciarci. A bordo della motovedetta si è respirato un clima di terrore perché ci siamo visti addosso a noi un bestione da 600 tonnellate”, affermano i finanzieri.

L’accusa a carico della ricca e borghese Carola, figlia di Ekkehart Rackete, ex ufficiale dell’esercito tedesco, esperto di sistemi militari, da 7 anni consulente non a gratis della Mehler Engineered Defence GmbH (azienda che vende sistemi complessi legati alla sicurezza militare), è di resistenza e violenza contro nave da guerra, che prevede una pena dai 3 ai 10 anni di reclusione.

Per effetto del dl Sicurezza, l’Ong dovrà pagare una multa da 20mila euro. Intanto i 40 migranti sono stati fatti sbarcare e trasferiti nel centro d’accoglienza. La nave è stata condotta a due miglia dalla costa di Lampedusa per motivi di sicurezza (il primo legato ai decolli e agli atterraggi di aerei nel vicino aeroporto; il secondo dovuto ai problemi di attracco per i traghetti di linea che collegano Lampedusa con il resto della Sicilia).

La Rackete è considerata responsabile della violazione dell’Articolo 1100 del codice della navigazione. E non è escluso che le possa essere contestato potrebbe essere contestato anche il tentato naufragio della motovedetta della guardia di finanza, speronata dalla nave durante la manovra di attracco. In precedenza la comandante era stata iscritta nel registro degli indagati dalla Procura di Agrigento per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e per rifiuto di obbedienza a nave da guerra.

“Vi chiedo scusa”, ha detto la capitana della Sea Watch 3 ai finanzieri dopo il suo arresto. La donna è arrivata nella caserma della guardia di finanza di Lampedusa verso le 3 e c’è rimasta circa fino alle 9, ospitata nell’ufficio del comandante. Gli investigatori le hanno notificato gli atti che la riguardavano. L’interrogatorio di garanzia è previsto nei prossimi giorni.

“Attendo la relata di notifica del provvedimento della guardia di finanza. Il decreto Sicurezza bis prevede una sanzione da 10mila a 50mila euro sia per il comandante della nave che per il proprietario e l’armatore. Valuterò non appena avrò il provvedimento”, ha affermato il prefetto di Agrigento, Dario Caputo. “Sono sulla linea d’azione del decreto Sicurezza bis e del Viminale – ha aggiunto il prefetto – . E’ una situazione molto delicata perché adesso, si è sovrapposta anche l’inchiesta penale”.

“Le ragioni umanitarie non possono giustificare atti di inammissibile violenza nei confronti di chi in divisa lavora in mare per la sicurezza di tutti”, ha sottolineato il procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio.

Dall’Ong provano a scaricare sugli altri le colpe di quello che è stato un atto politico forte: “Non avevamo scelta. Alla comandante non è stata data alcuna soluzione di fronte a uno stato di necessità dichiarato trentasei ore fa e quindi era sua responsabilità portare queste persone in salvo”, ha fatto sapere la portavoce di Sea Watch, Giorgia Linardi. “La violazione, ha aggiunto, è stata non del comandante, ma delle autorità che non hanno assistito la nave per sedici giorni”.

Per i migranti a bordo l’Italia ha ricevuto garanzie di accoglienza da cinque Paesi. Sulla vicenda è intervenuto il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, annunciando di aver ricevuto rassicurazioni che tutti gli immigrati saranno distribuiti in cinque Paesi: “Brilla per la sua assenza e il suo vergognoso menefreghismo il governo olandese, che ha dato una bandiera a una nave fuorilegge fregandosene di quello che l’equipaggio di questa nave è andato a fare in giro per il Mediterraneo”.

Il vicepremier ha poi evidenziato il “comportamento criminale della comandante della Sea Watch 3, che ha messo a rischio la vita degli agenti della guardia di finanza. Ha fatto tutto questo con dei parlamentari a bordo tra cui l’ex ministro dei trasporti. Incredibile”.

Sul caso è intervenuto anche il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli: “La situazione di pericolo è stata creata ad arte violando la legge della navigazione internazionale e anche la legge dello stato italiano da parte dell’equipaggio della Sea Watch”.

“Siccome siamo in uno stato di diritto la legge va rispettata, e di conseguenza è giustissimo il fermo applicato nei confronti del capitano della nave”, ha continuato il pentastellato.

Tra gli aspetti più inquietanti dell’intera vicenda, risalta l’atteggiamento a dir poco discutibile degli esponenti della sedicente sinistra italiana, muti e colpevolmente inconsistenti quando in nome del dogma finanziario europeista, l’Italia veniva deindustrializzata e impoverita. Gente pienamente organica al sistema di sotto-potere garante degli interessi del grande capitale finanziario speculativo e globalista che non ha mosso un dito davanti al massacro economico e sociale di un’intera generazione di giovani precari, disoccupati e giovani laureati italiani, costretti a dover accettare lo schiavismo della flessibilità o dell’emigrazione forzata.

Sono stati i diretti protagonisti della creazione della cosiddetta “sinistra trans-genica”, trasformando la sinistra da soggetto storicamente difensore dei diritti sociali delle fasce più deboli della popolazione in soggetto organicamente garante degli interessi del grande capitale finanziario speculativo e globalista.

Carola Rackete è uno strumento nelle mani di quei poteri globalisti che vogliono abolire il concetto stesso di confine e di Stato-Nazione-Comunità.

Che piaccia o meno a chi, a colpi di slogan vuoti e analisi mendaci vorrebbe “combattere” la povertà importando altri poveri, abolire lo schiavismo di ritorno facendo arrivare nuovi schiavi e addirittura abbattere la disoccupazione, causata dalle disastrose politiche iperliberiste degli ultimi trent’anni, ingrossando l’esercito dei disoccupati.