
E’ stato per anni il grande incubo dei colossi delle Pay TV e il Roobin Hood del popolo dello streaming gratuito, facendosi beffe di copyright e blocchi disposti dai tribunali di mezzo mondo. Sembrava imprendibile e capace di schivare trappoloni di ogni genere a colpi di cambi di dominio a ripetizione e cavilli di ogni tipo ma oggi è finito alla sbarra in Spagna, a La Coruna.
Stiamo parlando di Igor Seoane, mente e cuore pulsante di Rojadirecta, il sito pirata che trasmette eventi sportivi in streaming, capace di conquistare la notorietà a livello planetario.
Nel 2015 il Tribunale di Milano aveva ordinato a un importante fornitore italiano di connessione internet di inibire a tutti i propri clienti l’accesso al dominio it.rojadirecta.eu, vincolando l’azienda di tlc all’immediata rimozione di tutti i siti con nome “rojadirecta”, indipendentemente dal Paese in cui sono registrati.
Mediaset, che aveva già ottenuto dal Tribunale di Roma uno stop diretto al gestore del portale Rojadirecta e due ordini di sequestro del medesimo sito da parte della Procura della Repubblica di Milano, aveva sottolineato a suo tempo, in una nota stampa, “la particolare rilevanza giurisprudenziale in tema di lotta alla pirateria” della decisione dei giudici milanesi. Era da tempo nel mirino del Nucleo speciale frodi tecnologiche delle fiamme gialle e dei vertici del colosso Sky che ne ha più volte sottolineato l’impatto negativo sui suoi incassi. Guerra a Seoane era stata dichiarata da tempo anche in Gran Bretagna.
A riportare la notizia del suo arresto arresto è stato Mundo Deportivo.
Stamattina il capo di Rojadirecta è stato chiamato a rendere alcune dichiarazioni nel Tribunale de La Coruna, in Galizia, e successivamente è stato tratto in arresto. Ma, a quanto pare potrebbe esserci dell’altro dietro il provvedimento dei giudici spagnoli. Alcune fonti giudiziarie fanno sapere, infatti, che non vi sarebbe alcuna connessione con quanto emerso dalle recenti indagini sulla pirateria audiovisiva.