Una “congiunzione astrale” (questo il nome dell’indagine) ha scosso all’alba di questa mattina il Movimento Cinque Stelle, provocando la reazione decisa ed immediata del suo capo politico, il vicepremier Luigi Di Maio.
Marcello De Vito, presidente del Consiglio Comunale di Roma è stato arrestato con l’accusa di corruzione. I carabinieri di Via In Selci hanno perquisito il suo appartamento e alcuni uffici in Campidoglio. Perquisizioni anche all’Acea.
L’esponente grillino, questa l’ipotesi dei pm Barbara Zuin e Luigia Spinelli, avrebbe incassato direttamente o indirettamente delle elargizioni dal costruttore Luca Parnasi con la promessa di favorire il progetto collegato allo stadio della Roma.
La misura cautelare emessa dal gip del tribunale di Roma riguarda in tutto quattro persone. Per due indagati è stata disposta la custodia cautelare in carcere, per gli altri i domiciliari. Due imprenditori sono stati raggiunti, invece, dalla misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare l’attività.
Risultano indagati a piede libero gli imprenditori Toti, l’avvocato Virginia Vecchiarelli, Sara Scarpari amministratore della società Mdl srl, riconducibile a De Vito e Mezzacapo, e l’immobiliarista Giuseppe Statuto a capo dell’omonimo gruppo imprenditoriale.
Gli undici indagati sono accusati a vario titolo di corruzione, traffico di influenze illecite, evasioni di imposte e false fatturazioni.
De Vito e Mezzacapo si fecero promettere oltre 110mila euro dagli imprenditori Claudio e Pierluigi Toti e ne avevano incassati già 48mila in cambio dell’interessamento per un progetto di riqualificazione degli ex mercati generali di Ostiense.
“In concorso tra loro Mezzacapo e De Vito, è scritto nell’ordinanza, sfruttando le relazioni di quest’ultimo con soggetti chiamati ad intervenire nell’iter amministrativo relativo all’approvazione del Progetto di riqualificazione degli Ex Mercati Generali di Roma Ostiense di interesse della Lamaro Appalti, società del gruppo Toti, si facevano indebitamente promettere e quindi dare da Pierluigi e Claudio Toti della mediazione illecita finalizzata a ottenere un’interlocuzione diretta con il pubblico ufficiale nell’ambito del progetto immobiliare suindicato la somma di denaro di 110.620 euro corrisposta sotto forma di corrispettivo di incarico professionale conferito dalla società Silvano Toti Holding Spa allo studio legale di Mezzacapo e da quest’ultimo trasferito per l’importo complessivo di 48.800 euro su un conto intestato alla società MDL Srl di fatto riconducibile a Mezzacapo e De Vito”.
Durissima e fulminea la reazione di Luigi Di Maio, capo politico del M5S: “Marcello de vito è fuori dal movimento 5 stelle. Mi assumo io la responsabilità di questa decisione, come capo politico, e l’ho già comunicata ai probiviri”, scrive Di Maio su Facebook. Aggiungendo: “È un insulto a ogni attivista che si fa il mazzo”.
Di Maio si complimenta con i giudici e le forze dell’ordine: “De Vito non lo caccio io, lo caccia la nostra anima, lo cacciano i nostri principi morali, i nostri anticorpi. Ringrazio la magistratura e le forze di polizia per il lavoro che hanno svolto e che continueranno a svolgere quotidianamente”.
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Attraverso i social network è intervenuta anche Virginia Raggi, sindaco di Roma: “Nessuno sconto. A Roma non c’è spazio per la corruzione. Chi ha sbagliato non avrà alcuno sconto da parte di questa amministrazione. La notizia dell’arresto di Marcello De Vito è gravissima: ho piena fiducia nella magistratura e nel lavoro dei giudici. Una cosa è certa: nessuna indulgenza per chi sbaglia. Ho dichiarato guerra alla corruzione e respinto i tentativi di chi vuole fermare l’azione di pulizia che portiamo avanti. Qui non c’è spazio per ambiguità. Non c’è spazio per chi immagina di poter tornare al passato e contaminare il nostro lavoro. Avanti fino in fondo, senza se e senza ma, per la legalità”.
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Sulla vicenda si è espresso anche il senatore del M5S Nicola Morra, presidente della commissione Antimafia: “I fatti contestati a Marcello De Vito sono gravissimi. In questo momento, ancor più di prima, è necessario ribadire la piena e totale fiducia nell’operato della magistratura e delle forze dell’ordine. Non si può rimanere in silenzio. La corruzione è un male che colpisce in qualsiasi forza politica e bisogna essere intransigenti”.