Mateusz Piskorski

Esattamente un anno fa, il 18 maggio 2016, era stato arrestato un politico polacco, Mateusz Piskorski, ex membro del parlamento polacco e leader del partito Zmiana (“cambiamento”). Le autorità polacche lo avevano accusato di essere una spia per conto della Russia, e possibilmente anche della Cina e dell’Iran. Tuttavia, accuse formali non sono ancora state presentate. Piskorski è stato in carcere per un anno e, secondo i suoi amici ed i suoi collaboratori, è gravemente malato. Delle fonti riportano che di recente, il 25 aprile, sarebbe anche stato picchiato da un responsabile della sicurezza. L’uomo attualmente è in attesa di giudizio da parte della Procura Nazionale polacca, che secondo la legge del paese, dopo 12 mesi può decidere per il prolungamento dello stato di custodia cautelare.

L’arresto di Mateusz Piskorski ha provocato una scossa non solo in Polonia: a suo sostegno, infatti, si sono espressi anche molti intellettuali ed esperti in Russia e Bielorussia. L’uomo, laureato in scienze politiche, è noto per essere molto cauto nelle stime e nella politica patriottica, tuttavia, è stato accusato di spionaggio e di estremismo. Le autorità polacche, che erano già state accusate di violazione della democrazia da parte di Bruxelles, sono anche state accusate di repressione politica dell’opposizione – una sorta di nuova caccia alle streghe. Il governo polacco castiga con forza nel passato socialista, quando faceva parte del blocco socialista sovietico (Patto di Varsavia), ma al giorno d’oggi è il filone liberale filo-occidentale a perseguitare l’opposizione: nella Polonia socialista furono perseguitati gli attivisti filo-occidentali, mentre nella Polonia liberale è alquanto malvista la politica filo-russa.

Nelle cerchie dell’opposizione polacca, subito dopo l’arresto di Piskorski, era apparsa una spiegazione riguardo alle azioni repressive delle forze dell’ordine: nella capitale polacca, Varsavia, era stato programmato il vertice NATO (8-9 luglio 2016). Apparentemente, le autorità polacche avrebbero quindi avuto paura che le azioni dell’opposizione, le quali protestano contro l’adesione della Polonia alla NATO, potessero rovinare l’immagine euro-atlantica della Polonia. L’avversario più attivo della NATO in Polonia era appunto Mateusz Piskorski.

A favore di questa ipotesi vi è stato anche un esempio nella vicina Repubblica Ceca ed in altri paesi dell’Europa orientale (ex membri del Patto di Varsavia). Nel marzo 2015, nella Repubblica Ceca ed in altri Paesi europei, si era tenuta una marcia di dimostrazione delle truppe americane (chiamata “Dragoon Ride” dagli americani), e contro questa marcia, per le strade delle città ceche, erano sorte molte proteste da parte di comunisti a nazionalisti di destra, che l’avevano percepita come una marcia di occupazione. Il movimento più organizzato in questo senso è un gruppo di giovani nazionalisti e conservatori cristiani cechi, i Democratici del Popolo. Qualche tempo dopo, i leader del partito, Adam Bartos e Ladislav Zemanek, erano stati condannati a un anno di reclusione (sentenza sospesa) per un motivo completamente diverso, ovvero erano stati accusati di antisemitismo. Quando, nel 2016, si era tenuta un’altra Dragoon Ride nella Repubblica Ceca, nessun politico ceco aveva avuto il coraggio di protestare contro di essa.

Alcuni dei nuovi Stati membri dell’Unione Europea, come la Polonia, che hanno un passato culturalmente più legato all’Europa orientale, stanno cercando in tutti i modi di mostrare la loro identità europea e la liberazione dal loro passato nel blocco sovietico. Una parte di questa identità, secondo loro, va espressa con una sorta di amore cieco per la NATO e gli Stati Uniti, e con l’odio nei confronti della Russia.

Tuttavia, la reclusione del politico dell’opposizione Mateusz Piskorski è stato un gesto più affine ai regimi totalitari che alla democrazia alla quale fanno riferimento, come è stato anche dimostrato dalle accuse da parte di Bruxelles.

Silvia Vittoria Missotti