Si è tenuto lo scorso lunedì lo spettacolo “Dieci storie che potevano essere vere…”, dedicato al Massacro di Khojaly. L’evento, ospitato negli storici saloni di Palazzo Brancaccio, ha preso spunto dal libro “Khojaly, 20 anni. 10 storie che potevano essere vere”, da un’idea di Leyla Aliyeva, vice presidente della Fondazione Heydar Aliyev e iniziatrice della campagna internazionale “Giustizia per Khojaly!”.

L’iniziativa, dall’alto profilo culturale, è stata organizzata congiuntamente dall’Ambasciata dell’Azerbaigian in Italia e dall’associazione “Espressione d’Arte”, ed ha generato un grande interesse nel pubblico, riunendo rappresentanti del mondo politico, diplomatico, accademico, imprenditoriale e dell’informazione, per un totale di circa 250 persone.

Ad aprire la serata sono stati i saluti di benvenuto dell’Ambasciatore della Repubblica dell’Azerbaigian in Italia S.E. Mammad Ahmadzada, che ha ricordato i fatti che portarono alla Strage di Khojaly, a cominciare dall’attacco militare dell’Armenia contro l’Azerbaigian, e sottolineato che il grave episodio scaturitone ha rappresentato il culmine della violenza commessa contro il popolo azerbaigiano. Khojaly è un crimine contro l’umanità, e l’Ambasciatore ha evidenziato come l’impunità porti inevitabilmente a nuovi reati, da cui deriva l’importanza assoluta di una corretta valutazione politica e giuridica da parte della comunità internazionale di questo grave atto. Fondamentale è accrescere la conoscenza dei fatti, e a questo scopo in Italia si stanno organizzando vari eventi sul XXV anniversario del Massacro di Khojaly.

Si sono poi esibiti, sotto la direzione artistica di Pierluigi Ruggiero, violoncellista noto a livello internazionale, gli artisti, che hanno proposto le musiche originali e gli adattamenti musicali di Giuliano Di Giuseppe, direttore di numerose orchestre italiane. Insieme a loro, il violinista ungherese Zoltan Banfalvi e il chitarrista Luca Trabucchi. Voci narranti dell’evento sono stati gli attori Alessia Centofanti e Raffaello Mastrorilli.

L’esibizione è stata accompagnata da disegni di bambini sul conflitto, tratti dal libro “La guerra con gli occhi dei bambini”, da dettagli della campagna “Giustizia per Khojaly!”, e da immagini di memoriali sul massacro costruiti nel mondo, che riflettono il riconoscimento internazionale di quanto accaduto, così come da foto ufficiali di eventi di commemorazione svolti in Azerbaigian.

Calorosi sono ovviamente stati gli applausi del pubblico al termine del toccante spettacolo.

Dopo i saluti degli artisti, ha preso la parola il Senatore Sergio Divina, Presidente dell’Associazione Interparlamentare di Amicizia Italia Azerbaigian, che ha evidenziato come esistano dei circoli e degli ambienti che ostacolano la diffusione della verità sulla strage di Khojaly e ha sottolineato l’importanza di far conoscere alla comunità internazionale la verità su quegli eventi. Il Senatore ha affermato che bisogna guardare alla strage di Khojaly nell’ambito dell’occupazione delle terre azerbaigiane da parte dell’Armenia, sulla quale la comunità internazionale deve intervenire seriamente, per giungere ad una soluzione definitiva del conflitto nel rispetto dell’integrità dell’Azerbaigian.

In seguito anche il Dr. Antonio Stango, Presidente della LIDU, ha esaminato il tema del Massacro di Khojaly dal punto di vista del diritto internazionale. Ha ricordato che l’occupazione non riguarda solo il Nagorno Karabakh, ma anche 7 distretti azerbaigiani adiacenti, e ha rammentato ancora l’importanza per la comunità internazionale di porre finalmente un termine all’occupazione, anche confidando nella prossima presidenza italiana dell’OSCE.

Al termine, l’Ambasciatore ha nuovamente preso la parola per ringraziare quanti hanno contribuito al successo dello spettacolo, e il pubblico per la numerosa e calorosa partecipazione, ribadendo l’importanza della campagna internazionale “Giustizia per Khojaly!”, per una maggior consapevolezza su questa tragedia a livello internazionale. Ha infine concluso che l’Azerbaigian non smetterà mai di lottare contro la perdita delle sue terre e che farà sempre tutto quel che è lecito per ripristinare la sua sovranità ed integrità territoriale.