D’accordo, è pur sempre il primo turno – su 38 – di Campionato. Si può dire calcio d’agosto, insomma. Il Mondiale è finito poco più di un mese fa. Molti giocatori devono ancora trovare il rodaggio. Tanti allenatori devono amalgamare gli schemi e il bandolo della matassa in questo primissimo scorcio di Serie A.
Fatte queste doverose premesse, però, il primo weekend spezzatino di serie A, al netto dei recuperi di Milan-Genoa (lontanissimo, il 31 ottobre) e di Sampdoria-Fiorentina (più vicino, il 19 settembre), ha comunque lanciato e lasciato piccoli ma importanti segnali.
È stata la domenica della vittorie delle grandi, praticamente nello stesso modo. Soffrendo e, in parte, arrancando. Lo hanno fatto i Campioni d’Italia a Verona, che si sono portati a casa i tre punti al 93′ in rimonta. È questa è una notizia. Lo hanno fatto i vicecampioni d’Italia del Napoli, ma questo era più comprensibile, in casa della Lazio. E la Roma non è stata da meno, che è riuscita ad avere la meglio di un gagliardo Torino con una grande zampata di Dzeko. L’unica big che ha toppato l’esordio in campionato è stata l’Inter di Spalletti, caduta per suoi demeriti e per una direzione arbitrale per lo meno discutibile sotto il rigore Domenico Berardi e del Sassuolo.
Già, Dzeko, Berardi. La prima domenica di campionato che ci siamo messi alle spalle è stata subito dei centravanti. Tutti a segno, tranne Icardi e Cristiano Ronaldo, che comunque è uscito dal Bentegodi con una prestazione da pienissima sufficienza. Hanno segnato Milik, Insigne, e pure Immobile. In attesa delle seconde punte, i bomber dimostrano già di vedere bene la porta.
Si parte dalla Juventus, allora. Sembrata devastante contro un Chievo piccolo piccolo per oltre 30′ del primo tempo anche grazie a un modulo iper offensivo (insieme, contemporaneamente, Pjanic, Cuadrado, Douglas Costa, Cristiano Ronaldo, Dybala, più terzini offensivi come Cancelo e Alex Sandro), ha subito la rimonta avversaria guidati da un indemoniato Giaccherini, e poi ha risolto la complicata contesa più con la forza dei singoli, della rosa e degli episodi. Nonostante questo, comunque, prima di specchiarsi, la sua forza è apparsa a tratti imbarazzante, con un Cristiano Ronaldo meglio da seconda punta che da punta centrale, un Dybala apparso un po’ spaesato, un Mandzukic preziosissimo come prima punta.
Da segnalare, comunque, che i bianconeri non subivano più di una rete all’esordio di Campionato da 20 anni esatti. Dal debutto della stagione 1998-1999 (vittoria finale del Milan) in un Perugia-Juventus finito 3-4. I sette volte Campioni d’Italia si confermano implacabili nelle gare inaugurali della stagione, vinta cinque volte negli ultimi sei anni, così come Sami Khedira, a segno tre volte nei suoi quattro debutti italiani
Contro il Sassuolo di Roberto De Zerbi, l’Inter non conosce mezze misure. O ci sono vittorie eclatanti (due 7-0 consecutivi), o inaspettate sconfitte. Sette ko in 11 confronti, gli ultimi tre di fila, secondo 1-0 consecutivo al “Mapei stadium”. Nerazzurri, privi comunque di alcune pedine importanti, sono apparsi lontani dalla miglior forma e da un gioco fluido, e con un modulo nuovo, il 4-4-2 (perché Politano centrale di centrocampo?) per lo meno da rivedere. Inutile, però, creare allarmismi.
Esordio con il botto per il ritorno in Italia di Carlo Ancelotti dopo nove anni di assenza. Il suo Napoli è stato corsaro a Roma sponda biancoceleste con una prestazione a tratti ancelottiana, nel primo tempo, e a tratti sarriana, nella ripresa. Per l’idea di gioco del tecnico di Reggiolo, Milik dovrebbe essere una pedina fondamentale, e magari rivelarsi il miglior acquisto partenopeo degli ultimi due anni. E la sua mano già inizia, seppur ancora sbiadita, a intravedersi. Il tecnico partenopeo non perde all’esordio dalla stagione 2008-2009, l’ultima in Italia, in cui venne sconfitto alla prima di campionato dal Bologna al San Siro (1-2). Per la Lazio, invece, si tratta della prima sconfitta all’esordio dalla stagione 2002-2003 (2-3 a domicilio con il Chievo), e per la terza volta consecutiva il primo goal ufficiale è stato messo a segno da Ciro Immobile.
Da un bomber all’altro, perché, restando sulla sponda del Tevere, si passa a Edin Dzeko, che con una sua perla a fil di fischio finale ha regalato tre punti pesanti e meritati ai giallorossi, anche abbastanza sfortunati con tre legni colpiti (quattro totali in tutta la partita, di cui tre nel primo tempo. L’ultima volta è stato in Roma-Chievo ad aprile). E, sempre in tema di legni colpiti, la Roma non ne centrava tre in una unica partita dalla gara interna contro la Fiorentina dello scorso Campionato, tra l’altro finita con un ko. I ragazzi di Di Francesco hanno fatto una buona impressione, soprattutto nel primo tempo, mentre nella ripresa hanno sofferto il pressing alto degli uomini di Mazzarri, anche se goal irregolare di Iago Falque a parte, non hanno concesso molto.
Per il resto c’è da segnalare il poker dell’Atalanta al malcapitato Frosinone. Decisiva, nel posticipo di ieri, una doppietta di Papu Gomez, già a segno due anni fa contro i ciociari, in una gara davvero senza storia. Il colpo, fortunoso, della Spal in casa di un Bologna grintoso, un po’ sfortunato ma poco incisivo sotto porta, l’acuto della neopromossa Empoli (2-0 al Cagliari, dove c’è da annotare l’ottima prestazione del giovane Miha Zajc, che ha partecipato a quasi l’80 per cento delle conclusioni dei toscani), il frizzante pareggio 2-2 tra Parma e Udinese.