Il 9 agosto, in Bielorussia, hanno avuto inizio massicce proteste in seguito ai risultati delle elezioni presidenziali. Secondo la Commissione elettorale centrale del paese, le elezioni sono state vinte nuovamente da Aljaksandr Lukashenko con circa l’80% dei voti, mentre la candidata dell’opposizione, Svetlana Tikhanovskaya, ha ottenuto meno del 10%. Tuttavia, secondo l’opposizione, sarebbe in realtà la Tikhanovskaya ad avere vinto, e ciò ha dato inizio a numerose proteste che, nei primi giorni, sono state represse dalle forze dell’ordine. In seguito, la polizia ha cessato di usare la forza per disperdere i manifestanti. Secondo i dati ufficiali, nei primi giorni sono state arrestate più di 6700 persone. Il Ministero degli Interni della Bielorussia ha riferito che centinaia di persone sono rimaste ferite nel corso delle manifestazioni, tra cui 120 membri delle forze dell’ordine.
In seguito all’annuncio dei risultati delle elezioni, la Tikhanovskaya ha lasciato la Bielorussia alla volta della Lituania. Qui ha incontrato il vicesegretario di Stato degli Stati Uniti Stephen Bigan, che ha ringraziato per il sostegno di Washington alla sua causa. Secondo la Tikhanovskaya, le elezioni “non sono state né libere né eque”, e il presidente Lukashenko non godrebbe in realtà del sostegno della popolazione. Precedentemente, invece, Lukashenko aveva affermato che le rivolte sono state dirette dagli Stati Uniti in cooperazione con gli europei.
Il tema dell’attuale situazione in Bielorussia è stato anche recentemente oggetto di una telefonata tra Lukashenko e il presidente russo Vladimir Putin. “I presidenti hanno discusso anche della situazione all’interno del nostro Paese e sul circuito esterno, soprattutto in direzione occidentale” ha riportato il servizio stampa del capo di stato bielorusso. Altri argomenti della conversazione telefonica tra i due leader sono stati il vaccino contro il coronavirus e la cooperazione tecnico-militare tra i due paesi. La Bielorussia sarà infatti il primo paese a ricevere il vaccino russo “Sputnik V”, il primo vaccino per la prevenzione dal COVID-19 registrato al mondo, sviluppato presso il Centro di ricerca Gamaleya di Mosca.
Le proteste in Bielorussia sono state fortemente sostenute da Polonia, Lettonia e Lituania, mentre gli USA si sono limitati a dichiarazioni abbastanza vaghe riguardo a elezioni non democratiche e non libere. All’inizio dell’anno, il quotidiano americano The Washington Post aveva condotto un sondaggio tra i bielorussi per cercare di capire l’umore generale all’interno del Paese. Da quanto è risultato dal sondaggio, le principali preoccupazioni della popolazione riguardavano la sfera economica. Per quanto riguarda la sfera geopolitica, invece, la maggior parte degli intervistati ha detto di sentirsi più vicini alla Russia che all’Occidente, e di non considerare il colpo di stato avvenuto in Ucraina nel 2014 come un evento positivo per i loro vicini.
Va inoltre considerato che, dal lato economico, gli investimenti russi in Bielorussia superano la quota di tutti gli investimenti europei messi insieme. Nel 2019, il volume totale degli investimenti stranieri nel Paese ammontava a 1.0006,8 milioni di dollari, e il 45% di questo importo proveniva dalla Russia. Nonostante in questi ultimi anni il supporto economico della Russia alla Bielorussia sia diminuito (complici anche fattori politici), le relazioni tra i due paesi rimangono sostanzialmente stabili.
Sergej Agibalov, capo del settore Economia e Finanza presso l’Istituto di energia e finanza di Mosca, ha stimato che il volume totale dei sussidi russi alla Bielorussia con forniture energetiche preferenziali, dall’inizio degli anni 2000 al 2016, ammonta a quasi 100 miliardi di dollari, cioè oltre il 200% del PIL bielorusso del 2016. I sussidi per il gas tra il 2001 e il 2016 ammontavano a 49,4 miliardi di dollari, mentre quelli per il petrolio a 46,9 miliardi. Non si tratta di prestiti restituiti con gli interessi, bensì di benefici riguardanti petrolio e gas che hanno avvantaggiato la Bielorussia, mentre per il bilancio della Federazione Russa sono perdite indirette irrecuperabili.
La Bielorussia non si è mai sforzata di avvicinarsi o di entrare a far parte dell’Unione Europea o della NATO. Pertanto, è molto improbabile che in Bielorussia si verifichi un Maidan come è avvenuto in Ucraina.
Silvia Vittoria Missotti