Black Friday a braccia incrociate per i dipendenti Amazon. Nel giorno simbolo del consumismo sfrenato, con merce in vendita a prezzi stracciati, c’è anche chi rivendica diritti e tutele senza svendite e saldi. Sarà la prima giornata di sciopero delle lavoratrici e lavoratori italiani di Amazon. L’astensione dal lavoro inizierà con il turno mattutino di venerdì 24 novembre e terminerà all’inizio del medesimo turno, la mattina di sabato 25 novembre.
Nel centro di Castel San Giovanni (Piacenza), aperto dieci anni fa con un centinaio di dipendenti, lavorano attualmente quattromila impiegati: duemila con contratto a tempo indeterminato e altrettanti con contratti di lavoro somministrato per affrontare i picchi di lavoro.
“Non c’è stata da parte di Amazon Italia, denunciano i sindacati, alcuna apertura concreta all’aumento delle retribuzioni o della contrattazione del premio aziendale, considerando anche la crescita enorme di questi anni. I ritmi lavorativi non conoscono discontinuità, le produttività richieste sono altissime e il sacrificio richiesto non trova incremento retributivo oltre i minimi contrattuali”.
Ugl, Fisascat, Filcams e Uiltucs evidenziano le condizioni proibitive di lavoro dei dipendenti. “In fabbrica ci si ammala, afferma Francesca Benedetti, segretaria generale della Fisascat Cisl di Parma-Piacenza, per l’ossessione dell’iper produttività”.
Accuse respinte al mittente dalla multinazionale con sede a Seattle.
“I salari dei dipendenti di Amazon sono i più alti del settore della logistica e sono inclusi benefit come gli sconti per gli acquisti su Amazon.it, l’assicurazione sanitaria privata e assistenza medica privata”, afferma in una nota Amazon Italia.
“Amazon offre inoltre opportunità innovative ai propri dipendenti, si legge ancora nella nota, come il programma Career Choice, che copre per quattro anni fino al 95% dei costi della retta e dei libri per corsi di formazione scelti dal personale”.
“In Italia, così come avviene negli altri Paesi in Europa in cui siamo presenti, rimarca la società, manteniamo relazioni con le rappresentanze dei lavoratori e le organizzazioni sindacali; allo stesso tempo portiamo avanti la nostra politica di porte aperte che incoraggia i dipendenti a trasferire commenti, domande e preoccupazioni direttamente al proprio management team. In questi anni ci siamo impegnati a costruire un dialogo continuo e una positiva cooperazione con tutti i dipendenti e a creare un ambiente attento e inclusivo nei nostri luoghi di lavoro”.
La filosofia del gigante dell’e-commerce traspare tutta dalle parole del general manager del centro Amazon piacentino, Salvatore Schembri Volpe.
“Non siamo in grado di prevedere quale sarà l’adesione allo sciopero, osserva il general manager, ma non siamo preoccupati. Manterremo le promesse nei confronti dei nostri clienti anche per il Black Friday”.
Tra i pensieri espressi sullo sciopero in casa Amazon Italia, sta facendo molto discutere quello di Pier Michele Girola.
Parole vergognose quelle dell’ex capo redattore del Il Sole 24 ORE e di Famiglia Cristiana, postate sul social Facebook, che dimostrano quanto certe celebrate penne siano lontane dai problemi dei lavoratori e dalla realtà quotidiana di molti stabilimenti delle multinazionali.