La Francia continua a fare spesa a prezzi di saldo in Italia. Con una mossa tutta finanziaria, la francese Salins du Midi ha messo le mani sulle saline di Sant’Antioco e quelle di Margherita di Savoia, quest’ultima la più grande in Europa con i loro 4.500 ettari di specchi d’acqua.
La nuova proprietà è uno dei più forti gruppi mondiali operanti nel settore, ed è già presente in Italia. Dal 1981 ha acquisito Compagnia italiana sali (Cis) con sede in provincia di Rovigo. A dare la notizia è stato l’ex governatore sardo Mauro Pili.
Il pacchetto sardo pugliese è stato gestito direttamente dal Monte dei Paschi di Siena. Un debito da saldare della società titolare delle saline, ha consentito una sorta di Opa francese senza troppi fronzoli.
Sembra che qualcuno abbia anche tentato di opporsi in sede di offerte ma Monte dei Paschi non ha sentito ragioni, affidando ai francesi i due compendi esclusivi, 4.500 ettari quello di Margherita di Savoia, 1.500 quello di Sant’Antioco. Produzione complessiva 700.000 tonnellate e giro d’affari da 30 milioni di euro l’anno.
L’ingresso ufficiale di Salins è atteso nei prossimi giorni al massimo ai primi di ottobre.
L’operazione, come riferisce Unidos sulla sua pagina ufficiale, si è chiusa segretamente a fine agosto, ma l’arrivo di Macron in Italia ha di fatto apposto il sigillo all’operazione. Le saline sarde di Sant’Antioco diventano a tutti gli effetti francesi nel silenzio assordante del premier Conte e del suo governo, subalterni non solo in Europa all’inquilino dell’Eliseo.
Lo scippo legalizzato francese alla Sardegna e alla Puglia è stato messo a segno attraverso un debito (garantito da azioni) che Atisale, controllata da Salapia, ha maturato verso il Monte Paschi di Siena. Agli uomini di Macron sarebbero bastati la miseria di 5,4 milioni per aggiudicarsi la gara lanciata da Mps con cui ha ceduto crediti per 16,7 milioni erogati a Salapia-Atisale. A garanzia dei crediti erano state rilasciate nel 2011 fidejussioni e pegni sul 100% di azioni Atisale e sul 77,44% di azioni Salapia.
L’escussione delle garanzie ha fatto il resto con Salins che acquisisce il controllo delle due società perché i crediti messi sul mercato da Mps sono appunto legati ad azioni delle due società.
“Nessuno sa, scrive Mauro Pili, se l’operazione sia un rastrellamento a basso costo di saline sparse in giro per l’Europa per dominare il mercato e mettere sotto scacco l’intero sistema del sale, che ovviamente non riguarda solo quello che si consuma a tavola, ma che costituisce materia prima per molte altre lavorazioni da quella farmaceutica a quella chimica, da quella industriale a quella salutista. Di certo è inesistente questa giunta regionale che non ha il minimo controllo su queste vicende, l’ultimo intervento sulla gestione delle saline risale alla mia giunta nel 2003”.
Il combattivo onorevole sardo evidenzia anche la sostanziale incapacità di contrastare il piano francese del governo M5s-Lega.
Le saline marine di Sant’Antioco in Sardegna risalgono all’età romana si affacciano sul golfo di Palmas e si estende per 20 km lungo la costa tra la località di Porto Pino fino all’istmo di Sant’Antioco.
Il rischio è che Salins prenda marchio e mercato e faccia tabula rasa delle attività a partire da quelle sarde. Il rischio c’è ed è sotto gli occhi di tutti.
“La cessione del credito ai francesi senza che nessuno muovesse un dito lascia capire con chi abbiamo a che fare. E l’isola del sale nell’isola del sole perda l’ennesima materia prima del suo sviluppo mancato”, conclude Pili.