E’ decollato dall’aeroporto Viru Viru di Santa Cruz, in Bolivia, poco dopo le 22 ora italiana, l’aereo che porterà domani in tarda mattinata Cesare Battisti in Italia.
La Bolivia ha immediatamente dato seguito al decreto di espulsione per ingresso illegale nel Paese. E’ saltato l’accordo siglato qualche tempo fa col Brasile che prevedeva una pena a 30 anni al posto dell’ergastolo, a cui si stavano appellando i sostenitori dell’ultimo minuto di Battisti.
Era stato il premier Conte ad annunciare sul suo profilo Facebook che l’ex terrorista dei Proletari armati per il comunismo sarebbe rientrato in Italia direttamente dalla Bolivia. Conte ha detto di aver parlato al telefono con il presidente brasiliano, Jair Bolsonaro, che ha ringraziato assieme alle autorità boliviane.
Posted by Giuseppe Conte on Sunday, January 13, 2019
Battisti “alle 12.30 di domani arriva a Ciampino. Prima mette piede in galera e meglio è per tutti quanti”. Lo ha detto il ministro dell’Interno Matteo Salvini a ‘Non è l’arena’ su La7. Salvini sarà presente a Ciampino. E ancora: “Chiederò domani stesso al presidente del Consiglio Conte di scrivere al presidente Macron perché la Francia ci restituisca alcuni delinquenti”.
Aereo con Battisti decollato adesso direzione Italia: sono orgoglioso e commosso!
Posted by Matteo Salvini on Sunday, January 13, 2019
A Ciampino sarà presente anche il Guardasigilli, Alfonso Bonafede. Battisti, una volta sceso dall’aereo, sarà preso in consegna dagli uomini del Gom, il gruppo operativo mobile della polizia penitenziaria che lo tradurrà al carcere di Rebibbia.
Quello degli “anni di piombo” è un periodo complesso e ancora troppo pieno di ombre per poter essere trattato in maniera sintetica. Alle azioni genuinamente rivoluzionarie e alle lotte del movimento operaio italiano e dei gruppi giovanili sia di sinistra che di destra, si sono spesso mescolate ed affiancate condotte delinquenziali ed operazioni dei servizi segreti nazionali e stranieri che hanno affogato nel sangue decine di vite, stabilizzando gli assetti di potere politici, affaristici e criminali.
Cesare Battisti è una delle tante figure opache, a metà tra la criminalità e la lotta armata, che hanno attraversato quella stagione, lasciandosi dietro una scia di morte, di odio ma anche di misteri.
Qualche considerazione su chi si è azzardato anche solo a tentare di fare un accostamento assolutamente ridicolo ed improponibile. La distanza tra La Higuera e Santa Cruz è ben più ampia dei 150 km in linea d’aria che le separano. Tra il 1967 e il 2019 esiste un abisso. E fare paragoni tra Che Guevara e Cesare Battisti, vuol dire non essere semplicemente somari ma cretini fosforescenti con qualche lampo di imbecillità (ci scusiamo con Marinetti per tale prelievo forzoso). Se le alture della Bolivia rendono faticoso il respiro, i fanatismi fanno diventare claudicante e miope la memoria.
Cesare Battisti ha goduto per decenni della protezione dei servizi segreti e del Governo francese, che ne hanno garantito l’impunità per loro interessi, prima proteggendone la latitanza a Parigi e successivamente esercitando forti pressioni sul governo progressista brasiliano di Lula.
La cosiddetta “dottrina Mitterand” ha poco di romantico. I terroristi ospitati in Francia hanno spesso agito come agenti della destabilizzazione al servizio di poteri oligarchici. La vicinanza dell’ultra-sionista e liberista sfrenato Bernard-Henri Lévy, vero ideatore della strategia criminale delle Primavere Arabe, e di molti intellettuali e scrittori espressione delle classi agiate, dovrebbero dimostrare anche al più irriducibile degli illusi la vera natura e l’effettivo ruolo di questo sedicente combattente per la rivoluzione, con le mani sporche di sangue innocente e la passione per i salotti buoni.