Gli economisti Claudio Borghi e Nino Galloni smontano la tesi di Draghi sulla presunta illegalità dei minibot e sul loro rapporto con il debito.

Nella seduta del 28 maggio la Camera ha approvato un atto di indirizzo che impegnava il governo su molti fronti, tra i quali anche l’eventuale assunzione di “iniziative per l’ampliamento delle fattispecie ammesse alla compensazione tra crediti e debiti della pubblica amministrazione, oltre che la cartolarizzazione dei crediti fiscali, anche attraverso strumenti quali titoli di Stato di piccolo taglio”.

La mozione è stata il frutto di una lunga trattativa tra i capigruppo allo scopo di unificare i differenti testi presentati ed è stata votata all’unanimità. Il Pd, dopo la votazione, si è auto-sconfessato, dichiarandosi contrario ai minibot.

“So bene che è vietato introdurre monete parallele, sarebbe un disastro. La mia proposta è quella di introdurre uno strumento esigibile per il pagamento di debiti della pubblica amministrazione. Dunque non sarebbe nuovo debito, ma la cartolarizzazione di crediti esistenti”. Lo sostiene, in un’intervista a ‘La Stampa’, il deputato ed economista della Lega Claudio Borghi.

Giovedì il presidente della Bce, Mario Draghi, aveva dichiarato che i minibot “o sono un’altra moneta e quindi illegali oppure sono altro debito”, aggiungendo di “non vedere una terza possibilità”.

Secondo Borghi, invece, tale possibilità esiste e un provvedimento di questo tipo “sta nel contratto di governo”.

“Lo faremo con la legge di bilancio, se riusciremo a realizzare la flat tax eliminando deduzioni e detrazioni, e riconoscendo i crediti di imposta che verranno meno attraverso i minibot”, aggiunge il deputato leghista.

Riguardo la presunta intenzione di uscire dalla moneta unica, Claudio Borghi rivendica il diritto “di discutere dell’euro e dei suoi limiti”.

Quello dei minibot uno strumento compatibile con i Trattati europei. Non si tratta infatti di nuova moneta bensì, formalmente, di “titoli di stato di piccolo taglio” espressi in euro, senza interessi e privi di scadenza, tra l’altro senza alcuna incidenza sull’ammontare del debito pubblico. Anche se cartacei, i minibot non sarebbero incompatibili coi Trattati europei.

L’art. 128 del Trattato sul funzionamento dell’Ue stabilisce che “le banconote emesse dalla Banca centrale europea e dalle banche centrali nazionali costituiscono le uniche banconote aventi corso legale nell’Unione”, e poco prima chiarisce che è solo la Bce ad avere “il diritto esclusivo di autorizzare l’emissione di banconote in euro all’interno dell’Unione”.

Anche Nino Galloni contesta la presa di posizione di Draghi nel corso di una interessante video-chat su YouTube con Marco Moiso.

“Draghi dice che i minibot o sono illegali o generano stock di debito? I minibot sono titoli di pagamento a valere su debiti già maturati e contabilizzati dalla pubblica amministrazione. Quindi si tratta solo di dare luogo all’erogazione: è un problema di liquidità, non di debito”, ribatte l’economista romano.

Sulla loro presunta illegalità, Galloni ha idee ben diverse dal presidente della Bce: “Ciò che la legge proibisce è vietato (esempio: che uno Stato emetta euro, o comunque moneta a corso legale in tutta l’Unione Europea, perché su questo abbiamo demandato la competenza alla Bce). Ma ciò di cui non parla, la legge, nella fattispecie, il Trattato di Lisbona, è ammissibile. Se una amministrazione proibisce alle auto la circolazione nel centro storico nel weekend, non è che ci dev’essere anche una Mario Draghi legge che autorizzi espressamente la circolazione dal lunedì al venerdì”. La moneta locale parallela, non citata dal Trattato di Lisbona, non è quindi neppure proibita.

“I minibot, chiarisce ancora l’ex collaboratore di Federico Caffè, sono stati congegnati come mezzi di pagamento fiduciari: chi li riceve lo fa di propria volontà. Cioè: un creditore (un’azienda in difficoltà, che attende di essere pagata da una pubblica amministrazione) può accettare questi minibot, a saldo parziale o totale del suo credito. Accetterà? Lo farà se poi ci farà qualcosa, con questa liquidità, altrimenti sarebbe carta straccia. Sicuramente ci potrà pagare le tasse, perché l’emettitore – lo Stato – dovrà accettare i minibot come pagamento delle tasse”.

Ma è la conclusione del ragionamento di Nino Galloni ad essere particolarmente rilevante dal punto di vista politico ed economico: “Sottolineo peraltro un aspetto importante del discorso di Draghi, la prima parte della sua negazione. Lui dice: ‘Se i minibot sono valuta, allora sono illegali’. Vero, ma i minibot – appunto – non sono valuta (non sono convertibili, né spendibili fuori dall’Italia). E quindi Draghi cosa dice, implicitamente? Dice che queste emissioni, se non sono a debito, sono un mezzo monetario. Quindi riconosce chiaramente che si possa creare una moneta ‘non a debito’. E allora mi domando: perché loro creano solo moneta a debito, attraverso la Bce?”.

 

UN COMMENTO

  1. A prescindere dalla reale fattibilità dei mini bot, c’è da riconoscere a questo Governo, di avere per la prima volta dal 1981, consentito di parlare e di riflettere su sistemi di pagamento diversi dal debito. Per questo ha tanto spaventato gli Euroinomani. PD in testa.

Comments are closed.