Il terrorismo di matrice fondamentalista ci ha ormai abituati alla sua sinistra simbologia. Per esempio, nel caso degli attentati di oggi, avvenuti a Bruxelles, il significato è molteplice. Si vuole rivendicare la cattura di Salah Abdeslam, arrestato solo pochi giorni fa proprio nei dintorni di Bruxelles. Si vuole dimostrare la capacità delle cellule facenti capo allo Stato Islamico d’organizzare con successo un attentanto così sanguinoso nel giro di pochi giorni. Si vuole dimostrare che la retata che ha portato alla presa di Salah non ha comunque decapitato la struttura terroristica dell’ISIS in Belgio, tant’è che quest’ultima è stata perfettamente e prontamente in grado di reagire. Si vuole, ancora, dimostrare come Daesh, o Stato Islamico, o ISIS, siano addirittura capaci di colpire la capitale sia dell’Unione Europea che della NATO, dal momento che ospita le strutture di vertice di entrambe le istituzioni. E, infine, si vuole dimostrare come il terrorismo (altrimenti non si chiamerebbe in questo modo) riesca ad incidere profondamente nelle nostre vite, costringendoci a rinchiuderci nelle case o ad affrontare anche i gesti più quotidiani con la paura di rimanere vittime di qualche attacco. Perchè il terrorismo non colpisce solo i centri più nevralgici di una città, ma anche i suoi luoghi più periferici ed insospettabili, e negli orari più impensabili: può essere l’aeroporto o qualche importante monumento, ma anche il discount o la metropolitana sotto casa. Così da nessuna parte ci si sente più sicuri.

Prima ci sono state due esplosioni all’aeroporto di Zaventem, alle otto del mattino, che hanno provocato la morte di almeno 14 persone. A quanto pare ad agire sarebbe stato un attentatore suicida. Un’ora dopo è esplosa un’altra bomba nel centro della capitale belga, alla fermata della metropolitana di Maelbeek, vicino alle istituzioni europee, con un bilancio di venti morti. I feriti sarebbero ormai più di cento e, secondo il nostro ambasciatore, tra di loro vi sarebbero almeno tre italiani, fortunatamente solo con ferite lievi. Lo Stato Islamico ha prontamente provveduto a rivendicare gli attentati, attraverso l’Amaq News Agency, un network che gli è politicamente attiguo. In totale i morti sono stati 34.

Due persone sospette sono state arrestate ad un miglio dalla stazione di Maelbeek, ma altre cinque individuate dalle telecamere della videosorveglianza continuano ad essere ricercate. Serpeggia, in tutta la città ed il paese, il timore di nuovi attacchi terroristici: c’è stata l’allerta bomba all’Ospedale di Saint-Pierre, dove sono state peraltro ricoverate molte delle persone rimaste ferite dagli attacchi di stamattina, oltre allo stesso Salah Abdeslam subito dopo la sua cattura.

Le esplosioni a Zaventem sono avvenute nella hall delle partenze, al terminal A, accanto al banco della American Airlines e della Brussels Airlines. Erano circa le otto del mattino e i passeggeri pullulavano: è stata letteralmente una strage. E poteva andare persino peggio, perchè poco dopo le forze dell’ordine hanno rilevato un terzo ordigno inesploso: qualora anch’esso fosse scoppiato, probabilmente adesso il bilancio delle vittime sarebbe ben superiore. Secondo l’agenzia di stampa belga, prima delle esplosioni si sarebbero sentiti spari ed urla in arabo. Anche per questa ragione si teme che vi siano ancora attentatori dentro lo scalo dell’aeroporto.

Alle 9.15, infine, vi è stata la terza esplosione, quella che ha riguardato la stazione della metropolitana a Maelbeek, ad un tiro di schioppo dalle sedi comunitarie. Dalla stazione, secondo le testimonianze, sarebbero uscite persone completamente in preda al panico, che urlavano e che erano tutte insanguinate. Una delle due uscite di questa stazione porta proprio alla sede della Commissione Europea, mentre l’altra a quella del Consiglio Europeo. Subito sono state chiuse tutte le stazioni della metropolitana ed è stata evacuata la stazione centrale, dove comprensibilmente si temeva un altro possibile attentato. La Commissione Europea ha avvertito tutti i suoi funzionari di rimanere a casa o di non uscire dagli uffici.

Purtroppo questi attentati non sono stati un fulmine a ciel sereno. Già nei giorni scorsi la Procura belga aveva lanciato l’allarme. Il primo ministro Charles Michel ha detto che “è un momento di tragedia, un momento nero. Temevamo un attacco ed è successo. Si tratta di attentati ciechi, violenti e vigliacchi”. Il livello d’allerta in tutto il Belgio è stato elevato al quarto grado, il massimo. È stato applicato il “piano catastrofi” in tutto il paese. Bruxelles in questo momento è una città isolata, con metro e stazioni chiuse. I voli sono stati sospesi e non si può raggiungere l’aeroporto nemmeno dalle stazioni, mentre intorno alla città si vanno allestendo i vari posti di blocco. Le autorità hanno chiesto ai cittadini di evitare gli spostamenti, mentre il Palazzo Reale è stato chiuso per un pacco sospetto. Il Presidente della Regione Bruxelles-Capitale, Rudi Vervoort, ha dichiarato poco fa che “il piano di emergenza è stato attivato”.

Anche nella vicina Francia l’allerta è massima. A Parigi è stata evacuata la Gare du Nord, la stazione ferroviaria da cui normalmente partono i treni verso Bruxelles. L’ordine è sopraggiunto dopo il rinvenimento di un altro pacco sospetto. Attualmente la stazione e tutti i collegamenti ferroviari fra la Francia ed il Belgio sono ridotti al minimo vitale.

Massimi i provvedimenti di sicurezza intrapresi anche dalle compagnie aeree. Alitalia ha bloccato tutti i voli da e per Bruxelles, mentre il Ministero dei Trasporti russo ispezionerà tutti gli aeroporti della Russia per controllare il livello di sicurezza dopo gli attacchi verificatisi nella capitale belga. Lo ha datto alla TASS il Ministro Maxim Sokolov. Può apparire una misura estrema, soprattutto considerando quant’è vasta la Russia; ma non dovremmo dimenticarci come il paese abbia dovuto confrontarsi dolorosamente, negli anni scorsi, coi terroristi del Daghestan e della Cecenia. I drammatici episodi di Bruxelles risvegliano nelle menti dei russi il ricordo degli altrettanto drammatici attentati verificatisi a Mosca negli anni passati, e portano la Russia ad elevare il grado di cautela oltre che ad esprimere nei confronti del Belgio il più sentito cordoglio.

Pure a Roma ed in altre città italiane s’è deciso di prendere dei provvedimenti a tutela dell’ordine pubblico e dei cittadini, onde prevenire possibili azioni terroristiche. Sono stati potenziati tutti i controlli anti-terrorismo già messi in atto nei mesi scorsi, in particolare nei centri nevralgici come le metropolitane, le stazioni ferroviarie e gli aeroporti.

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha dichiarato: “Gli ultimi, gravissimi attentati di Bruxelles confermano tragicamente che l’obiettivo del terrorismo fondamentalista è la cultura di libertà e democrazia. Esprimo il mio cordoglio per le vittime e la più decisa condanna per gli esecrabili atti di violenza. Va ribadita la ferma convinzione che la risposta alla minaccia terroristica deve trovare saldamente uniti i Paesi dell’Unione Europea”. Ha poi aggiunto: “Occorre affrontare questa sfida decisiva con una comune strategia, che consideri la questione in tutti i suoi aspetti: di sicurezza, militare, culturale, di cooperazione allo sviluppo” e “In gioco ci sono la libertà e il futuro della convivenza umana”.

Il Papa, Francesco, ha invece parlato di “violenza cieca”, mentre il premier Matteo Renzi ha sottolineato come “i terroristi hanno seguito un copione triste colpendo i luoghi della vita di tutti i giorni” e che gli attentati “si sono verificati a qualche centinaio di metri dalle istituzioni europee. È arrivato il momento di dire senza giri di parole che la minaccia è globale ma i killer sono anche dentro le città. I killer si nascondono nelle periferie, protetti da certe zone urbane. Occorre un progetto di sicurezza senza quartiere senza sosta” ed ancora che “l’UE vada fino in fondo, serve una struttura unitaria di sicurezza e difesa. È dal ’54 che si litiga sulla sicurezza comune”.