Cala la mannaia giudiziaria sul “Patto del Nazareno”, recentemente riesumato alle elezioni amministrative siciliane. Il presidente della regione Calabria Mario Oliverio, del Pd, il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto, di Fi, aspirante candidato governatore, e l’ex consigliere regionale del Pd Nicola Adamo, hanno ricevuto, insieme ad altre 17 persone, un avviso di garanzia dalla Procura di Catanzaro.
Per gli esponenti politici coinvolti si ipotizzano, a vario titolo, i reati di associazione a delinquere, frode nelle pubbliche forniture, turbative d’asta e corruzione.
Il presidente della Calabria, più volte celebrato dal suo partito per il suo modello di “buon governo”, è ritenuto “il referente politico istituzionale degli associati, nonché degli amministratori pubblici e degli imprenditori in ordine agli sviluppi delle procedure di gara pubbliche bandite dalla Regione e di interesse dell’associazione, nonché alle vicende politiche e istituzionali correlate”. Un altro intralcio, dopo quello umbro, lungo il nuovo percorso dei “dem” annunciato da Zingaretti.
Dell’associazione a delinquere farebbero parte anche il dirigente della Regione Luigi Giuseppe Zinno, il direttore generale delle Ferrovie della Calabria Giuseppe Lo Feudo e gli imprenditori Pietro Ventura e Rocco Borgia.
Al centro delle articolate indagini, tre maxi-progetti del cosentino: la metro-leggera di Cosenza-Rende, il nuovo ospedale della città e il Museo di Alarico. Secondo gli investigatori, i primi due appalti sarebbero stati viziati da una serie di turbative d’asta, frodi nelle pubbliche forniture ed episodi di corruzione, anche grazie a “uomini di fiducia” che l’ex consigliere Adamo sarebbe riuscito a piazzare all’interno dell’amministrazione.
Il terzo appalto, il Museo di Alarico, sarebbe stato invece il “prezzo” pagato ad Occhiuto in cambio del proprio assenso al progetto per la metro-leggera, al quale da sindaco si era mostrato strenuamente contrario.
Uno dei capitoli dell’inchiesta, stando a quanto è trapelato, riguarda anche le presunte manovre che avrebbero condizionato il primo mandato da sindaco di Occhiuto, conclusosi anticipatamente per le dimissioni di numerosi consiglieri comunali.