Il Governo è al lavoro per scongiurare gli effetti del caro-bollette. Dopo l’allarme lanciato dal ministro per la Transizione Ecologica Roberto Cingolani, si attende il varo di misure finalizzate ad evitare ai cittadini la “mazzata” sulle bollette di luce e gas che scatterebbe dal prossimo 1 ottobre. Almeno 3 miliardi e mezzo di euro potrebbero essere stanziati per contrastare il caro-bollette, ma per saperne di più si dovranno attendere i prossimi giorni.

L’esecutivo di Draghi starebbe pensando ad una riforma compiuta degli oneri generali di sistema per alleggerire il fardello di voci che gravano in bolletta e nella prospettiva più ampia di trasferire sotto la fiscalità generale gli oneri per il sostegno alle energie rinnovabili.

L’Arera ha già evidenziato la necessità di eliminare in bolletta ‘gli oneri non direttamente connessi agli obiettivi di sviluppo ambientalmente sostenibile e quelli finalizzati al contrasto della povertà energetica’, come i costi relativi allo smantellamento delle centrali nucleari dismesse o come gli oneri a copertura del regime tariffario speciale riconosciuto alla società Rfi per i consumi di elettricità sulla rete tradizionale.

Tre sono le principali cause alla base dei rincari: l’ascesa dei prezzi delle materie prime dovuta alla ripresa economica su scala globale, le ridotte forniture di gas, in particolare quelle dalla Russia, e la crescita dei prezzi dei permessi di emissione di CO2, chiamati con un acronimo Ets (Emission Trading Scheme).

L’aumento, per una famiglia tipo, sarebbe equivalente a 247 euro su base annua. “Un rincaro così astronomico, afferma Marco Vignola, responsabile del settore energia dell’Unione Nazionale Consumatori, sarebbe un serio freno alla ripresa economica, innalzando i costi delle imprese e gravando pesantemente sulle tasche delle famiglie, con effetti deleteri sulla ripartenza dei consumi“.

Per Vignola “Governo e il Parlamento devono comunque porre subito rimedio, decidendo di destinare i proventi delle aste di mercato dei permessi di emissione di CO2 all’abbassamento delle bollette, eliminando gli oneri di sistema oramai superati, come quelli per la messa in sicurezza del nucleare o le agevolazioni tariffarie riconosciute per il settore ferroviario, spostando sulla fiscalità generale gli altri, come gli incentivi alle fonti rinnovabili, che ora invece finiscono in fattura“.