
È stata una prima volta importante e di grande valore simbolico ma è scivolata via senza troppe attenzioni, in un dibattito politico e giornalistico completamente monopolizzato dalle questioni Sea Watch e Tav. Il Presidente del Senato Elisabetta Casellati è intervenuta il 30 gennaio nella seduta plenaria del Consiglio della Federazione Russa, la Camera alta del sistema parlamentare russo formata da rappresentanti delle entità territoriali che compongono la Federazione. È stata la prima volta che a un Presidente del Senato della Repubblica italiana è stata riservata la possibilità di prendere la parola nell’aula del Consiglio. Un fatto significativo che conferma i cambiamenti tutt’altro che irrilevanti dell’esecutivo gialloverde in politica estera.
“La mia presenza qui oggi, ha esordito il presidente del Senato rivolgendosi ai membri del Consiglio della Federazione, si inserisce nel quadro degli eccellenti rapporti che legano il vostro paese al mio: politici economici, culturali ai quali ritengo che la diplomazia parlamentare possa dare un utile contributo. Sono relazioni che affondano le loro radici nella storia: non solo nei frequentissimi scambi fra letterati, pensatori, artisti dei due paesi, ma anche sul piano dei rapporti strettamente politici”.
“Se mi consentite una notazione di carattere personale, ha aggiunto Casellati ponendo l’accento sui segni tangibili del rapporto antico tra Italia e Russia, a tali rapporti sono in qualche modo costretta a pensare ogni mattina quando vado nel mio ufficio a Palazzo Giustiniani. È un palazzo storico di Roma nel quale furono scritte pagine importanti della storia italiana, nel quale fu promulgata la Costituzione della Repubblica, e che oggi ospita la Presidenza del Senato. Ebbene, salendo le scale del palazzo ogni giorno mi accoglie una lapide, scritta in russo e in latino, che ricorda che in quel palazzo soggiornò lo Zar Nicola I, in visita a Roma nel 1845, dal papa Gregorio XVI; due anni dopo, nel 1847, lo Zar sottoscrisse un concordato con lo Stato Pontificio, uno fra i primi nella storia per un paese non cattolico”.
Con diversi spunti di riflessione, è stato anche il passaggio di Elisabetta Casellati sulla comune appartenenza al “sistema di valori europeo”. Anche se per quanto ci riguarda, quando si parla di Russia, si deve necessariamente ragionare in termini di Eurasia. Negare, ignorare, sottovalutare o sminuire la componente asiatica della cultura, del pensiero, della storia e della politica russa, significa non coglierne elementi essenziali e peculiari.
“La tradizione di visite e incontri al più alto livello è dunque antica, precedente addirittura all’Unità nazionale italiana, ha spiegato l’ex componente del Consiglio superiore della magistratura, e deve le sue origini alla comune appartenenza a una cultura, una civiltà, un sistema di valori che vorrei definire semplicemente europeo. Mi permetto di dirlo proprio da rappresentante istituzionale di uno Stato membro dell’Unione Europea, un paese nel quale, voglio sottolinearlo con soddisfazione, è praticamente unanime fra le forze politiche la convinzione della necessità di un rapporto più costruttivo fra l’UE e l’Alleanza Atlantica da un lato e la Federazione Russa dall’altro, del ripristino delle condizioni che consentano il superamento di un sistema sanzionatorio dannoso per entrambe le parti, in nome di un dialogo basato sul tanto che ci unisce e non su ciò che ci divide”.
Importante è stato il riferimento alle scellerate sanzioni, imposte da Bruxelles su volontà di Washington. Il presidente di Palazzo Madama ha anche precisato ulteriormente le “due ragioni profonde” alla base delle sue convinzioni. La prima “sta nel fatto che la Russia è parte integrante dell’identità europea. Certo, il vostro è un grande paese, il più grande del mondo, si estende in due continenti ed è profondamente integrato nella realtà di entrambi. Non vi è dubbio però che esiste non un semplice legame, ma un insieme di tratti d’identità comune fra la Russia e l’Europa: non si può davvero parlare di civiltà europea, di cultura europea, senza la Russia. Che cosa sarebbe la letteratura europea senza Puskin, Tolstòj, Bulgàkov, che cosa sarebbe la musica senza Cajkovskij, Rachmaninov, che cosa sarebbe la pittura senza le memorabili icone di Andrej Rublév, senza Siskin, senza Brjullov che tanto visse e lavorò anche nel nostro paese? C’è di più: che cosa sarebbe l’Europa senza il decisivo contributo della Russia alla sconfitta della Germania nazista nella seconda guerra mondiale? Il tanto sangue versato e le innumerevoli sofferenze del popolo russo nella ‘Grande Guerra Patriottica’ sono stati decisivi per liberare l’Europa dal totalitarismo nazista”.
Casellati ha reso poi omaggio “ai milioni di russi, in particolare ai ragazzi e alle donne in divisa, che hanno dato la vita per la loro patria e per la vittoria degli alleati” ed “ai tanti soldati italiani caduti, feriti, prigionieri in quella guerra sul fronte russo. Combattevano una guerra ingiusta, che non avevano deciso loro, ma seppero battersi con valore e con onore, spesso scrivendo pagine di autentico eroismo con profondo amor di patria e commovente spirito di sacrificio”.
Casellati ha reso poi omaggio “ai milioni di russi, in particolare ai ragazzi e alle donne in divisa, che hanno dato la vita per la loro patria e per la vittoria degli alleati” e “ai tanti soldati italiani caduti, feriti, prigionieri in quella guerra sul fronte russo. Combattevano una guerra ingiusta, che non avevano deciso loro, ma seppero battersi con valore e con onore, spesso scrivendo pagine di autentico eroismo con profondo amor di patria e commovente spirito di sacrificio”.
Con una promessa e un impegno: “mai più la guerra. Mai più conflitti fra popoli che possono essere fratelli, che in larga parte sono uniti dalle comuni radici cristiane, che nel rispetto delle diversità delle proprie variegate componenti sono chiamati dalla storia a un destino di amicizia e non di conflitti”.
“La seconda ragione per la quale consideriamo fondamentale una stretta collaborazione fra Russia e Italia, fra Russia ed Europa, fra Russia ed occidente, ha proseguito Elisabetta Casellati, riconoscendo l’importante ruolo russo, è la consapevolezza del ruolo fondamentale che il Vostro paese svolge nei delicati equilibri mondiali, un ruolo che può essere decisivo di fronte ai grandi pericoli per la pace mondiale. In tutte queste realtà la Russia, ha un ruolo di essenziale per la stabilizzazione delle varie aree di conflitto così come nella lotta al terrorismo in tutte le sue molteplici manifestazioni”.
Per il presidente del Senato italiano, è “fondamentale che grandi potenze mondiali come la Russia e gli Stati Uniti – insieme con altri grandi soggetti politici mondiali come l’Unione Europea – sappiano collaborare in modo costruttivo e cordiale per la stabilità e la sicurezza planetaria e per contrastare i pericoli vecchi e nuovi che possono insidiare la pace e la libertà dei popoli, per garantire lo sviluppo delle aree più deboli del pianeta, disinnescando problemi drammatici e complessi come quelli legati ai flussi migratori in fuga dall’Africa e dal Vicino Oriente”.
L’avvocato azzurro ha rivendicato con orgoglio l’importante funzione dell’Italia in questo senso, ricordando l’accordo di Pratica di Mare, “quando nel 2002, venne sottoscritto uno storico accordo di collaborazione rafforzata tra la Federazione Russa e l’Alleanza Atlantica con la creazione del Consiglio Nato-Russia che suggellava simbolicamente la fine di mezzo secolo di guerra fredda” e condividendo un auspicio a voce alta con i membri della Camera alta della Federazione russa: “Lo spirito di Pratica di Mare sfortunatamente negli anni successivi è in buona parte venuto meno, io però ritengo che a quello spirito si debba tornare nell’interesse dei nostri popoli e del mondo intero”.
“Signora Presidente, signori membri del Consiglio, ha concluso Casellati, il dialogo fra le nostre assemblee non è solo una utile occasione di conoscenza reciproca, è uno strumento efficace per compiere progressi sulla strada di un rapporto sempre più stretto e sempre più cordiale fra le nostre nazioni e i nostri popoli. Ogni passo in questa direzione è un passo verso la pace, verso la sicurezza e la prosperità in Europa e nel mondo. Sono certa che questa sia la volontà del Parlamento e del Popolo russo come lo è di quello italiano. Due grandi Popoli, due grandi civiltà con tanti aspetti in comune, hanno nel loro destino di incontrarsi, come è avvenuto tante volte nella storia, di conoscersi sempre meglio, di collaborare in modo costruttivo. Oggi io spero e credo che abbiamo compiuto un altro passo in questa direzione”.