
Stasera a Barcellona la tensione si taglia veramente col coltello. In una riunione tenutasi al Palazzo della Generalità, convocata appositamente per capire quale risposta dare alle mosse di Mariano Rajoy, il President catalano Carles Puigdemont ha ventilato l’ipotesi di uno scioglimento anticipato del governo e del Parlamento della Catalogna con elezioni da tenersi pertanto il prossimo 20 dicembre, come espediente con cui bloccare il commissariamento voluto da Madrid. In seguito, però, il President ha sorpreso tutti, annunciando durante la conferenza stampa che avrebbe “indetto le elezioni se vi fossero state le garanzie, ma queste garanzie [da parte di Madrid] non ci sono”.
Pertanto, ha aggiunto Puigdemont, “sarà il Parlamento catalano a decidere se proclamare l’indipendenza dopo aver confermato che non convocherà elezioni per non aver ricevuto garanzie dal governo spagnolo”, in merito allo stop del commissariamento della Catalogna. Ha poi tuonato: “L’applicazione dell’art. 155 è abusiva ed ingiusta, non accetto le misure che il governo di Madrid ha adottato”.
La vicepremier spagnola Soraya Saenz de Santamaria per tutta risposta ha comunicato al Senato spagnolo che il governo di Madrid chiede l’attivazione dell’art. 155 per “ristabilire l’esercizio dell’autogoverno catalano in un quadro costituzionale” e “tutelare l’interesse generale della Spagna”.
Nel frattempo i Mossos d’Esquadra, agli ordini del governo catalano, hanno blindato la zona del Parlamento a Barcellona, ufficialmente per garantire una maggior sicurezza durante il vertice tenuto da Puigdemont. Domani, a mezzogiorno, si terrà invece una grande manifestazione indipendentista nel centro della città. Sempre in segno di protesta contro l’applicazione dell’art. 155, gli studenti catalani si sono già messi all’opera con un loro sciopero.
Pochi minuti fa la missione della Spagna all’ONU ha fatto circolare un documento dove si dichiara che le autorità regionali catalane hanno dimostrato “un reiterato disprezzo dell’ordine costituzionale e delle regole democratiche”, che ha avuto come immediate conseguenze un “profondo impatto sulla vita politica, economica e sociale della Catalogna, portando a un grave deterioramento dei valori di coesistenza, benessere sociale e crescita economica, e causando crescenti livelli di incertezza e sfiducia”.