
La debacle, senza scuse, se e ma del Barcellona al cospetto del Paris Saint Germain.
Un Bayern Monaco che si conferma bestia nerissima per l’Arsenal. Il Napoli che esce sconfitto ma non rotto dalla trasferta impossibile del Bernabeu.
La prima parte dell’andata degli ottavi di finali di Champions League (le restanti quattro partite si disputeranno la settimana prossima) ha riservato alcune grandi sorprese e anche qualche certezza. Ma soprattutto la convinzione che la Coppa dalle grandi orecchie potrebbe perdere prematuramente una grande protagonista.
Psg-Barcellona 4-0
“La sconfitta è soltanto merito mio” si è affrettato a dire Luis Enrique al termine della serata orribile di Parigi.
Già, perché nella sfida più stellare di questi ottavi di finale, i blaugrana non sono mai scesi in campo. Senza idee, mordente, voglia di vincere, testa, cuore e gambe. Apatici, confusi, distratti. E l’ex allenatore della Roma dovrà fare più di un seminario accurato per capire i motivi.
Fine di un ciclo? Tutti i giornali specializzati lo hanno detto, ma non basta una sconfitta, seppur fragorosa e rumorosa, per dirlo. Luis Enrique andrà via a fine stagione? La bilancia pende per il sì, ma non dimentichiamo che in due anni e mezzo ha vinto 8 trofei, e questa stagione non è ancora finita, tra l’altro.
Fine del tiki taka? Anche qui i de profundis si sono sprecati. La verità è che il calcio champagne nulla può se mancano volontà, cervello, voglia di vincere. Cocktail di base nel gioco del pallone. Anche se hai Messi, Neymar, Suarez, Iniesta, e altri.
La cosa certa è che quando perde, il Barcellona fa rumore. Sarebbe la prima volta, dalla stagione 2006-2007, che i catalani potrebbero abbandonare la Champions già agli ottavi di finale. Quella volta a farlo fu il Liverpool di Rafa Benitez e i blaugrana erano campioni in carica.
Mai nessuno è riuscito a ribaltare un 4-0 patito all’andata, e per Luis Enrique c’è un precedente non poco rassicurante. L’ultimo poker servito è datato 2013, in casa del Bayern Monaco, che poi alzò il trofeo. Sulla panchina del Barça sedeva Pep Guardiola, che andò via a fine stagione.
Il Paris Saint Germain, invece, se dovesse passare il turno, entrerebbe di diritto tra le favorite per il successo finale di Cardiff. E il bravissimo allenatore Unay Emery conferma la sua vocazione continentale.
Benfica-Borussia Dortmund 1-0
È da Lisbona che è arrivata la seconda sorpresa della giornata. Al “Da Luz” hanno fatto tutti i tedeschi. Attaccato per 90′, sbagliato l’inverosimile, fallito miseramente un calcio di rigore, concesso un gollonzo ai lusitani, perso la partita per 1-0.
La sensazione è che al ritorno, in terra di Germania, non dovrebbe esserci storia. Sempre se Aubameyang riuscirà ad aggiustare la mira…
Bayern Monaco-Arsenal 5-1
Dall’”Allianz Arena”, invece, non arrivano sorprese. I campioni di Germania si confermano troppo forti per i ragazzi di Arsene Wenger. La partita, ieri, è durata soltanto un tempo. Il primo. Poi, nella ripresa, la furia tedesca si è consumata con il famelico Lewandowski, la doppietta di Thiago Alcantara, il sigillo finale di Muller.
Carlo Ancelotti, alla vigilia, aveva dichiarato la volontà di voler arrivare in finale, e Lahm e compagni sembra lo vogliano accontentare.
La sensazione è che il tecnico di Reggiolo stia ripetendo quanto fatto nel primo anno di Real Madrid. Correva la stagione 2013-2014 e, dopo i primi quattro mesi di alti e bassi e non poche critiche, a gennaio riuscì a trovare la quadra e a portare gli spagnoli a conquistare la decima Champions League.
Anche a Monaco, risultati e prestazioni alla mano, sembra stia accadendo la stessa cosa. D’altronde, dopo il fallimento europeo di Guardiola, il tecnico italiano è stato ingaggiato con quell’unico, grande, scopo.
Real Madrid-Napoli 3-1
Anche qui accade quello che ti aspetti. I campioni d’Europa e del mondo in carica battono i ragazzi terribili di Sarri per 3-1.
Incredibile la partita dei campani. Vanno subito in vantaggio con una giocata bella e fortunosa di Insigne, ma poi si bloccano, come se il loro compito fosse finito lì. Iniziano ad arretrare, a concedere metri a Cristiano Ronaldo e compagni, ad avere paura con la palla tra i piedi, a sbagliare tanto in fase di impostazione di manovra e ripartenza.
Per carità, nulla è perduto, perché il 3-1 è un risultato scomodo ma non impossibile da recuperare. Ma nella bolgia del “San Paolo” servirà un Napoli meno timoroso e più spavaldo.
I top e i flop della giornata
Top. Arjen Robben: entra di diritto tra i top di giornata per il gran gol messo a segno, uno dei più belli di questa Champions. Carlo Ancelotti sa benissimo che per centrare la sua quarta Coppa Campioni da allenatore può contare sull’eterno olandese.
Unay Emery: il tecnico spagnolo si conferma allenatore dalla vocazione europea più che nazionale. Martedì non ha lasciato scampo al Barcellona, annichilendolo in ogni zona del campo e in ogni reparto. Una lezione di calcio che Luis Enrique difficilmente potrà dimenticare.
Dopo le tre Europa League consecutive con il Siviglia, sarà lui l’allenatore che metterà in bella mostra la Coppa Campioni sulla Torre Eiffel con tanto di giro a pullmino scoperto per i Campi Elisi? Nel frattempo, sta cercando di tracciare la strada…
Angel Di Maria. Chissà se dopo la prestazione superlativa di martedì, a Madrid e a Manchester si stanno mordendo le mani.
È lui l’uomo copertina della giornata europea, con due pregevoli goal da manuale del calcio. Punizione prima e tiro a giro da fuori imparabile poi.
I flop. Aurelio de Laurentiis: faranno discutere i suoi rimbrotti contro Sarri a fine partita. Certo, il presidente ha sollevato un problema anche veritiero (non lo scopriamo certo ieri che l’allenatore campano non ama il turnover, e il Napoli lo ha pagato a sue spese l’anno scorso), ma sono i tempi e i modi che lasciano perplessi. Il Napoli ha perso, è vero, non ha giocato alla grande, è vero, ma aveva di fronte non il Genoa o la Pro Vercelli, ma il Real Madrid.
E poi, caro Aurelio, come fai a lasciare fuori Mertens, l’attaccante del momento, per Milik, rientrato ora dopo un infortunio, o Pavoletti, zero esperienza internazionale?
Maradona: merita voto zero il Pibe de Oro. Purtroppo, ancora una volta, l’argentino fa parlare di sé e fa per quello che combina. Ieri è stato interrogato a lungo dalla polizia per una presunta aggressione ai danni della compagna nell’albergo dove alloggiava a Madrid. Lui ha smentito, ma è sempre la solita storia.
