In questo film si parla di Dio. Dio è rappresentato come un uomo di mezza età, è onnisciente, la sua onniscenza e il destino degli uomini vengono regolati da lui tramite un immenso archivio cartaceo, non tanto dissimile da tanti uffici statali europei e da un personal computer.

Dio vive con una moglie ubbidiente e taciturna e con sua figlia Ea. Il figlio chiamato JC (acronimo per Jesus Christ) è scappato anni fa indispettito dalla tirannia del padre, il suo sogno era poter conoscere gli uomini da vicino. Ea mal sopporta il carattere irascibile del padre, non ne comprende l’atteggiamento e l’estrema crudeltà. Non comprende e soprattutto non accetta il motivo di tanto dolore che il padre ha provocato in suo onore nel corso dei secoli. Non capisce la propria madre ed ha una gran voglia di andarsene presto altrove per poter cercare di riscrivere la Storia e un “nuovissimo” testamento. Per compiere quest’opera si rende conto che scappare non è poi così difficile.

Il desiderio di fuga la logora e alla fine riesce a scappare tramite un condotto della lavatrice nel mondo degli uomini. Prima di fuggire però riesce ad entrare nel computer del padre e a rivelare a tutti i membri dell’umanità la data della propria morte, che gli uomini ricevono con grande sorpresa. Nel frattempo Ea scappa e raggiunge il mondo degli umani per poter compiere la propria opera. Una volta giunta nel mondo degli umani si ritrova sola ma non per molto. Nella sua missione la accompagnerà un senzatetto il quale si prodigherà di scrivere il Nuovissimo Testamento con le testimonianze delle persone scelte da Ea.

Il padre cerca di raggiungerla passando anch’egli, tramite un condotto, nel mondo degli umani. La missione di Ea intanto prosegue senza sosta e l’opera stessa porterà ad un finale retorico e gonfio di spirito deista che tanto piace ad alcuni.

Non è un film per il quale vale la pena comprare il biglietto. Troppe volte ormai si assiste ad un’opera di critica e quasi di odio in occidente per ogni credenza escatologica e si irride ogni spirito e senso religioso.

Inoltre si indugia nell’affibbiare alla religione le guerre e le violenze verificatesi nel corso della storia, un’interpretazione trita e ritrita, che non aggiunge nulla di nuovo né all’Arte né alla Storia del Pensiero. L’importante è che non si giudichi l’Uomo. Ci si illude che  senza alcun tipo di fede l’uomo sarebbe felice. Ma è stato l’uomo stesso, che ha creato il dominio e lo sfruttamento e la schiavitù su altri uomini.

Ma da cosa proviene questo livore nei confronti della religione? La risposta del nostro regista la troverete nel film ed è una risposta assolutamente retorica e gonfia di luoghi comuni.

Insomma sembra un film scritto e diretto dai cari amici di Charlie Hebdo, sempre pronti ad irridere ogni tipo di fede e mai a criticare la società dei consumi oppure né li sentiremo mai esprimersi in favore degli oppressi di tutto il mondo. Questo film è tutto ciò.

Tuttavia ci sono molte scene nelle quali si riesce a ridere ed è un film che si lascia vedere con leggerezza: interessante il tema della sfida del proprio destino, che gli uomini sottoposti alla conoscenza del proprio futuro, dalla figlia di Dio, Ea, sono costretti ad affrontare o ad accettare ineluttabilmente.

Dario Daniele Raffo

PANORAMICA RECENSIONE
Giudizio Finale
cinema-dio-esiste-e-vive-a-bruxelles-un-lavoro-scontato-e-scopiazzato Un film di Jaco Van Dormael. Con Pili Groyne, Benoît Poelvoorde, Catherine Deneuve, François Damiens, Yolande Moreau. (Belgio, Francia, Lussemburgo 2015) Retorico, melenso e scontato. Colmo di scopiazzature da altri film che lo spettatore più accorto coglierà. Si salva solo la colonna sonora. Sconsigliato!