di Ernesto Ferrante e Peppe Carrese
Nella sua “ingenuità”, Opinione Pubblica.com ritiene che principio elementare e scontato del giornalismo sia essere scomodo. O almeno, laddove vi siano elementi di fatto per farlo, (cercare di) andare al di là della verità ufficiale o spacciata per tale.
Ci ha quindi assai sfavorevolmente colpito l’intervista oramai famosa di Giuliano Amato a ”Repubblica” di una settimana fa sulla strage di Ustica. Due volte “sfavorevolmente”: primo, per ciò che Amato non dice pur potendolo e dovendolo dire. Secondo, per il modo con cui l’intervista è stata condotta. Ossia, senza mai chiedere all’intervistato una precisazione un chiarimento, un dettaglio. Per usare un detto delle nostre parti, decisamente alla “acquaio’ l’acqua comm’è”.
Perciò, in attesa di pubblicare la seconda parte della ricostruzione “Come Ustica fu promossa a mistero italiano”, abbiamo deciso di farle noi alcune domande a Giuliano Amato. Tra parentesi: copiando spudoratamente proprio “Repubblica”. Che, all’epoca dello scandalo si inventò il tormentone quotidiano di “dieci domande a Berlusconi”.
Certi di due cose: primo, che Amato, se pure sapesse della nostra esistenza, comunque si guarderebbe bene dal rispondere. Secondo: perché, viste nel loro insieme, tali domande non ci paiono certo illogiche. Rappresentando anzi un ulteriore contributo di conoscenza alla ricerca della verità sulla tragedia.
Infine: chiunque pensi che tali domande rappresentano anche la nostra opinione politica sul gesto di Amato ha ragione. Per dirla corta e tutta: noi pensiamo realisticamente che fare politica con l’etica (o almeno solo con essa) non si può. Ma utilizzare cinicamente 81 morti ci pare francamente un po’ troppo. Poiché per noi una cosa è certa: non capiamo il motivo del gesto di Amato e di “Repubblica” ma che di gioco cinico si sia trattato non abbiamo dubbi.
Ps. Definendoci “ingenui” ci siamo fatti un complimento. Che, i nostri lettori ce ne daranno atto, crediamo di meritarci.
- Onorevole Amato, lei afferma che il 27 giugno la Francia abbia attuato una operazione aerea segreta dove, per errore, è stato abbattuto il DC9 Itavia. Che quindi si sarebbe trovato nel posto giusto all’ora sbagliata. Le chiediamo: perché mai la Francia avrebbe deciso di scegliere per tale operazione un luogo collocato in acque territoriali italiane, per di più sotto il controllo totale o parziale di quattro centri radar (Ciampino, Licola, Martina Franca, Marsala)? esibizionismo? immotivato desiderio di costringere le nostre istituzioni civili e militari a mentire?
- Onorevole Amato, lei asserisce che l’obiettivo di tale operazione era uccidere Gheddafi. E dove mai era diretto Gheddafi nel cuore della notte? era un inguaribile insonne che passava le notti gironzolando per il Mediterraneo?
- Onorevole Amato, lei sentenzia che ha avuto da fonte (per lei) sicura l’informazione che Craxi avrebbe avvisato Gheddafi di un attentato francese previsto per la sera del 27 giugno. E’ possibile sapere almeno il rango, il ruolo istituzionale (politico o militare che sia) di questo “Mr X”? (confronta in merito la scena di “tutti gli uomini del presidente” in cui il direttore del “Washington post” chiede a Robert Redford-Woodward a che rango della Casa Bianca appartenesse la sua fonte e Redford risponde sconsolato che non li sapeva, i ranghi).
- Onorevole Amato, non le pare molto poco credibile, per non dire assurdo, che un paese compia un attentato alla vita del capo di Stato di un altro Stato utilizzando aerei con le sue insegne militari ufficiali? Sarebbe il primo caso nella storia…
- Onorevole Amato, ci scusi la banalità di questa domanda, ma come abbiamo detto in apertura, siamo ingenui. visto che ha una insopprimibile ansia di verità su Ustica, quando va dal giudice a dire ciò che sa? per se stesso e per noi. per levarci il dubbio che lei abbia parlato per tutt’altri motivi che “ansia di verità”. Infine:
- ( o 5+1, se preferite). Domandina finale impertinente all’intervistatrice di Amato (e, a fortiori, all’intera redazione di “Repubblica”, direttore Maurizio Molinari in testa): come mai non vi è venuta in mente nessuna delle cinque domande precedenti?