Il Codacons presenta un esposto a 104 Procure della Repubblica di tutta Italia e all’Autorità garante della concorrenza chiedendo di indagare sugli abnormi rincari dei prezzi di benzina e gasolio alla pompa e su possibili speculazioni in atto a danno di consumatori e imprese.

In questi giorni i listini dei carburanti venduti presso i distributori sono letteralmente fuori controllo, con la benzina che in modalità self viaggia verso i 2,3 euro al litro e costa in media il 39,3% in più rispetto allo stesso periodo del 2021, mentre il gasolio sale addirittura del +51,3%. In alcune zone i carburanti hanno già sfondato la soglia dei 2,5 euro al litro.

Aumenti la cui entità non appare giustificata né dalle attuali quotazioni del petrolio, né da riduzioni delle forniture sul territorio legate alla guerra in Ucraina, senza contare che benzina e gasolio venduti oggi presso i distributori sono stati acquistati mesi fa, a prezzi sensibilmente inferiori.

“Il rischio è i rincari dei prezzi alla pompa possano essere dopati da fenomeni speculativi tesi a sfruttare la delicata situazione in Ucraina per incrementare i guadagni a danno di consumatori e imprese. Di certo questi aumenti finiscono per ripercuotersi sul costo dei prodotti”, sostiene Francesco Di Lieto del Codacons.

“In un paese Paese dove i trasporti sono esclusivamente su gomma, gli aumenti dei carburanti hanno un effetto valanga sulla spesa delle famiglie, continua Di Lieto, già messe a dura prova da due anni di emergenza non solo sanitaria ma anche economica”.

“Per tale motivo chiediamo alla Procure di aprire indagini sul territorio con l’ausilio della Guardia di Finanza e accertare eventuali speculazioni e illeciti, alla luce delle possibili fattispecie di truffa aggravata, aggiotaggio e manovre speculative su merci”.

Nell’attesa che arrivi un cenno di vita e di consapevolezza dei problemi del “Paese reale” da parte del governo dei (presunti) migliori, gli italiani sperano che Magistratura ed associazioni riescano a porre un freno a quest’autentica vergogna.

Le parole pronunciate dal ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani a Sky Tg 24 sono inquietanti ed imbarazzanti al tempo stesso. “Stiamo assistendo ad un aumento del prezzo dei carburanti ingiustificato, non esiste motivazione tecnica di questi rialzi. La crescita non è correlata alla realtà dei fatti è una spirale speculativa, su cui guadagnano in pochi, una colossale truffa a spese delle imprese e dei cittadini”. Così il ministro grillino.

Cosa ha fatto fino a questo momento l’esecutivo di cui fa parte? Quali sono le azioni pianificate per arginare le speculazioni e stanare gli speculatori? Un ministro non può lanciare il sasso e poi ritrarre la mano come se niente fosse, rifugiandosi nel qualunquismo.

Mentre le squallide manovre di compagnie e gestori continuano a danneggiare l’utenza, con un effetto a cascata non solo sulla vita quotidiana dei singoli cittadini ma anche sullo stato di salute già non ottimale di tante attività, il portale del Ministero dello sviluppo economico dedicato proprio ai costi dei carburanti alle pompe di benzina, risulta offline per manutenzione.

Chi tenta di accedere al cosiddetto Osservatorio Prezzi Carburanti viene accolto da questo avviso: “Sito in aggiornamento, non è quindi possibile effettuare la comunicazione dei prezzi. Sono in corso le operazioni di aggiornamento necessarie per la messa on line della nuova versione dell’osservatorio prezzi carburanti. Nell’assicurare che si sta lavorando per ridurre al minimo i disagi, si ricorda che nei casi di non funzionamento del sistema dell’Osservatorio Prezzi Carburanti, la mancata comunicazione dei prezzi nell’arco di tempo corrispondente al malfunzionamento non costituisce inadempimento e quindi non è sanzionabile”.