
All’età di 10 anni ha lasciato la famiglia e il mare per andare a giocare a Lago Agrio, nella parte amazzonica dell’Ecuador. A 16 anni ha debuttato nella massima serie con la sua squadra del cuore, il Barcelona Gauyaquil e a diciassette si è preso una squalifica di due anni per essere stato sorpreso positivo alla cocaina in un test antidoping. Poi la ripartenza nel 2009 dalla Liga de Quito, il trasferimento per una stagione negli States al Chivas e infine nel 2013 il ritorno in patria all’Emelec.
Stiamo parlando di Miller Bolaños, stiamo parlando di un calciatore che vedendolo giocare ti chiedi perchè in Italia portano dal Sudamerica tanti Gastón Cellerino e non uno così. Bomber tascabile, alto appena un metro e settanta, un concentrato di rapidità, tecnica e killer instinct. Classe ’90, l’attaccante dell’Emelec sta vivendo la stagione della consacrazione al calcio internazionale. L’anno 2015 per adesso è da incorniciare: esordio in nazionale a marzo con gol all’Argentina, Copa America con due gol in tre presenze, la Libertadores con sei centri in otto partite e tanto, tanto talento messo in mostra, come l’altra sera in Perù.
La Copa Sudamericana è partita con il botto con Miller Bolaños protagonista, com’era facilmente preventivabile. Tripletta nel 3-1 in trasferta dell’Emelec a Huánuco contro il León che riesce soltanto nel finale a limitare i danni grazie al gol di Olivi. Un’altra tripletta, stavolta del centrocampista uruguagio Matías Mirabaje, chiude il discorso qualificazione anche per Juventud-Real Potosí, terminata 4-1 in favore dei paraguaiani e con i boliviani, disastrosi, mai in partita. I loro connazionali però non fanno meglio: Oriente Petrolero e Bolívar vengono sconfitte entrambe in Uruguay per 3-0 dal Nacional di Montevideo e dal Defensor mentre l’Aurora cade di misura, ma in casa, contro lo Sportivo Luqueño.
Il trionfo più largo e forse un po’ a sorpresa lo ottiene a domicilio lo Junior di Barranquilla contro i peruviani del Melgar; si pensava ad una gara più equilibrata e invece 5-0 con cinque marcatori diversi. Curiosità: negli ospiti ha giocato quarantacinque minuti Johnnier Montaño, ex Parma e grande enigma del calcio Cafetero. Pratica quasi chiusa per l’Universitario di Lima, 3-1 all’Anzoátegui, le cui poche speranze di qualificazione sono tenute in piedi dal gol di Aguilar al quindicesimo della ripresa. Buono il bilancio delle paraguaiane, vittoriose in tre incontri su quattro, cosa che non possiamo dire per le cilene. Vince soltanto l’Universidad Católica (1-0) ed è un successo importante quello contro il Danubio nel sedicesimo più interessante tra quelli in programma. Decide la disputa un sinistro chirurgico di Gutiérrez a cinque minuti dalla fine, spezzando la resistenza uruguaiana.
Il ritorno in Uruguay sarà tutto da seguire. Detto dell’Universidad Católica, va male al Huachipato e all’altra Universidad, de Concepción, sconfitte tutte e due ad Asunción rispettivamente da Olimpia (2-0) e Nacional (2-1). Pareggio casalingo a reti bianche invece per il Santiago Wanderers contro il Libertad. Negli altri match in programma si registra la vittoria dei colombiani dell’Águilas Doradas tra le mura amiche per 2-0 contro l’Unión Comercio e i pareggi tra Carabobo-Tolima (0-0), Liga de Loja-Independiente Santa Fé (0-0) e Universida Católica de l’Ecuador-Deportivo La Guaira (1-1). Dunque molti discorsi ancora aperti, molti quelli apparentemente chiusi. Ancora qualche giorno ed inizieranno ad arrivare i verdetti di questo primo turno di Copa Sudamericana.