kim, trump e il nucleare: incontro a Singapore

È avvenuto nel pomeriggio, circa le 14 ora locale lo storico accordo tra la Corea del Nord e gli Stati Uniti. Malgrado formalmente Washington e Pyongyang sarebbero ancora in conflitto militare, i due presidenti Donald Trump e Kim Jong Un sono giunti ad un accordo.

Era la prima volta che un Presidente degli Stati Uniti incontrava il suo omologo della Corea del Nord. I due capi di Stato si sono stretti la mano e hanno firmato a Singapore un documento comune: “problemi superati” – hanno dichiarato alla stampa. La Corea Democratica-Popolare si è impegnata alla denuclearizzazione della penisola: gli americani annunciano una denuclearizzazione completa, sembra però che i nordcoreani siano per un processo più graduale.

“Il passato è alle spalle – ha dichiarato Kim nella conferenza stampa congiunta – il mondo vedrà il cambiamento”. Da parte sua Donald Trump si è augurato che il processo di denuclearizzazione avvenga “veramente molto molto molto velocemente”, poi rispondendo alla domanda di una giornalista ha annunciato che inviterà Kim alla Casa Bianca.

Il documento congiunto non sembra parlare di un accordo di pace definitivo tra i due Stati, né si accenna alla revoca delle sanzioni verso Pyongyang. C’è l’accordo però sui prigionieri della guerra, che formalmente dura dal 1953, mentre da parte loro gli Usa garantiscono per la sicurezza del regime comunista coreano. L’incontro di Singapore è per ora il punto di inizio di una fase di deescalation e di pacificazione tra Repubblica Democratica Popolare di Corea, Stati Uniti e Repubblica di Corea.

Proprio quest’ultima, insieme al Giappone e alla Cina erano le più dirette interessate all’accordo. Se la Cina ha praticamente consentito il dialogo difficile nell’ultimo anno tra il presidente Trump e il regime comunista dei Kim, Seul e Tokyo sebbene ne escano più tutelate rispetto al rischio concreto di un’escalation della regione, potrebbero perdere nel prossimo futuro la loro importanza nei confronti dell’Alleanza Atlantica e di Washington, che la minaccia di Pyongyang aveva sempre garantito. Il cambio di governo a Seul però va anch’esso nella direzione del dialogo con il nuovo esecutivo Moon Jae-In, insediatosi nel maggio del 2017, che ha già compiuto diversi sforzi per avvicinarsi ai coreani del nord, culminato nell’esperimento delle olimpiadi invernali, dove le Coree si sono presentate con un’unica compagine rappresentativa della penisola.