Lo scorso 3 aprile, i cittadini della Costa Rica sono stati chiamati alle urne per il secondo turno delle elezioni presidenziali, che ha messo di fronte l’ex ministro delle Finanze Rodrigo Chaves Robles, candidato del Partido Progreso Social Democrático (PPSD), e José María Figueres, già presidente tra il 1994 ed il 1998, sostenuto dal Partido Liberación Nacional (PNL).

Secondo i dati rilasciati dal Tribunal Supremo Electoral (TSE) della Costa Rica, Chaves, che al primo turno aveva ottenuto oltre dieci punti percentuali in meno di Figueres, ha portato al termine la rimonta chiudendo con il 52,84% dei consensi, superando la soglia del milione di schede favorevoli, con circa 110.000 voti di vantaggio sul suo rivale. L’affluenza alle urne è stata pari al 57,33%, in calo rispetto al primo turno organizzato lo scorso 6 febbraio (59,97%).

Dopo l’annuncio dei risultati, Chaves ha elogiato il candidato Figueres per aver riconosciuto i risultati e lo ha invitato a lavorare insieme nel nuovo governo: “Ringrazio José María Figueres e tutte le persone che lo hanno votato, e gli chiedo di lavorare insieme per rendere possibile il miracolo costaricano, il meglio deve ancora venire”, ha aggiunto. “Siamo tra le migliori democrazie del mondo. Comprendo il mandato di onorare la mia leadership con trasparenza, efficienza e austerità, ma anche con solidarietà con le persone più vulnerabili del nostro Paese”, ha affermato il presidente eletto. “Ricevo umilmente questa decisione del popolo costaricano, questo risultato non è una medaglia ma un’enorme responsabilità piena di sfide e difficoltà che tutti noi risolveremo”, ha concluso il vincitore.

Il presidente uscente, Carlos Alvarado Quesada, si è congratulato con Chaves per la vittoria e ha espresso la sua volontà di portare avanti la procedura di successione con il nuovo governo: “Ho chiamato il presidente eletto, Rodrigo Chaves, per esprimere le mie congratulazioni, effettuare una transizione ordinata ed esprimere i miei migliori auguri per i compiti che dovrà affrontare come presidente numero 49 della Costa Rica. Congratulazioni alla Costa Rica per una nuova giornata democratica!”.

I toni di riconciliazione che hanno caratterizzato le dichiarazioni post-elettorali sono in netto contrasto con quanto avvenuto nel corso della campagna elettorale, nella quale i due candidati si sono reciprocamente accusati di corruzione, gestione oscura del finanziamento elettorale e molestie sessuali. Chaves ha dovuto spiegare l’origine e il funzionamento di un trust di circa 135.000 dollari che, secondo i media locali, è stato utilizzato per la sua campagna politica. Figueres, invece, è stato chiamato a giustificare un viaggio nella Repubblica Dominicana all’inizio di marzo, dove ha incontrato il presidente dominicano Luis Abinader. Il candidato ha spiegato che le spese erano state sostenute grazie alla donazione dell’imprenditore Alberto Esquivel Volio.

Per quanto riguarda il profilo del nuovo presidente costaricense, Chaves è un economista di professione che ha conseguito un dottorato presso la Ohio University negli Stati Uniti, e che ha ricevuto una borsa di studio dall’Università di Harvard per studiare i problemi della povertà in Asia, diventando in seguito direttore dell’ufficio della Banca Mondiale in Indonesia. Come detto, ha ricoperto l’incarico di ministro delle Finanze tra l’ottobre del 2019 ed il maggio del 2020, sotto il governo del presidente uscente Alvarado, per cui molti pensano che le sue politiche si inscriveranno nella continuità con quelle di quest’ultimo, nonostante l’appartenenza a forze politiche diverse.

Nel corso della sua permanenza al Ministero delle Finanze, Chaves ha cercato di rilanciare l’economia imponendo tasse ai redditi superiori ai 7.500 dollari. In campagna elettorale, invece, Chaves ha fatto della lotta alla corruzione una delle sue bandiere, puntando il dito contro i precedenti governi e proponendo di istituire una ricompensa in denaro per coloro che denunceranno i casi di corruzione. Il presidente eletto ha detto inoltre di voler far ricorso allo strumento referendario per promuovere una serie di riforme. Nei suoi ultimi giorni di campagna, infine, Chaves si è avvicinato ai settori evangelici firmando un accordo con alcuni dei loro rappresentanti in cui ha promesso di eliminare la cosiddetta ideologia gender nel sistema educativo.