Covid-19, vaccino

Il 23 marzo scorso, il presidente russo Vladimir Putin ha ricevuto la prima dose di vaccino contro il Covid-19. Si tratta di uno dei tre vaccini di produzione russa (Sputnik V, EpiVacCorona e KoviVac), ma il Cremlino non ha specificato quale di questi sia stato somministrato al presidente. «Non diremo deliberatamente quale. Tutti e tre i vaccini russi sono assolutamente sicuri, molto affidabili ed efficaci» – ha detto l’addetto stampa del Cremlino Dmitrij Peskov all’agenzia di stampa TASS. Lo stesso Peskov ha poi riferito che, in seguito alla somministrazione del vaccino, il presidente si sente bene e che non ha riscontrato effetti indesiderati. Riceverà la seconda dose del farmaco preventivo a tre settimane di distanza dalla prima.

L’addetto stampa del Cremlino ha anche detto che Putin si è vaccinato lontano dalle telecamere al fine di non trasformarlo in un evento pubblico, e che il presidente sta prestando grande attenzione alla promozione dei vaccini per il Covid-19. Putin aveva reso nota la sua intenzione di vaccinarsi già lo scorso autunno, e alla fine di dicembre aveva spiegato che non poteva ancora essere vaccinato con l’unico vaccino disponibile in quel momento, lo Sputnik V, poiché allora non era ancora certificato per la sua fascia di età.

Il 22 marzo, in occasione di una riunione sulla questione dell’aumento dei vaccini contro il Covid-19 e sui progressi della vaccinazione della popolazione russa, il capo del Cremlino ha sottolineato che la vaccinazione è una decisione personale e volontaria di ognuno. Peskov si è detto fiducioso che l’esempio del presidente incoraggerà molti russi a vaccinarsi a loro volta: «Ovviamente, penso che il suo esempio darà dinamica all’intero processo. È necessario rafforzare in modo significativo la promozione della vaccinazione nel buon senso della parola. È molto importante aumentare la campagna di sensibilizzazione insieme all’aumento della produzione di vaccini»

Al 31 marzo, nella Federazione Russa hanno ricevuto il vaccino più di 11 milioni di persone. Il primo dei tre vaccini russi, lo Sputnik V, sviluppato dall’Istituto Gamaleya di Mosca, è già utilizzato in 55 paesi del mondo. Per quanto riguarda l’Unione Europea, il responsabile del programma di vaccinazioni dell’UE Thierry Breton aveva affermato in un’intervista ai media francesi che l’Unione Europea non ha assolutamente bisogno dello Sputnik V. A questa affermazione Putin aveva risposto: «Noi non imponiamo nulla a nessuno. Ma quando sentiamo tali dichiarazioni da parte di funzionari, sorge la domanda: gli interessi di chi sono protetti e rappresentati da tali persone – gli interessi di alcune società farmaceutiche, o gli interessi dei cittadini dei paesi europei?»

Il presidente russo ha inoltre ricordato che il governo russo aveva inviato la domanda di registrazione ufficiale dello Sputnik V all’Unione Europea il 21 gennaio, ma che la decisione di avviare la procedura di valutazione è arrivata solo il 4 marzo. Ora la Russia attende un team dell’Ema, l’Agenzia europea del farmaco, il cui arrivo nella patria dello Sputnik V è previsto per il prossimo 10 aprile, per un controllo dei test clinici condotti in loco sul vaccino.

«Confidiamo in una rapida conclusione delle valutazioni dell’Ema, senza politicizzazioni e senza un’eccessiva burocrazia» – ha commentato l’ambasciatore russo in Italia Sergej Razov, il quale ha aggiunto che la Russia è particolarmente interessata ai contatti tra l’Istituto Gamaleya di Mosca e l’Istituto Spallanzani di Roma, tra i quali auspica che venga firmato a breve un memorandum. «È fondamentale, nell’interesse di tutti, che queste procedure di verifica sulla sicurezza e l’efficacia del vaccino russo Sputnik non siano condizionate da fattori politici, ma siano basate unicamente su valutazioni scientifiche» – gli ha fatto eco Pasquale Terracciano, l’ambasciatore italiano in Russia. 

Silvia Vittoria Missotti