Con una riunione lampo il Consiglio dei Ministri, dopo una lunga discussione presieduta dal primo ministro Conte, ha varato un decreto legge che prevede da una parte la garanzia dello Stato sulle future emissioni obbligazionarie e sui finanziamenti che la Banca d’Italia potrebbe erogare a Carige, e dall’altra una possibile ricapitalizzazione pubblica in vista anche del prossimo esito delle Srep da parte della BCE.

La prima misura ricalca quella a suo tempo varata per la Banca Popolare di Vicenza e per Veneto Banca e garantisce le attività di funding del Gruppo Cassa di Risparmio di Genova (Carige); la seconda invece, che potrebbe non necessariamente realizzarsi, ricorda invece le misure adottate per il salvataggio del Monte dei Paschi di Siena, realizzato all’epoca del governo Renzi e che trasformò il Tesoro nel principale azionista della banca senese.

L’obiettivo del decreto è di “offrire le più ampie garanzie di tutela dei diritti e degli interessi dei risparmiatori della Banca Carige, in modo da consentire all’Amministrazione Straordinaria di recente insediata di perseguire in piena sicurezza il processo di consolidamento patrimoniale e di rilancio delle attività dell’impresa bancaria”, come spiegato prima di tutto da Conte. Il vicepremier Di Maio ha invece fatto notare come “Le banche italiane pagano il prezzo di un sistema di vigilanza della Bce che va dotato di strumenti rafforzati di controllo e di intervento. Saremo sempre dalla parte dei risparmiatori e dei correntisti, sempre”.

Il decreto, dal titolo “Misure urgenti a sostegno della Banca Carige”, è stato presentato al termine del Consiglio dei Ministri in questi termini: “si pongono in linea di continuità con il provvedimento di amministrazione straordinaria recentemente adottato dalla Banca Centrale Europea. Esse sono dirette a consentire ai Commissari di assumere le iniziative utili a preservare la stabilità e la coerenza del governo della società, completare il rafforzamento patrimoniale dell’Istituto già avviato con l’intervento del Fondo Interbancario dei Depositi, proseguire nella riduzione dei crediti deteriorati e perseguire un’operazione di aggregazione che consenta il rilancio della banca, a beneficio della clientela”.

A partire da questo momento, quindi, Carige potrà ricorrere a forme di sostegno pubblico della liquidità conssitenti nella concessione da parte del Mef della garanzia dello Stato su passività di nuova emissione o su finanziamenti erogati discrezionalmente dalla Banca d’Italia. Le garanzie saranno concesse nel rispetto della normativa comunitaria in materia di aiuti di Stato. Considerando poi l’esito in arrivo dello stress test, che considera anche scenari avversi, è prevista pure la possibilità per la banca di accedere, su richiesta specifica, e se la Bce riterrà l’istituto genovese solvibile (come era accaduto per Montepaschi e non per le banche venete), “a una ricapitalizzazione pubblica a scopo precauzionale, volta a preservare il rispetto di tutti gli indici di patrimonializzazione anche in scenari ipotetici di particolare severità e altamente improbabili”.

Il vicepremier Salvini ha annunciato la nuova misura con toni trionfali: “Mentre Renzi e Boschi i risparmiatori li hanno ignorati e dimenticati, noi siamo intervenuti subito a loro difesa senza fare favori alle banche, agli stranieri o agli amici degli amici. Bene l’azione a tutela dei risparmiatori liguri e italiani e bene il miliardo e mezzo stanziato in manovra per gli altri cittadini truffati”.

Renzi, probabilmente non memore di Banca Etruria e di altre situazioni consimili, che riguardavano personalità presenti persino nel suo esecutivo, ha invece ribattuto: “Salvini e Di Maio si devono vergognare per quello che hanno detto per anni contro di noi. Si devono vergognare per le offese e gli insulti. Hanno truffato gli italiani raccontando storie non vere su di noi: sulla TAV, sulla TAP, sull’ILVA, sulle trivelle… Adesso persino sulle banche”.

Non diverso il parere dell’alleato Ettore Rosato, autore della celebre legge elettorale, che al pari di Renzi cerca di distogliere l’attenzione e di mettere la polvere sotto il tappeto: “Lo hanno fatto di notte ed è durato dieci minuti, non hanno fatto una conferenza stampa per spiegarlo dopo. È il consiglio dei ministri che ha approvato il decreto salvabanche. Sì, proprio Salvini e Di Maio hanno fatto il decreto che ‘con i soldi degli italiani salvano le banche’, esattamente come dicevano di noi. Ma le banche non erano il nemico che bisognava far fallire? Mi sa che oggi continueranno a parlare tutto il giorno dei 49 disgraziati sul barcone per sviare l’attenzione”.

Nel mentre, dopo il varo del decreto da parte del governo, i tre commissari della banca a Roma, Pietro Modiano, Fabio Innocenzi e Raffaele Lener incontreranno oggi i sindacati. L’appuntamento è in agenda nella sede dell’istituto a Genova e sul tavolo ci sono le prospettive future di Carige e quelle dei suoi 4.200 dipendenti. Per 490 di loro è già stato concordato un piano di uscite entro dicembre di quest’anno.