
Il 21 agosto, la Russia e la Cina hanno inviato una richiesta di riunione straordinaria del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite riguardo lo sviluppo di missili statunitensi che violano i termini del Trattato sull’eliminazione dei missili a raggio intermedio e a corto raggio (Trattato INF). Il Trattato INF proibiva i missili con un’autonomia compresa tra i 500 e i 5500 km.
La riunione si è tenuta il 22 agosto. Lo scorso febbraio, Washington aveva annunciato l’inizio del processo di ritiro dal Trattato INF, accusando Mosca di aver violato le sue condizioni. Il 2 agosto, gli Stati Uniti si sono ritirati dal trattato INF; lo stesso giorno, il Ministero degli Esteri russo ha confermato che il Trattato era stato sospeso, in risposta, anche da Mosca.
La causa immediata della riunione del Consiglio di sicurezza dell’ONU Nazioni Unite è stata la prova del missile da crociera americano. Il 18 agosto, gli Stati Uniti hanno testato un missile da crociera non nucleare terrestre con caratteristiche vietate dal trattato INF. Secondo i media, la sua autonomia di volo è di oltre 500 km. Secondo la CNN, il razzo è stato lanciato dall’isola di San Nicola nell’Oceano Pacifico.
Secondo il segretario stampa del presidente della Russia, Dmitrij Peskov, i recenti fatti hanno dimostrato inequivocabilmente che gli Stati Uniti si erano preparati in anticipo per rompere l’accordo. «Questa notizia è arrivata in tempo, al momento della comunicazione tra due presidenti: Putin e Macron. E Putin ha appena notato che tali test dimostrano ancora una volta che gli americani fin dall’inizio stavano lavorando per minare il Trattato INF, che gli americani lo stavano preparando fin dall’inizio» ha detto Peskov.
Allo stesso modo, il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov ha commentato che gli americani stavano preparando le prove di un missile da crociera proibito dal Trattato INF molto prima della scadenza del termine ufficiale del Trattato, cioè il 2 agosto. Venerdì 23 agosto, lo stesso presidente Putin ha parlato direttamente di questo, affermando che gli Stati Uniti hanno lanciato una campagna di propaganda accusando la Russia di violare il Trattato INF al fine di coprire i propri piani per abbandonare il Trattato.
Già prima della riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, però, gli esperti in Russia avevano espresso dubbi riguardo un suo esito positivo. I politici americani vedono il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite come un anacronismo della guerra fredda. Washington agisce spesso senza l’approvazione del Consiglio di Sicurezza o anche in violazione delle sue decisioni – così è stato durante il bombardamento da parte delle forze NATO della Jugoslavia federale nel 1999, come durante l’invasione delle forze armate statunitensi e dei loro alleati in Iraq nel 2003.
Si ha l’impressione che i russi e i cinesi, che hanno convocato la riunione di emergenza, non abbiano particolarmente sperato di fermare i test missilistici americani, anche perché si tratta di un obiettivo difficilmente realizzabile: gli americani probabilmente non rispetterebbero il divieto, anche se il Consiglio di sicurezza dell’ONU si schierasse dalla parte dei russi e dei cinesi.
Gli stessi russi, annunciando la preparazione dei test molto prima del ritiro ufficiale degli Stati Uniti dal Trattato INF, si contraddicono. La Russia e la Cina, qualora avessero voluto impedire le prove del missile da crociera americano, avrebbero convocato una riunione del Consiglio di sicurezza dell’ONU prima di queste prove. Questo, tuttavia, non è stato fatto poiché, con molta probabilità, Mosca e Pechino volevano mettere gli alleati europei della NATO di fronte al fatto compiuto, quando i test avevano già avuto luogo (e per avvalorare la tesi di una corsa agli armamenti da parte degli USA).
I Paesi più “filoamericani” del continente europeo sono i Paesi dell’Europa orientale. Il 21 agosto, il presidente rumeno Klaus Iohannis, durante i colloqui a Washington con Donald Trump, ha annunciato la propria disponibilità a schierare un numero maggiore di truppe statunitensi nel suo Paese. In Romania, Bulgaria e Polonia sono presenti 7 mila soldati del battaglione multinazionale NATO al fine di scoraggiare la Russia. Oltre al contingente NATO, in Romania sono dispiegati circa 900 soldati americani.
In precedenza, le autorità della Polonia, leader informale del gruppo filoamericano dei Paesi dell’Europa orientale, avevano annunciato un aumento delle truppe USA in territorio polacco. A metà giugno, Trump ha concordato con il presidente polacco Andrzej Duda di schierare in Polonia la ricognizione MQ-9, oltre ad uno squadrone di droni, e di aumentare il contingente militare americano di mille unità.
Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite non è stato in grado di elaborare risoluzioni o dichiarazioni congiunte a seguito della riunione del 22 agosto. La conclusione della riunione suggerirebbe che siano proprio i Paesi dell’Europa orientale ad essere più orientati, nelle loro politiche, verso Washington piuttosto che verso le capitali europee, diventando il luogo di schieramento di nuovi missili americani.
L’Europa orientale è situata al confine ovest della Russia, ed è improbabile che la Russia lasci senza risposta questo rafforzamento della presenza militare americana, con il probabile e quasi inevitabile dispiegamento di missili da crociera. Tuttavia, i cinesi sono molto preoccupati: il rappresentante permanente della Cina presso le Nazioni Unite ha invitato gli Stati Uniti ad astenersi dal dispiegare missili a medio e corto raggio nella regione dell’Asia-Pacifico.
Silvia Vittoria Missotti