Dalian: la città dei record

La “Hong Kong del Nord”

La mattinata del primo giorno di agosto mi sveglio in un posto completamente diverso da Pechino: Dalian, il porto principale del Liaoning che con i suoi sei milioni di abitanti è la seconda città più importante della regione dopo il capoluogo Shenyang. E’ corretto a mio avviso definire questo gigantesco porto situato sul Mar Giallo come l’anti-Pechino per eccellenza. Se la capitale è una città dove predominano i fasti dell’era imperiale e le abitazioni piatte, mi basta mettere il naso fuori dalle porte della stazione dei treni per notare davanti al mio naso grattacieli arditi e slanciati che assomigliano molto a quelli di Shanghai o Hong Kong, non è un caso infatti che Dalian venga soprannominata la “Hong Kong del Nord”. Sistematomi in un appartamento vicino alla stazione, dopo aver perso un’abbondante mezz’oretta per cercare di spiegare alla proprietaria che devo solo appoggiare i bagagli prima del check-in previsto per le tredici, mi reco nel centro a fare un giretto alla scoperta di questa nuova città, fondata dai russi nel 1898 al termine della prima guerra con il Giappone (1895) per il controllo dell’Estremo Oriente. Infatti la piazza principale di questa metropoli, la piazza Zhongshan, è un miscuglio di stili architettonici che vanno dall’art déco al rinascimento francese, da qui parte la metropolitana e un sistema viario di dieci vie che compongono il cuore della città. In questa gigantesca piazza circolare si trova il prestigioso hotel Dalian Binguan costruito dai nipponici nel 1914 e comparso nel film l’Ultimo Imperatore di Bernardo Bertolucci (1987).

Veduta della principale piazza di Dalian: Piazza Zongshan

Una città ecologica proiettata nel futuro

Dalian è una delle città con l’aria più pulita di tutta la Cina ed è una delle sedi dove il governo di Pechino sperimenta nuove forme di approvvigionamento energetico basato sulle cosiddette energie rinnovabili (fotovoltaico, eolico) che i cinesi intendono affiancare alle fonti più tradizionali come l’idroelettrico e soprattutto il nucleare (con reattori di terza e da qualche anno anche di quarta generazione). Nonostante i media continuino incessantemente a proporci l’idea (assolutamente fallace) della Cina come uno dei principali pericoli per l’ecosostenibilità del nostro pianeta dove lo smog e l’inquinamento la fanno da padrone, la realtà come dimostra il caso di Dalian è ben diversa.

Li Ganjie, Ministro dell’Ambiente della Repubblica Popolare Cinese ha diramato questo settembre i seguenti dati ufficiali: “nel 2013 il Consiglio di Stato cinese ha adottato dieci misure per la prevenzione e il risanamento dell’inquinamento atmosferico e, nell’arco di soli sei anni, il primo gruppo di settantaquattro città chiave in cui si è svolto il monitoraggio della densità del PM 2,5 ha registrato un calo medio pari al 41 ,7%. A Pechino tale calo è risultato più rilevante (43%), e in modo particolare negli ultimi due, tre anni, è stata realizzata una riduzione a due cifre”. Questo miglioramento della qualità dell’aria è stato accompagnato da una robusta campagna di riforestazione, che è stato varato nel 2016, che punta a  aumentare la superficie forestale fino al 23% entro il 2020 (nel 1949, anno della proclamazione della Repubblica Popolare le foreste costituivano appena l’8% del territorio). Nello specifico a Dalian la percentuale di rimboschimento ha raggiunto il 41,5%, nei primi tre trimestri dell’anno, la percentuale di giorni con buona qualità ha raggiunto il 78%, mentre la qualità dell’acqua di fonte e dell’acqua potabile nella città ha raggiunto il 100%.

Facciamo qualche esempio pratico? Il porto di Dalian è alimentato da tre giganteschi impianti fotovoltaici, il più grande ha una capacità di 3.300 chilowatt, il nuovo stadio dove gioca la squadra con le nostre vecchie conoscenze Rafa Benitez (in panchina) e Marek Hamšik, concepito come “un fiore che si apre” è anch’esso interamente alimentato da energia pulita. L’unica nota sonata che posso rilevare è il fatto che a Dalian, come in tutta la Cina, la raccolta differenziata dei rifiuti non viene ancora applicata, sotto questo aspetto il governo cinese deve ancora lavorare molto.

Una chiesa sconsacrata nel centro di Dalian
Una chiesa sconsacrata nel centro di Dalian

Dalla “spiaggia più affollata del mondo” (Fujiazhuang)...

Dopo aver pranzato in un localino situato in uno dei tanti centri commerciali multipiano che pullulano il centro cittadino decido di prendere un taxi per andare al mare, alla spiaggia di Fujiazhuang, conosciuta come “la spiaggia più affollata del mondo” perché nei giorni di festa è capace di contenere cinquantamila persone ammassate come sardine. Per mia fortuna, essendo un giorno festivo, la spiaggia composta da piccoli ciottoli misti a sabbia non è affollatissima. Due cose mi colpiscono: i costumi “aderenti” indossati dai locali così diversi dai nostri boxer e il fatto che quest’ultimi invece che il classico ombrellone stazionino in spiaggia con la classica tenda da campeggio, i cinesi infatti non amano affatto il sole e se possono stanno il più possibile all’ombra. Il posto non è minimamente paragonabile con le Maldive o le Seychelles però non è neanche così malaccio: il panorama, con due minuscole isole che punteggiano l’orizzonte, è da cartolina inoltre l’acqua pur se con molte alghe e fresca e pulita nonostante la gran caldana.

La spiaggia di Fujiazhuang.

…alla “piazza più grande del mondo” (Piazza Xinghai)

Dopo due ore sotto il sole nella “spiaggia più affollata del mondo” decido di fare una bella camminata di circa cinque chilometri per giungere alla.. “piazza più grande del mondo”, la Piazza Xinghai sede del XX Festival Internazionale della Birra di Dalian. Per fare ciò devo camminare sulla “passerella in legno più lunga del mondo” (lunga circa ventun chilometri!): si vede che a Dalian sono proprio abituati con i Guinnes! Durante l’oretta e mezza di camminata gli scorci paesaggistici che si aprono alla mia sinistra sono da favola: baie, insenature e tanto verde lussureggiante. Verso la fine del percorso, in mezzo al mare si può notare addirittura una statua del Buddha.

L’immensa Piazza Xinghai (che in cinese significa “mare di stelle”) è un ovale di 110 ettari che è stato costruito nel 1998 in occasione del centesimo anniversario dalla fondazione della città. Il panorama che si gode da questa piazza è affascinante: verso Nord si possono vedere i grattacieli del quartiere finanziario cittadino mentre a Sud si nota il lunghissimo ed avveniristico Ponte della Baia di Xinghai; a proposito di Guinnes e record questo è stato il primo ponte sospeso costruito in Cina che collega i due corni della Baia di Xinghai (la sua lunghezza si aggira sui cinque chilometri). Un’opera del genere ha ispirato altre costruzioni avveniristiche recenti come il ponte marino che collega Hong Kong a Macao, lungo ben undici volte il sinuoso ponte di Dalian (55 chilometri!).

Veduta del Ponte della Baia di Xinghai, uno dei primi ponti sospesi realizzati in Cina.
Veduta del Ponte della Baia di Xinghai, uno dei primi ponti sospesi realizzati in Cina.

Il XX Festival Internazionale della Birra di Dalian

A cavallo tra luglio e agosto la piazza è interamente occupata dai teloni del Dalian International Beer Festival, una sorta di Oktoberfest in salsa cinese. Per entrare al festival devo far fronte solo un piccolo inconveniente: vengono accettati infatti solo pagamenti elettronici attraverso un’app che solo i cellulari cinesi possiedono. Solo grazie alla gentilezza di una coppia di ragazze locali, che pur non conoscendo l’inglese hanno intuito la mia difficoltà, riesco prima ad anticipare i soldi del biglietto a loro che poi tramite il loro smartphone sono riuscite a erogare il pagamento elettronico. Se in Italia temi come l’abolizione del denaro contante fanno molto discutere, su questi temi nella Repubblica Popolare si sono già spinti parecchio in avanti rispetto alle nostre latitudini.

È dal 2014, con l’implementazione del Sistema di Credito Sociale (SCS), che attraverso gli strumenti tecnologici il governo cinese intende effettuare una sorta di classificazione di massa di cittadini ed imprese; i pagamenti elettronici rientrano in una di queste forme di controllo e classificazione sociale in modo che i cittadini e le imprese con punteggio più alto vengano così premiate e incoraggiare dal governo. I cinesi quindi tendono ad accettare queste forme di controllo sociale se sono rivolte a fin di bene: secondo i canoni del SCS infatti l’insolvenza dei debiti, la dipendenza dal gioco d’azzardo, comportamenti sguaiati in pubblico comportano un punteggio basso che può sfociare in a delle punizioni come la gogna pubblica o addirittura il divieto di usufruire di determinati servizi (trasporti pubblici, internet).  Al Festival ho solo l’imbarazzo della scelta in quanto a birre tra marche cinesi (la famosa Tsingtao) ed europee (Tuborg, Heineken, Budweiser, in totale i marchi presenti si aggirano sulla trentina) e tra spiedini alla griglia, musica a tutto volume, gente che balla e schiamazza divertita trascorro una bella serata.

Per ritornare all’appartamento, che si trova esattamente dall’altra parte della città (Piazza Xinghai dista circa sette chilometri dal centro cittadino) prendo l’efficientissima metropolitana di Dalian, meno estesa e ramificata rispetto a quella della capitale ma egualmente efficiente e pulita, il costo del biglietto è addirittura inferiore rispetto a Pechino (due Yuan Renminbi, venticinque centesimi di Euro!). Giungo così a destinazione con la gola secca ed una gran sete provocata dalla birra. I custodi del condominio, vedendomi particolarmente accaldato e assetato, decidono di farmi un bel regalo: due gigantesche fette di anguria! La sete passa e riesco così a passare qualche bella oretta di sonno, il primo giorno di agosto nella splendida Dalian è così andato!

Veduta del XX Festival Internazionale della Birra di Dalian.
Veduta del XX Festival Internazionale della Birra di Dalian.

(Fine 4a puntata)