Lorenzo Somigli da Il Tazebao

Un’economia in crescita oltre alle aspettative (7% nel 2024), una tradizione culturale che viene convintamente trasmessa, un’accorta politica diplomatica, un rapporto in espansione con l’Italia. Grazie all’iniziativa dell’Ambasciata della Repubblica Socialista del Vietnam in Italia, il paese asiatico ha dato mostra della sua cultura e dei suoi progressi, nella cornice del Teatro Ghione, a Roma, tra cibi tradizionali, opere d’arte “esotiche”, abiti tradizionali. Si è svolta martedì la festa dell’Ambasciata in occasione del Capodanno del Têt, la ricorrenza più importante per i vietnamiti.

In sala, tante famiglie “miste”, a testimoniare che le buone relazioni di amicizia tra i popoli poggiano, sempre e comunque, “sulle gambe delle persone”, sulla conoscenza reciproca, sulla cooperazione paritaria. Presenti vari esponenti delle rappresentanze diplomatiche: Sudan, Cuba, Malesia e non solo. Dopo le musiche tradizionali, con affascinanti e inconsueti strumenti – merito della Scuola d’arte di Hanoi -, immancabile il ricordo di Ho Chi Mihn, il pater patriae che ha reso indipendente il Vietnam scacciando tutti gli invasori, il costruttore di quella Repubblica socialista che oggi si è orientata verso un’economia sociale di mercato con ottime ricadute. Immancabile anche il caffè, di cui il Vietnam è il secondo esportatore al mondo solo dopo il Brasile.

Il Vietnam fa gola e, infatti, gli investimenti diretti esteri nel 2024 hanno raggiunto il livello più alto dal 2020, oltre 25 miliardi di dollari, in aumento del 9,4% rispetto all’anno precedente.

Per l’Italia il Vietnam rappresenta un mercato di riferimento, come testimoniano gli imprenditori presenti. Sono oltre 100 le imprese italiane – e non solo i colossi come Piaggio, Lavazza e Ferrero – presenti in Vietnam e l’Italia è il quarto partner commerciale con un export verso il Vietnam di circa 1,6 miliardi negli anni passati, stabilmente in crescita.

In questa fase di regionalizzazione delle economie, con il blocco panamericano in costruzione, il Vietnam può essere una preziosa valvola di sfogo.

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