La Lega espugna un’altra (ex) roccaforte “rossa” e sbriciola a colpi di voti l’innaturale alleanza di palazzo tra gli ex acerrimi nemici Pd e M5s. Donatella Tesei è il nuovo presidente della Regione Umbria.

L’esponente del Carroccio, al termine dello scrutinio delle 1.005 sezioni, ha ottenuto al 57,55% delle preferenze con un vantaggio di circa 20 punti su Vincenzo Bianconi, sostenuto da centrosinistra e M5S, fermo al 37,48%. La Lega è il primo partito con il 36,95% dei voti, FdI ottiene il 10,4%, Fi il 5,5%. Il Pd raggiunge il 22,33%, il M5S crolla al 7,41%.

Il partito di Salvini, trascinato dalla campagna elettorale praticamente perfetta del suo leader, ha ottenuto il 14% in più delle precedenti regionali, Fratelli d’Italia oltre il 4% in più (era al 6,2%%). Continua la flessione di Forza Italia: aveva l’8,5%. Nella coalizione largamente sconfitta guidata da Bianconi, il Pd ha perso oltre 13 punti percentuali. Il M5s si è dimezzato con il suo 7,41% (era al 14.6%).

Matteo Salvini, al fianco di Donatella Tesei anche nella notte del trionfo, non ha usato giri di parole per commentare il risultato di quello che era a tutti gli effetti un test politico nazionale, soprattutto alla luce delle fibrillazioni politiche interne ed esterne all’esecutivo: “Penso a chi aspettava da 50 anni un cambio. Sfido chiunque a pensare che si sarebbe celebrata una festa di democrazia come quella di oggi. Gli umbri hanno potuto votare a differenza di milioni di italiani. La Lega è di gran lunga il primo partito del paese”.

Poi si rivolge a Pd, 5 Stelle e Conte: “E’ una lezione di democrazia che si ricorderanno. Un Presidente del Consiglio che dice che un voto dell’Umbria conta meno che niente è un omino”.

“Ringrazio gli umbri che hanno dato una prova di grandissima maturità e di coraggio”. Lo ha detto Donatella Tesei.

“Non era per niente facile e scontato”, ha aggiunto la neo-governatrice, rimarcando la “necessità di cambiamento espressa dagli umbri”.

“Governare la regione non sarà facile”, ha sottolineato l’esponente leghista, indicando in lavoro ed economia le priorità.

“La sconfitta è netta e conferma una tendenza negativa del centrosinistra consolidata in questi anni in molti grandi Comuni umbri che non si è riusciti a ribaltare. Il risultato intorno a Bianconi conferma, malgrado scissioni e disimpegni, il consenso delle forze che hanno dato vita all’alleanza”, ha scritto in una nota il segretario Pd Nicola Zingaretti, uscito a dir poco ammaccato dal test umbro. Zingaretti ha provato a scaricare le colpe di questo nuovo disastro su Renzi e Calenda, accusandoli di essersi disimpegnati.

Si lecca le ferite il M5s, abbandonato dal suo elettorato e in piena crisi d’identità: “Il patto civico per l’Umbria lo abbiamo sempre considerato un laboratorio, ma l’esperimento non ha funzionato. Il Movimento nella sua storia non aveva mai provato una strada simile. E questa esperienza testimonia che potremo davvero rappresentare la terza via solo guardando oltre i due poli contrapposti”.

Il responso delle urne indebolisce ulteriormente il premier Conte, alle prese con una nuova gatta da pelare. Poco prima di ricevere l’incarico governativo, Conte era stato chiamato in qualità di consulente da Fiber 4.0, società controllata dal fondo di investimento Athena Global Opportunities, facente capo al finanziere Raffaele Mincione, adesso finito al centro dello scandalo finanziario che ha investito la santa sede. Il fondo avrebbe ricevuto 200 milioni di euro dal Segretariato Vaticano, investiti in immobili di lusso a Londra. E’ quanto si afferma in un articolo pubblicato dal Financial Times.

L’ottobre dell’ex avvocato degli italiani è sempre più amaro. Il giallorosso della sua squadra è ogni giorno più sbiadito. E si intensificano le voci di strappi prima di un deragliamento ormai annunciato.