
Luigi Di Maio, il vice presidente della Camera, apparentemente è critico nei confronti di Bruxelles, ma poi dice che la UE “È stata spesso utilizzata dalla politica italiana come alibi, non è colpevole di tutto ciò di cui viene accusata.” Sono le parole di Di Maio, in una intervista al The Guardian.
“È una UE che ha deciso di rinunciare ad avere un ruolo protettivo nei confronti del mercato interno e dei cittadini” ha aggiunto Di Maio. I 5 Stelle hanno invocato un referendum sulla permanenza nella UE, ben sapendo che, per la nostra costituzione, non avrebbe nessun valore legale. “Un referendum in cui si chiede ai cittadini di scegliere se restare o meno nell’euro, se vogliono andare in un’altra direzione, o tornare alla lira”.
Si potrebbe obiettare che neppure quello britannico era vincolante, eppure l’UK si appresta ugualmente a uscire. Ma l’Italia è il Paese dove i referendum vengono rispettati solo se fa comodo: es. quelli sulla responsabilità civile dei magistrati e sull’acqua pubblica sono diventati carta straccia. Figuriamoci quindi un referendum privo di valore, anticostituzionale, in un Paese in cui proporre di modificare la costituzione (“la più bella del mondo”) configura quasi il reato di lesa maestà, che valore potrebbe avere. In compenso costerebbe centinaia di milioni di euro ai cittadini, oltre a una tremenda disillusione per gli euroscettici, sopratutto in caso di vittoria. Ammesso sempre che si svolgesse davvero.
“Sul solco dell’entusiasmo per la Brexit, alcuni hanno cominciato a parlare di ‘Italexit’. Cosa mai accaduta prima d’ora”.
Di Maio probabilmente è stato poco attento, perché negli ultimi anni le invocazioni popolari per una Italexit si sono moltiplicate. Di Maio è invece ottimista sugli effetti che la Brexit potrebbe avere sull’Italia. “L’Italia potrebbe attirare gli investimenti [stranieri] grazie alla tassazione che consente alle aziende che ci sono e che vogliono venire in Italia di contribuire allo sviluppo economico di questo Paese”, dice. A proposito della UE, dice: “Credo che il progetto originale fosse giusto, cioè quello di una unione politica e di un senso di comunità. Dobbiamo tornare alla comunità europea originaria”.
Il trentenne napoletano in questi giorni è incappato in un ulteriore passo falso per aver parlato di “lobby dei malati di cancro”.
Dopo questo post, la polemica è subito divampata, ricevendo il biasimo della deputata del PD Alessia Rotta:
Di Maio si scusi per avere parlato dei malati di cancro come di una lobby #vergogna
— Alessia Rotta (@alessiarotta) 21 luglio 2016
A nulla sono servite le scuse di Di Maio, che ha poi accusato il PD di fare sciacallaggio.
Massimiliano Greco