L’Italia non è terra di conquista per i coltivatori di Ogm. Sono rimasti solo due Paesi a coltivare organismi geneticamente modificati in Europa dove si registra anche un ulteriore calo della superficie seminata del 4%. A renderlo noto è Coldiretti nel fare un bilancio della coltivazione Ogm in Europa sulla base dell’ultimo rapporto ISAAA (International Service for the Acquisition of Agri-biotech Applications).
L’organizzazione degli imprenditori agricoli ha espresso grande soddisfazione per la tempestiva decisione del Corpo forestale regionale del Friuli Venezia Giulia di intervenire per abbattere le piante di mais Ogm seminato illegalmente a Vivaro (Pordenone) e Colloredo di Monte Albano (Udine), su disposizione del Ministero delle Politiche agricole.
Il personale della forestale ha distrutto complessivamente 6mila metri quadrati di mais anche nelle proprietà di Colloredo di Monte Albano, in provincia di Udine, su disposizione del Ministero delle politiche agricole. A Colloredo la strada è stata bloccata per il tempo necessario alla distruzione e, per evitare disordini, sono intervenuti anche i carabinieri della stazione di Majano.
La distruzione si è resa necessaria dopo l’inottemperanza di Giorgio Fidenato al decreto dello scorso 3 luglio, con il quale il Ministero concedeva cinque giorni all’imprenditore agricolo per provvedere in autonomia all’abbattimento delle piante transgeniche. Fidenato aveva seminato nuovemente mais Mon 810 nei suoi campi.
“Un atto importante per ripristinare la legalità nei confronti di un reato ambientale poiché l’Italia, sottolinea la Coldiretti, è tra la maggioranza dei Paesi membri dell’Unione che ha scelto di vietare la semina di Ogm sulla base della direttiva Ue approvata nel 2015”.
L’agricoltura italiana ha il maggior numero di certificazioni alimentari a livello comunitario per prodotti a denominazione di origine Dop/Igp che salvaguardano tradizione e biodiversità, la leadership per il numero di imprese che coltivano biologico, la più vasta rete di aziende agricole e mercati di vendita a chilometri zero e la minor incidenza di prodotti agroalimentari con residui chimici fuori norma.
“La superficie europea coltivata a transgenico in Europa, spiega Coldiretti, risulta pari ad appena 131.535 ettari rispetto ai 136.363 dell’anno precedente. Nel 2017, infatti, le colture ogm sopravvivono nell’Unione Europea solo in Spagna (124.227) e Portogallo (7.308) dove tuttavia si registra una riduzione delle semine del mais MON810, l’unico coltivato. Anche Repubblica Ceca e Slovacchia hanno infatti abbandonato la coltivazione e si sono aggiunte alla lunga lista di Paesi “Ogm free” dell’Unione Europea.
Le scelte degli agricoltori europei sono la dimostrazione concreta della mancanza di convenienza nella coltivazione Ogm nonostante le proprietà miracolistiche propagandate dalle multinazionali che ne detengono i diritti. Quasi 8 italiani su 10 (76 per cento) peraltro si oppongono oggi al biotech nei campi, secondo una indagine Coldiretti/Ixe.
“Per l’Italia gli organismi geneticamente modificati in agricoltura non pongono solo seri problemi di sicurezza ambientale, ma soprattutto perseguono un modello di sviluppo che è il grande alleato dell’omologazione e il grande nemico del Made in Italy”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo.