Guerra in Donbass

Il 2 aprile scorso, nel paesino di Aleksandrovsky, nel Donbass, un bambino di 5 anni è morto in seguito al bombardamento di un drone ucraino. Al funerale del bambino, Vladik Shikhov, hanno partecipato anche molti giornalisti e blogger, che hanno così potuto vedere ciò che è accaduto sul posto e parlare con i parenti della giovanissima vittima. Secondo quanto riportato dall’autoproclamata Repubblica Popolare di Donetsk (DPR), dove si trova il paesino, la bomba è stata lanciata vicino ad un’abitazione. Uccidendo il bambino che stava giocando in cortile e ferendo la nonna, che è stata ricoverata in ospedale per le ferite riportate. Vladik viveva con i nonni, e la nonna ha rilasciato un’intervista alla testata online NewsFrontnella quale racconta che la gamba del bambino è stata strappata via dall’esplosione. «Non so che tipo di guerre ci possano essere contro questo bambino. Non conosceva la parola “guerra”, noi non gliela avevamo insegnata…» – ha detto la donna. 

I funerali di Vladik Shikov

L’Ucraina, inizialmente, non aveva commentato la tragedia, ma in seguito alla grande attenzione mediatica che l’episodio ha suscitato il governo di Kiev ha rilasciato una dichiarazione, che smentisce che le forze armate ucraine siano coinvolte nella vicenda. Anche sui social network ucraini è stata lanciata una campagna di negazione dell’episodio, e diversi utenti hanno commentato che non si è trattato di omicidio perché mancherebbero le prove fotografiche. Tuttavia, vi sono foto della facciata della casa, che riporta segni di schegge, e anche del bambino e della sua tomba, che indica che la sua morte è avvenuta il 2 aprile. Un certo numero di utenti dei social ucraini ha quindi tentato di fornire versioni alternative per negare l’accaduto, sostenendo che il paese di Aleksandrovsky si trova troppo lontano dalla linea del fronte (in realtà, si trova a circa 15 chilometri dalla prima linea, che non è una grande distanza per i droni moderni). 

Le milizie dell’autoproclamata Repubblica Popolare di Donetsk sostengono che il bambino sarebbe morto per via di un ordigno esplosivo lanciato nel cortile nel quale stava giocando. La missione di monitoraggio dell’OSCE nel Donbass ha verificato le informazioni sulla morte di Vladik e, a seguito delle indagini, ha dichiarato che il bambino è stato ucciso da un’esplosione nel cortile della sua casa di Aleksandrovsky il 2 aprile.

L’episodio, intanto, è arrivato anche ai massimi vertici delle autorità russe: «Il Cremlino non vede alcun motivo per dubitare della veridicità dei dati sulla morte del bambino durante il bombardamento nel Donbass: è difficile immaginare che si tratti di un falso» – ha commentato Dmitrij Peskov, l’addetto stampa del presidente russo Putin. Vjačeslav Volodin, il presidente della Duma di Stato russa, ha sollecitato a discutere dell’espulsione dell’Ucraina dal Consiglio d’Europa. Il 5 aprile, anche il Comitato Investigativo della Federazione Russa ha aperto un caso sulla morte di Vladik Shikhov. La Russia accusato l’esercito ucraino di essere responsabile della sua morte. 

Il capo della DPR Denis Pushilin, ha detto al quotidiano russo Lenta che, nelle ultime settimane, il numero di volontari russi che desiderano recarsi nel Donbass è notevolmente aumentato. Allo stesso tempo, le Repubbliche di Donetsk e Lugansk hanno annunciato la richiesta di reclute, per la prima volta dal 2014. Al momento, il servizio nelle unità paramilitari delle repubbliche del Donbass è contrattuale. Al contempo, in Ucraina sono iniziati i preparativi per una possibile ripresa delle ostilità. Il 30 marzo, la Verkhovna Rada (il parlamento ucraino) ha adottato una legge sulla creazione di centri di reclutamento territoriali tramite uffici di arruolamento militare. Ciò consentirà, senza annunciare la mobilitazione di massa, di chiamare i riservisti per il servizio entro 24 ore. 

Il 2 aprile ha avuto luogo, su iniziativa americana, una conversazione telefonica tra il presidente degli USA Joe Biden e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. In seguito alla telefonata, la Casa Bianca ha dichiarato che «il presidente Biden ha ribadito il fermo sostegno degli Stati Uniti alla sovranità e integrità territoriale dell’Ucraina di fronte all’aggressione russa nel Donbass e in Crimea». La nuova amministrazione di Biden ha assicurato all’Ucraina che gli Stati Uniti e la NATO la stanno sostenendo nel crescente confronto nel Donbass. In risposta, Peskov ha avvertito che qualsiasi dispiegamento di truppe NATO in Ucraina costringerebbe la Russia ad adottare misure aggiuntive per garantire la propria sicurezza.

Silvia Vittoria Missotti

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Reporter di politica russa interna ed estera. Vive in Russia dal 2014.