Alberto Bagnai

ROMA – Con una conferenza stampa all’interno della Camera dei Deputati la Lega di Salvini ha presentato ufficialmente la candidatura dell’economista Alberto Bagnai, professore di Economia Politica all’Università degli Studi “Gabriele D’Annunzio” di Chieti e Pescara, con loro presente anche il responsabile economico della Lega, Claudio Borghi.

Bagnai che da sempre studia le asimmetrie economiche è impegnato da anni nell’opera di divulgazione delle teorie economiche che portino come tesi la contrarietà alla moneta unica europea. Il professore è attivo sia attraverso il suo blog personale (goofynomics), sia presiedendo la sua associazione “A/simmetrie”, con la quale abitualmente organizza eventi, convegni, conferenze dove vengono invitate varie personalità del mondo economico, politico e sindacale a discutere della situazione economica dell’Eurozona.

Matteo Salvini nella conferenza stampa dedicata ai temi del programma di governo leghista ha ringraziato Bagnai: “Devo ringraziare Bagnai due volte: primo perché Il Tramonto dell’Euro – uno dei diversi saggi scritti dal docente – è un libro che mi ha aperto gli occhi” dice il segretario della Lega, “secondo perché come per Giulia Bongiorno è un caso di docente universitario riconosciuto a livello nazionale e internazionale come Alberto Bagnai, che mette a disposizione la sua persona e la sua professionalità come candidato della Lega in diverse ragioni, sicuramente in Abruzzo e nel Lazio”.

“Alberto Bagnai” – ha precisato ancora Salvini – “è stato il primo a dire in Italia che il Re è nudo, che l’euro è stato un esperimento sbagliato, e con cui stiamo lavorando per il 5 marzo per mettere in sicurezza il lavoro il risparmio delle famiglie e delle imprese italiane. A differenza di altri noi non cambiamo idea a seconda delle convenienze, delle elezioni e dei sondaggi. L’euro è e resta un esperimento sbagliato, che ha danneggiato il lavoro e l’economia italiana. Con Alberto e con Claudio (Borghi) ci stiamo preparando a difendere l’interesse nazionale, che abbiamo inserito anche nel programma comune del centrodestra”.

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Nel suo discorso di presentazione, Bagnai ha ringraziato a sua volta Salvini: “se sono qui è perché lui mi ha fatto una proposta che non mi sono sentito di  rifiutare” – ha spiegato l’economista – “era giunto il momento di passare da un’attività accademica, per quanto efficace, a un impegno in prima persona, affrontando un percorso, che personalmente vivo come un momento anche come crescita culturale. Non vengo qui a fare lezioni a nessuno, anche perché sotto il profilo concettuale i problemi dei quali mi occupo sono estremamente semplici: l’euro è un fallimento annunciato sotto tanti profili e l’Unione Europea è sotto tanti profili un modello di integrazione economica e politica, profondamente distorto.

So che da questa esperienza – aggiunge Bagnai – imparerò molto e mi predispongo con umiltà ad affrontare questo percorso. Devo dire, per far capire cosa significa questo passo per me, che il primo articolo su questo tema lo scrissi nel 2011 su Il Manifesto, è stato necessario un percorso di maturazione, personale, culturale profondo, per arrivare alle conclusioni che espongo oggi sul mio blog. Cioè le conclusioni per le quali per difendere quella che Orwell chiamava la ‘common decency’ e che la nostra Costituzione chiama ‘un’esistenza libera e dignitosa’, oggi un intellettuale che voglia schierarsi, deve necessariamente farlo con un partito conservatore, anche se può sembrare paradossale”.

Su Salvini, Bagnai dichiara: “io ho contattato tantissimi politici nel corso del mio impegno nel dibattito, però Matteo Salvini è stato l’unico che mia abbia dimostrato umanamente di rispettare il mio lavoro. Questa è una cosa che non ho trovato presso nessuno degli interlocutori ai quali mi sono rivolto in quello che ritenevo fosse lo schieramento naturale al quale era per ma naturale rivolgermi (il manifesto ndr), e sotto questo rispetto quando lui mi ha chiesto di aderire alla sua squadra io ho aderito e conto di lavorare con lui e spero nell’interesse nel paese. Ci sono dei processi disgregativi del modello fallimentare che ci siamo dati che sono in atto. È interesse di tutti nel caso ci fosse un’esplosione del sistema ci sia nelle istituzioni qualcuno che il problema lo ha studiato, anziché continuare a negarlo per anni e per decenni contro ogni ragionevole evidenza”.

Una candidatura coraggiosa quella approvata dal segretario leghista. I volti di Bagnai e quello più celebre della Bongiorno fanno aprire la lega a guida salviniana a forze e idee eterogenee rispetto all’humus classico del partito del Carroccio. Per Salvini queste elezioni sono prove tecniche per approdare a quel partito di dimensione nazionale agognato da Salvini, sulla stessa strada che aveva già intrapreso Marine Le Pen fino alle elezioni presidenziali francesi dello scorso aprile-maggio.

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Restano i dubbi però di un’alleanza con Berlusconi che sembra poggiare su basi sempre meno solide. Stamattina Berlusconi ha incontrato il capogruppo del PPE al parlamento europeo e ha dichiarato di non voler sforare il limite del 3% di deficit imposto dal trattato di Maastricht e cavallo di battaglia dell’UE a guida popolare.

Il sospetto è che queste siano le elezioni dove Salvini passerà alla raccolta dei frutti della sua propaganda instancabile iniziata alla fine del 2013, quando fu eletto per la prima volta segretario del Carroccio e che porteranno per la prima volta la Lega a superare abbondantemente la doppia cifra nelle preferenze nazionali. Le premesse per un governo di centrodestra sembrano tuttavia esserci sempre di meno, con un Berlusconi che già da qualche mese tira la volata a Renzi e alle grandi intese tra Forza Italia e Partito Democratico.

Salvini alle domande dei giornalisti sul tema alleanze ha risposto con la carta firmata insieme a Berlusconi e Meloni sul programma di governo: “Verba volant, scripta manent” ha detto nel corso della conferenza stampa, ricordando che la Lega ha imposto all’alleanza il discorso della sovranità nazionale sui trattati. Ma si sa, con Berlusconi (e Renzi) i patti valgono poco. Il centrodestra non riuscirà malgrado il gran numero di preferenze a costruire un governo da solo, e l’ipotesi di un Gentiloni II al momento sembra dietro l’angolo con conseguenze che sembrano nefaste.