
Il viceministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Emanuela Del Re, da lunedì scorso è in visita in Eritrea, dove ha visitato la locale Scuola Italiana ed incontrato il Presidente Isaias Afewerki.
La visita, tesa a ripercorrere le orme già tracciate a fine ottobre col viaggio del presidente del Consiglio Giuseppe Conte ad Asmara e ad approfondire ulteriormente i densi legami stabiliti a partire da quel momento fra Italia ed Eritrea, ha avuto il suo punto focale nell’incontro fra la viceministro ed il Presidente eritreo, avvenuto ieri mattina. Secondo quanto riferito dal portavoce della presidenza eritrea e ministro della Comunicazione, Yemane Ghebremeskel, Afewerki avrebbe speso importanti parole d’elogio sul lungo impegno italiano nel Corno d’Africa ed invitato gli imprenditori italiani ad investire in Eritrea. Emanuela Del Re, che già dopo la visita di Conte ad Asmara in una lunga lettera al Corriere della Sera aveva sottolineato l’importanza dei rapporti fra Italia ed Eritrea, ha ripetuto quanto vaste siano le opportunità per il nostro mondo imprenditoriale nel Corno d’Africa, dichiarandosi quindi certa che gli investimenti gioveranno simultaneamente tanto agli italiani quanto agli eritrei.
Il giorno prima, la Del Re ha inaugurato alla presenza del ministro della Salute Amina Nurhussen il nuovo reparto di cardiologia dell’ospedale Orotta di Asmara, realizzato grazie ai fondi della Cooperazione italiana. E’ infatti noto come già da tempo vi sia un importante interscambio in campo medico fra Italia ed Eritrea, con medici toscani e calabresi che si recano nel paese del Corno d’Africa per la cura dei pazienti e la formazione di nuovo personale. Sulla scia di questi fondamentali precedenti, dunque, si possono fare anche nuove ed ulteriori cose, tese ad arricchire ancor più i di per sé già storici legami fra le due terre.
Lo stesso giorno, la viceministro ha visitato anche la Scuola Italiana di Asmara, la più grande scuola italiana all’estero insieme a quella di Santiago del Cile, con ben 1200 studenti. Nel discorso di visita, ha poi giustamente definito la Scuola Italiana di Asmara “un veicolo di dialogo e comprensione tra i due paesi in fase cruciale storia del corno d’Africa con opportunità di collaborazione e sviluppo condiviso”. L’accoglienza degli studenti, dai più piccoli ai più grandi, così come quella di tutti gli insegnanti e gli altri operatori scolastici, è stata enormemente calorosa. Tale scuola testimonia come l’italiano sia una lingua ancora fortemente sentita in Eritrea, dove in molti la conoscono e la studiano, anche in altri istituti. Il fatto che in Eritrea un giovane riceva una formazione professionale gratuita da parte dello Stato, abbinato alla conoscenza dell’italiano, costituisce inoltre un grande incentivo ad investire per i nostri imprenditori, che in questo paese sanno di poter trovare giovani già formati e che conoscono la loro stessa lingua. Tutto ciò, nel resto del Continente Africano, non è sempre garantito.
Nel suo primo giorno in Eritrea, invece, la Del Re ha visitato il cimitero di Cheren, dove nel 1941 si tenne la durissima battaglia finale fra le truppe italiane e quelle alleate. In quel cimitero, luogo non solo dell’eterno riposo ma anche della memoria storica e collettiva, sono sepolti i soldati italiani e gli Ascari eritrei che insieme combatterono e morirono con enorme valore contro le preponderanti forze del nemico.
Oggi la viceministro si sta invece recando in Etiopia, dove incontrerà le autorità locali, il Comitato degli Italiani Residenti all’Estero (Comites) e gli imprenditori italiani in loco, oltre a visitare la Scuola Italiana di Addis Abeba, la Scuola Don Bosco e l’Istituto per lo sviluppo dell’industria del pellame. Il suo viaggio si concluderà quindi a Gibuti, dove visiterà la base militare italiana che fornisce supporto logistico ai contingenti nazionali che operano nel Corno d’Africa e nell’Oceano Indiano. Quindi visiterà la Fiera Internazionale di Gibuti (Dift), in programma fra il 3 e il 10 dicembre, ed inaugurerà una succursale locale dell’Ice di Addis Abeba. Dopodiché tornerà in Italia.
La grande differenza rispetto al viaggio di Conte è che, stavolta, la vicemininistro si sia recata prima di tutto in Eritrea e quindi negli altri paesi, mentre a fine ottobre il premier aveva fatto il contrario. Ciò costituisce un importantissimo riconoscimento anche per il ruolo chiave che l’Eritrea sta sempre più acquisendo in tutta l’Africa Orientale, come vero e proprio crocevia politico e diplomatico fra tutti i paesi che ne fanno parte e che oggi stanno procedendo con successo e celerità nel loro comune e condiviso processo di pace e d’integrazione regionale, oltre che per altri paesi come Kenya, Sudan e Sud Sudan che parimenti intendono aderirvi e farne parte.
