
Il 20 Giugno di ogni anno vede cadere per l’Eritrea e per tutta la sua vasta Diaspora nel mondo un evento di grande importanza come la Giornata dei Martiri, vissuta in onore e in memoria di quanti versarono il proprio sangue per l’Indipendenza della Madrepatria. L’evento ha un significato unico e distinto dalle altre grandi festività nazionali come il 24 Maggio, Anniversario dell’Indipendenza, o il 1 Settembre, Anniversario dell’inizio della Guerra di Liberazione. Sebbene tutti questi eventi inizino sempre osservando un minuto di silenzio per i Martiri che a più riprese morirono per il loro Paese, il richiamo emotivo evocato dalla Giornata del 20 Giugno tocca corde ancora più intime nell’animo di ogni eritreo; e questo perché non c’è in tutto il Paese e nella sua vasta Diaspora nel mondo una sola famiglia eritrea che non abbia avuto almeno uno o più Martiri, ovvero combattenti (i famosi Tegadelti) periti nella trentennale Guerra di Liberazione consumatasi tra il 1961 e il 1991 e nella successiva guerra che l’Etiopia allora guidata dal TPLF di Meles Zenawi vanamente tentò nel folle scopo di reimpadronirsi dell’Eritrea tra il 1998 e il 2000.
Furono almeno 65mila nel primo caso, in quel lungo trentennio, e 19mila nel secondo, in quella sempre sanguinosa guerra biennale, a cui vanno tuttavia assommati quanti perirono precedentemente (già nei primi anni sotto l’Impero Etiopico, prima che la Guerra di Liberazione iniziasse ufficialmente), e fino al 2018 (a causa dello stato di “né guerra né pace” causato dalla volontaria inosservanza da parte del governo etiopico del TPLF degli Accordi di Algeri che nel 2000 avevano posto termine al conflitto scoppiato nel 1998, e che vedeva frequenti attacchi contro i militari eritrei di stanza lungo il confine): il sacrificio dei caduti partirebbe dunque almeno dal 1949 per protrarsi per quasi settant’anni. Possiamo quindi davvero facilmente comprendere perché ogni famiglia eritrea si trovi a serbare il doloroso ricordo di almeno un congiunto caduto per la propria Patria, e perché questa memoria sia vissuta non soltanto nel Paese ma in tutto il mondo, proprio dalla Diaspora diffusa dal resto dell’Africa al Medio Oriente, dall’Europa alle Americhe, la cui vastità si dimostra in un numero d’appartenenti pari se non superiore agli stessi abitanti dell’Eritrea. La Diaspora eritrea, del resto, mantiene forti legami con la propria Eritrea anche per via dei parenti che stabilmente vi vivono e per le frequenti e lunghe visite, almeno annuali, che ad essa immancabilmente la riconduce.
Anche le varie Comunità della Diaspora eritrea in Italia hanno tenuto in molte città le loro cerimonie in onore dei Martiri, come già lo scorso mese vi avevano tenuto quelle per l’Anniversario dell’Indipendenza, da Roma a Milano, da Napoli a Bari, da Bologna a Firenze, da Brescia a Pisa, da Pescara a Catania, da Palermo a Torino, da Parma a Verona. Sempre numerosa, profonda e commossa la partecipazione tanto dei più anziani quanto dei più giovani, tanto nelle piccole quanto nelle grandi città: doveroso il ricordo, immancabile il suo sentirlo. Così è stato anche per le celebrazioni tenutesi in tutti gli altri paesi dove la Diaspora ha sede, ed ancor più per quelle svoltesi in Patria, dove da giorni la Memoria veniva vissuta ed onorata con immensi e sentiti ritrovi.
Di buon mattino, oggi 20 Giugno, il Presidente eritreo Isaias Afewerki ha onorato con la deposizione di una corona di fiori i Martiri presso il Cimitero dei Patrioti di Asmara, in una solenne e partecipata cerimonia a suggello di tutta l’importanza di una simile Giornata e Memoria per l’intera Nazione Eritrea. Molti avranno a tal proposito notato come deporre una corona di fiori ai Caduti sia stata la prima cosa che il Presidente ha fatto anche nei suoi recenti viaggi in Cina e in Russia, due paesi accomunati all’Eritrea proprio dal fatto d’aver ugualmente pagato un enorme tributo di sangue dei propri figli per conquistare l’odierna libertà, nei Due Conflitti Mondiali come nelle Rivoluzioni che successivamente li attraversarono. Proprio per questo motivo mai l’Eritrea, come altri Paesi nel mondo che hanno attraversato la medesima sorte, potrebbe compiere scelte od azioni che andrebbero a ledere il sacrificio di quei suoi tanti figli che per lunghi e dolorosi anni diedero la loro vita per la sua Indipendenza e Libertà. Farlo significherebbe lederne la memoria, disonorarne l’immenso sacrificio, profanarne la storia e il ricordo. Questo è l’immenso significato ed insegnamento della Giornata dei Martiri.