Oggi, 24 maggio, l’Eritrea compie 27 anni di età. Fu infatti il 24 maggio del 1991, a seguito di continue e brillanti vittorie in tutto il territorio eritreo, che il FPLE entrò ad Asmara, sancendo l’indipendenza di fatto del paese dall’Etiopia e ponendo quindi fine a dolorosi decenni di guerra e di sottomissione. E tanto era importante quella data, il 24 maggio, che si decise esattamente due anni dopo, nel 1993, di tenervi il famoso referendum dove oltre il 99% della popolazione si espresse per la totale indipendenza del paese dall’Etiopia anche in termini politici ed ufficiali.
Vista con gli occhi di oggi, l’Eritrea potrebbe essere paragonata ad una donna giovane e bella, di 27 anni di età, con ancora tanto futuro davanti a sé. In quanto giovane è ovviamente moderna ed ama vestire alla moda, ma mantiene sempre un occhio anche al passato e adora vestire anche gli abiti tradizionali della sua cultura. Nel suo volto, come abbiamo detto giovane e bello, si riconoscono i tratti e la genetica dei suoi antenati, anch’essi belli e forti. Dietro quei bei lineamenti ci sono veramente tanta storia, tanta antichità, tanta cultura. E anche tanta sofferenza, tanto sacrificio. Perché, ricordiamolo, questa donna oggi è libera ed emancipata, ma per esserlo ha dovuto affrontare tante battaglie.
Non ci limitiamo a paragonare l’Eritrea ad una donna solo per il fatto che sia una giovane nazione che comunque dietro di sé vanta una lunga storia, ma lo facciamo anche per un altro motivo, meno metaforico ma comunque sempre importante, anzi, importantissimo. L’Eritrea ha visto la sua storia scritta soprattutto dalle donne. Nei duri anni della Guerra di Liberazione, infatti, oltre il 30% dei combattenti del FPLE erano donne. Ciò ha permesso alle donne eritree di ritagliarsi un’importantissima autorevolezza nella società eritrea, che del resto già in partenza era molto più aperta, plurale e democratica di quella dei paesi vicini, a cominciare dalla stessa Etiopia che autocratica era col Negus ed autocratica continuò ad esserlo anche dopo, col regime del DERG.
Sono ben rari i casi di guerre di liberazione nazionali dove la donna ha partecipato con percentuali così alte ai combattimenti, e non solo nel cosiddetto “Terzo Mondo”. La realtà è che, anche da questo punto di vista, il caso eritreo è un caso unico ed esemplare, e che meriterebbe molto più rispetto e studio da parte di tanti osservatori solitamente inclini a guardare tutto con troppa sufficienza. Ecco, allora, perché consideriamo l’Eritrea una giovane donna: perché le donne, nella sua storia, hanno fatto veramente la differenza.
Per carità, non vogliamo togliere niente agli uomini, ma come non ricordare il fatto che le donne eritree erano per esempio solite trattare i soldati etiopici, caduti prigionieri del FPLE, come se fossero stati dei loro figli, e quindi dando loro da mangiare, curandoli, ecc? Furono delle madri, delle sorelle e delle zie anche con coloro che pure erano i loro nemici, e che magari non le avrebbero trattate con lo stesso rispetto e lo stesso riguardo se fossero state loro a ritrovarsi prigioniere di quei soldati. Questa situazione, è doveroso ricordarlo, si ripetè anche durante la guerra con l’Etiopia del 1998-2000, una guerra terribile e che ancora oggi non si è risolta del tutto, visto che gli Accordi di Algeri non sono mai stati rispettati dal nemico, grazie anche all’impunità garantitagli da certe note alleanze internazionali.
Insomma, ci sembra giusto rivolgere alla Comunità Eritrea e allo Stato di Eritrea i nostri migliori auguri, perché questo è un bel compleanno e 27 anni vengono una volta sola!