Sono stati cinque giorni di Europeo all’insegna dell’equilibrio e dell’incertezza, chi si aspettava di vedere una pletora di squadre materasso a causa dell’allargamento dell’Europeo a ventiquattro squadre è rimasto spiazzato. Solo tre partite infatti (Germania – Ucraina, Italia – Belgio e Austria – Ungheria) sono finite con due gol di scarto, indice che in quest’edizione francese degli europei mancano da una parte i grandi fuoriclasse e dall’altra non esistono più le cosiddette “cenerentole”: anche le squadre con poco talento ormai riescono a sopperire a queste alcune con una perfetta organizzazione di squadra. Dal punto di vista tattico questo torneo ha segnato il ritorno al “vero-nueve”, con la maggior parte delle squadre che sono tornate ad utilizzare la classica boa d’area (Giroud la Francia, Pellé l’Italia, Kane l’Inghilterra, Lukaku il Belgio, Morata la Spagna per citare degli esempi), solo la Germania continua ad insistere sulla formula del falso centravanti (Mariolino Götze). Questa formula per ora non sta pagando: la maggior parte delle squadre ha mostrato una certa difficoltà nel servire palla a terra la propria unica bocca da fuoco, anche così si possono spiegare i bassi punteggi che hanno caratterizzato questa prima settimana di Europeo transalpino. Resiste invece la dittatura del 4-2-3-1 (che poi è sempre un 4-5-1), modulo utilizzato dall’80% delle squadre presenti oltralpe. Le principali novità tattiche sono arrivate dall’Inghilterra, che ha finalmente abbandonato il vetusto 4-4-2 in favore di un 4-5-1 molto mobile fatto di trame palla a terra e costanti inserimenti dei centrocampisti e dalla nostra vituperata Italietta. Conte infatti ha rispolverato il vituperato Catenaccio che non è una parolaccia bensì un modulo di gioco preciso: un regista difensivo o libero (Bonucci), due marcatori puri (Barzagli, Chiellini), un fluidificante a sinistra (Darmian), un’ala tornante a destra (Candreva) e infine il classico centrocampo a tre a supporto delle due punte, una di stazza (Pellé) ed una più leggera (Eder). Visto che nel calcio non si inventa mai nulla? Passiamo ora ad esaminare la situazione girone per girone:

GIRONE A: ha deluso molto la Francia, che è riuscita a superare l’ostacolo Romania solo grazie ad un eurogol di Payet. Les Bleus hanno palesato una manovra lenta e bolsa, con un Pogba a tratti irritante abulico. Il calcio di giugno è adatto a chi corre di più e lo juventino stia dunque attento perché nel calcio puoi anche essere Dio interno ma se trovi davanti a te uno che corre di più sei finito. Nell’altra partita, di fatto un derby vista la massiccia presenza di schipetari nelle fila elvetiche, l’Albania di De Biasi ha pagato l’emozione dell’esordio contro una Svizzera più scafata ed esperta. Saranno proprio i rossocrociati a contendersi la seconda piazza assieme alla Romania, difficile invece che l’Albania possa qualificarsi.

GIRONE B: nel raggruppamento “britannico” l’Inghilterra ha fatto vedere ottime cose, una squadra giovane e di gamba e un gioco frizzante e palla a terra diverso dalle tradizionali long balls, la Russia non ci ha capito nulla, alla fine però i Three Lions sono usciti con un misero punticino, il massimo sforzo per il minimo risultato anche se la qualificazione non dovrebbe essere in discussione. La vera sorpresa è stata il Galles: squadra sempre sul pezzo, dieci onesti mestieranti della pedata che cantano e portano la croce per Bale, uno dei pochi autentici campionissimi presenti in questa manifestazione capace di fare la differenza. Non vedo molte chance invece per una Slovacchia abbastanza talentuosa ma, come spesso accade alle squadre dell’Est, terribilmente inconcludente.

GIRONE C: la Germania vince con il minimo sforzo, grandi applausi però all’Ucraina che ha davvero messo alla frusta ai campioni del mondo. L’impressione è che senza le classiche zampate di Thomas Müller, vista l’assenza di un bomber vero e proprio (c’è solo il paracarro Gomez), la Mannschaft davanti faccia fatica ad essere incisiva. I tedeschi hanno comunque tanta esperienza e qualità media in tutti i settori (attacco escluso) per poter dire la loro fino in fondo. Nell’altra partita la Polonia si è sbarazzata abbastanza agevolmente, anche se solo 1-0, dell’Irlanda del Nord, forse la squadra più scarsa “ammirata” fin qui in questo europeo. Occhio che la Polonia, sul confronto secco, potrebbe giocare un brutto scherzo ai vicini teutonici.

GIRONE D: Spagna e Croazia über alles, entrambe le formazioni hanno letteralmente dominato i rispettivi incontri (contro Repubblica ceca e Turchia) anche se sono dovuti accontentare in entrambi i casi di un risicato 1-0. Del Bosque continua a riproporre il solito tiki taka , anche se questa Spagna ha solo un Iniesta in fase calante (ma pur sempre sublime!) e un Piqué in formato centravanti come armi per aprire le roccaforti avversarie. La Croazia ha tanto talento ma altrettanta incostanza e come la Spagna sembra avere dei problemi ad innescare con la sua batteria di fantasisti la sua unica punta. Turchia e una modesta Repubblica Ceca con molta probabilità si contenderanno la terza piazza che potrebbe significare qualificazione.

GIRONE E: la sorpresa è l’Italia, la delusione il Belgio. Conte ha letteralmente portato a spasso Wilmots, il supponente CT belga che per novanta minuti non ci ha capito una fava. Chiaro che un avversario come il Belgio, ballerino in difesa e talentuoso anche se troppo individualista in avanti, fosse quanto di meglio potesse aspettarsi una squadra operaia e di gamba come l’Ital-Conte, però sono convinto che contro le tignose Svezia e Irlanda per gli Azzurri non sarà una passeggiata di salute. Il Belgio, troppo brutto per essere vero, è sembrato giù di tono dal punto di vista fisico: probabile che i diavoli rossi abbiano appositamente deciso di partire con le gambe imballate per poi esplodere cammin facendo, l’esatto opposto di una squadra come l’Italia che, per evitare processi, controprocessi e critiche ha deciso di partire subito con il vento in poppa.

GIRONE F: nel raggruppamento “asburgico” la sorpresa più grande è proprio l’Ungheria del nonno in pigiama Király (il giocatore più anziano a debuttare in una fase finale di un Europeo) che si è sbarazzata nettamente dei più quotati vicini austriaci, la grande delusione di questa settimana europea assieme ad un Portogallo che con un Ronaldo giù di corda sembra già in difficoltà. Ottimo esordio con pareggio per l’Islanda, matricola assoluta di questo Europeo che ha mostrato un calcio ruvido quanto pratico e funzionale ai propri modesti giocatori, l’esatto opposto del solito futebol onanistico e inconcludente dei lusitani.