In questi anni di crisi economica, anche il settore delle imprese di pulizia (e affini) è in preda a fallimenti e licenziamenti. Tanto da costringere il Governo ad internalizzare gli operai del settore con ben diecimila assunzioni come personale Ata nelle scuole.
Diecimila però costituiscono soltanto una parte dei lavoratori coinvolti nelle crisi del settore. Soltanto la Manital, azienda di Ivrea, che presta servizio in tutta Italia, e che è stata commissariata lo scorso febbraio dal Tribunale di Torino, ha oltre diecimila dipendenti, che non ricevono stipendio dalla scorsa estate.
Tuttavia i paletti posti dal governo a dicembre 2019 erano abbastanza rigidi: dieci anni, anche non continuativi, nel settore dei “servizi di pulizia e ausiliari presso le istituzioni scolastiche ed educative statali, in qualità di dipendente a tempo indeterminato di imprese titolari di contratti per lo svolgimento di tali servizi”, inoltre bisognava aver lavorato in una di queste imprese negli anni 2018 e 2019.
Nelle graduatorie del concorso indetto dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca sarebbero finiti operai non aventi diritto, secondo i paletti stabiliti da Governo e Ministero. È la denuncia fatta da alcuni dipendenti della Manital di Napoli, che chiedono adesso chiarezza alle istituzioni con una lettera, scritta da uno di loro:
“Buonasera, vi scrivo sperando in una vostra risposta e nel contempo anche una soluzione del caso in merito. Io e altri colleghi non abbiamo fatto la domanda perché non avevamo i requisiti e quindi non volevamo dichiarare il falso, poi abbiamo notato che nella graduatoria definitiva ci sono persone che hanno i nostri stessi requisiti è quindi anche loro come noi, siamo non aventi diritto, ed invece loro sono dipendenti statali tra poche ore.
Pensiamo che sia giusto farlo notare, poi dovrete essere voi (politici e legge) a prendere seri provvedimenti. Sia ben chiaro, noi non abbiamo niente contro ai nostri colleghi(MENDACI) ma vogliamo anche noi far parte di questo contesto, non abbiamo altri interessi, se esiste una legge bisogna rispettarla, non ci piace l’idea FATTA LA LEGGE NATO L’INGANNO. Quindi o fuori chi ha dichiarato il falso, oppure dentro anche noi, la legge ed i diritti Italiani sono chiari ed UGUALI PER TUTTI. Adesso noi che cosa facciamo?? Negli ultimi incontri di martedì e giovedì scorso, l’unica cosa che è venuta fuori dopo 2 lunghi giorni e che sono stati già stanziati 88’000’000 milioni di euro per continuare decoro e pulizie (per queste aziende che ci hanno soltanto martoriato in questi anni), poi mari anzi oceani di false speranze, per le migliaia di lavoratrici e lavoratori part-time ed anche per le migliaia di lavoratrici e lavoratori rimasti fuori da questo contesto.
Noi cosa ci troviamo!! Un’azienda che Non ci paga!! Non ci licenzia!! Non ci informa!! Non è reperibile!! Non sappiamo assolutamente nulla!! Cosa dobbiamo fare?? C’è qualche spiraglio per noi?? Quale?? Nello scusarmi di un messaggio così lungo (comprensibile per il nostro stato d’animo) Le auguro buon proseguimento di lavoro ed una soluzione per noi e le nostre famiglie che non possiamo più andare avanti in queste condizioni”.
La Manitalidea S.p.A è stata dichiarata insolvente per una cifra di circa 220 milioni di euro dalla fallimentare di Torino, e da più di un anno e mezzo i lavoratori non vengono pagati con regolarità, nonostante l’estate scorse l’azienda fosse stata venduta a un fondo finanziario, la IGI Investimenti Group. Parliamo di un’azienda di non poco conto. Gli appalti vinti dalla Manital fino al 2019 vanno dai servizi di pulizia nelle scuole ad importanti aziende pubbliche e non, ad esempio Poste Italiane, Ferrovie dello Stato, Telecom, ma anche privati come FCA e Alfa Romeo. I servizi offerti sono molteplici, dalle pulizie alla sorveglianza. Per ora l’amministrazione straordinaria non ha prodotto grandi risultati e gli operai restano senza futuro.
Nei giorni scorsi il Ministero dell’Istruzione ha chiarito che è compito degli istituti scolastici ai quali i richiedenti sono stati assegnati di controllare, le dichiarazioni mendaci e l’assolvimento dei requisiti richiesti. Ma il disagio per migliaia di lavoratori resta presente più che mai.
Sebbene l’agenda politica e l’attenzione dei media siano polarizzate dall’emergenza Coronavirus la vita del Paese va avanti e anche se chiudiamo tutto, i tavoli di crisi restano sempre lì a ricordarci del collasso economico che l’Italia rischia ogni giorno con le politiche degli ultimi dieci anni.