Nella media del 2017 l’economia italiana è cresciuta dell’1,4% rispetto all’anno prima. Lo rileva l’Istat, nella prima stima sulla crescita del Pil in termini grezzi, basata su dati trimestrali.

Bisognerà però aspettare il primo marzo per conoscere il dato di riferimento per la politica economica, considerando che le previsioni del Governo indicano un +1,5%. Un mese dopo, ad aprile, ci sarà la comunicazione a Eurostat valida ai fini dei parametri europei.

Il livello del Pil, definito “un passo in avanti enorme” dall’ex premier Matteo Renzi, è comunque ancora sotto i valori pre-crisi. Nonostante la ripresa in atto siamo ancora indietro del 5,7% raffrontando il quarto trimestre del 2017 al primo trimestre del 2008, quando si raggiunse il picco. La crescita acquisita per il 2018 si attesta a +0,5%.

Deludente il raffronto con gli altri Paesi europei. L’Istat fa notare che “nello stesso periodo – ovvero nel quarto trimestre – il Pil è aumentato in termini congiunturali dello 0,6% sia negli Stati Uniti sia in Francia e dello 0,5% nel Regno Unito. In termini tendenziali, si è registrato un aumento del 2,5% negli Stati Uniti, del 2,4% in Francia e dell’1,5% nel Regno Unito”.

L’Istituto di Statistica rileva una crescita che, purtroppo, non trova pieno riscontro nel miglioramento delle condizioni delle famiglie che, in molti casi, vivono ancora situazioni di profondo disagio.

Le difficoltà maggiori si concentrano nei nuclei familiari in cui manca il lavoro, in cui un genitore è disoccupato, ma anche nelle famiglie dove figli o nipoti sono in cerca di occupazione: proprio in queste ultime sono i genitori o i nonni che, con il proprio reddito, devono far fronte alle carenze delle nostre forme di welfare, con un onere che l’Osservatorio Nazionale Federconsumatori ha calcolato pari a circa 450 Euro al mese.

“Per questo è fondamentale avviare una seria azione di Governo improntata alla crescita, al rilancio dell’occupazione ed alla redistribuzione dei redditi”, afferma Emilio Viafora, Presidente della Federconsumatori.

La carenza sul piano occupazionale continua ad essere, infatti, uno dei principali problemi del Paese, che deve trovare una risposta decisa attraverso la riduzione delle tasse sul lavoro e l’avvio di investimenti per la crescita e lo sviluppo.

Aprire nuove prospettive occupazionali, per Federconsumatori, significa dare ossigeno alle famiglie, permettendo una risalita della domanda interna che, come dimostrano i dati recenti, conosce fasi di incertezza e di stallo.

“Ci aspettiamo, conclude la federazione presieduta da Viafora, che chi assumerà la responsabilità di Governo agisca con urgenza per gettare basi solide per una vera ripresa, che permetta di tornare e superare i livelli pre-crisi”.