Orfilio Peláez (Granma) – 8 agosto 2025

Dotato di un’impressionante capacità di guardare il domani come qualcosa di immediato, e con una fiducia illimitata nelle possibilità dell’essere umano di trasformare in realtà il più utopico dei sogni, Fidel scommise sullo sviluppo dell’industria biotecnologica a Cuba, quando soltanto poche nazioni fortemente industrializzate si avventuravano in quel promettente ramo della conoscenza.

Il punto di partenza di quell’immensa sfida ebbe inizio nel gennaio 1982, con l’inaugurazione, da parte del Comandante in Capo, del Centro di Investigazioni Biologiche, nel municipio capitolino di Playa.

La piccola struttura disponeva di appena 30 scienziati, ed ebbe il compito di lavorare all’ottenimento e alla produzione di interferone, un medicinale che apriva nuove prospettive per il trattamento di alcuni tipi di cancro e di altre malattie.

Sotto il suo costante sostegno, nel corso di quel decennio furono creati nuovi centri di ricerca legati a questo settore in crescita. A prova di ciò sono il Centro di Ingegneria Genetica e Biotecnologia (CIGB), il 1° luglio 1986; il Centro di Immunologia, il 7 settembre 1987; e il Centro di Neuroscienze di Cuba, l’11 maggio 1990, sorto allora con la categoria di unità scientifico-produttiva del Centro Nazionale di Investigazioni Scientifiche (CNIC).

Nel bel mezzo delle forti tensioni economiche, finanziarie e sociali che già cominciavano a ripercuotersi nel paese, generate dalla caduta del campo socialista e dall’acuirsi della crisi che avrebbe portato alla successiva scomparsa dell’Unione Sovietica, nel dicembre 1991 Fidel tracciò il concetto centrale secondo cui la sopravvivenza della Rivoluzione e del Socialismo, la preservazione dell’indipendenza, dipendevano, fondamentalmente, dalla scienza e dalla tecnologia.

Fu in quello scenario complicato, segnato dall’inizio del periodo speciale, che ordinò la creazione del Polo Scientifico dell’Ovest dell’Avana, con l’obiettivo di dare il massimo impulso alla biotecnologia e all’industria medico-farmaceutica.

Solo un uomo dalla visione di Fidel poteva intravedere il ruolo rilevante che avrebbe avuto per il futuro di Cuba il potenziamento di questi settori, per risolvere i problemi sanitari e alimentari della popolazione e aumentare le entrate in valuta estera, attraverso la realizzazione di prodotti competitivi ad alto valore aggiunto.

Sebbene la maggior parte delle fonti consultate indichi il 1992 come anno di fondazione del Polo Scientifico, in un’intervista rilasciata al settimanale Opciones, nel luglio 2006, il dottor Julián Álvarez Blanco affermò che la prima riunione si tenne l’11 febbraio 1991.

Secondo quanto riferì nelle sue risposte, da quel momento iniziò a prendere forma, per indicazione esplicita del Capo della Rivoluzione, un’organizzazione molto originale composta da istituzioni che, pur appartenendo amministrativamente a diverse dipendenze dell’Amministrazione Centrale dello Stato, cercavano modi di allearsi con obiettivi molto chiari e concreti, finalizzati a portare beneficio al paese utilizzando i metodi scientifici più avanzati dell’epoca.

DECOLLO CON RISORSE PROPRIE

Nel valutare, in un articolo pubblicato nel 2012 sulla rivista Temas, il significato del Polo Scientifico dell’Ovest dell’Avana, il dottor Agustín Lage Dávila enfatizzò come risultato principale il tipo di organizzazione con cui esso nacque.

Per iniziativa di Fidel, le entità inserite fin dall’inizio, e quelle che si sono poi aggiunte, adottarono un sistema di lavoro a ciclo chiuso di ricerca, sviluppo, produzione e commercializzazione.

In tal modo, la concezione tradizionale dell’attività investigativa a Cuba cambiò, e le istituzioni coinvolte assunsero la nuova responsabilità di introdurre i loro risultati nella produzione e nei servizi.

Il concetto rivoluzionario implicò, inoltre, incentivare al massimo la piena integrazione tra le entità (cosa molto difficile da raggiungere senza l’esistenza di un sistema socialista), l’impiego di sistemi di gestione della qualità di prim’ordine, l’adozione di uno stile di lavoro fondato sulla dedizione e sull’impegno politico verso la società, l’audacia negli investimenti produttivi e la possibilità di realizzare una gestione esportatrice diretta, al fine di ottenere le risorse monetarie necessarie per finanziare le proprie spese e contribuire maggiormente all’economia nazionale.

È inevitabile menzionare che il decollo produttivo ed esportatore del Polo Scientifico dell’Ovest e il rafforzamento della sua infrastruttura ebbero luogo nei peggiori anni del periodo speciale. Tutto fu fatto con lo sforzo proprio dello Stato cubano, senza alcun sostegno di crediti esteri.

Nonostante la crisi economica avesse toccato il fondo nel 1993, il 10 febbraio di quello stesso anno Fidel inaugurò il Centro di Biofisica Medica, a Santiago di Cuba. Lì pronunciò una delle sue frasi più celebri sull’importanza della scienza: «La scienza e le produzioni della scienza devono occupare un giorno il primo posto nell’economia nazionale… dobbiamo sviluppare le produzioni dell’intelligenza, e quello sarà il nostro posto nel mondo, non ce ne sarà un altro».

Il suo monito e il proverbiale ottimismo infusero nei ricercatori, nei tecnici e negli insegnanti del settore la volontà di vincere i più grandi ostacoli e di non rinunciare mai al nostro sviluppo. Ciò spiega come un paese con scarse risorse, sotto i violenti impatti della più grave crisi economica del periodo rivoluzionario, e assediato dal rigido blocco imposto dal governo degli Stati Uniti, non fallì nell’immane impresa di forgiare un’industria biotecnologica, ancora allora appannaggio di un numero molto limitato di paesi nel mondo.

LEGITTIMO EREDE

Oggi il Polo Scientifico dell’Ovest dell’Avana ha nel Gruppo Aziendale BioCubaFarma il suo più degno erede. Costituito nel 2012, è formato attualmente da 48 imprese, 34 a Cuba e 14 all’estero, e dispone di un capitale umano altamente qualificato, composto da oltre 15.000 lavoratori.

Nel 2024 ha eseguito 396 progetti di ricerca, di cui più di cento in cooperazione con diverse entità nazionali, mentre ha introdotto sul mercato nazionale 26 nuovi prodotti.

Tra questi figurano il vaccino contro lo pneumococco QuimiVio-7, il ventilatore polmonare ad alte prestazioni Combiovent per le cure intensive di pazienti adulti, e il test sumasignal FQ, sistema di diagnosi della fibrosi cistica.

A dimostrazione della priorità assegnata all’esecuzione di progetti innovativi, lo scorso anno il Gruppo Aziendale ha ottenuto 52 brevetti all’estero e otto nel paese.

Oltre a coprire una parte significativa dei bisogni del Sistema Nazionale di Salute, oggi i prodotti di BioCubaFarma vengono commercializzati in più di 40 paesi.

Traduzione a cura di Giulio Chinappi

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